I disperati all'arrembaggio della Florida

I disperati all'arrembaggio della Florida I profughi si aspettano porte aperte dalla nuova Casa Bianca, dopo essere stati respinti in massa da Bush I disperati all'arrembaggio della Florida Haiti, centinaia di barche in costruzione sulle spiagge DELL'ESODO SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO Un esodo biblico si prepara sulle spiagge di Haiti. Col legname strappato alle poche foreste ancora esistenti e con le lamiere e i fogli di compensato tirati via dalle loro baracche miserabili, nelle ultime settimane gli abitanti dell'isola hanno costruito centinaia di barche e zattere con le quali proveranno ad attraversare in qualche modo i quasi mille chilometri di mare aperto che li separano dalla Florida. Gli improvvisati cantieri spiega un rapporto della Guardia costiera americana divulgato dal quotidiano «Miami Herald» - hanno cominciato a funzionare a pieno ritmo quando Bill Clinton ha superato Bush nei sondaggi elettorali. Per Haiti, la notizia si è subito trasformata nella speranza che un Presidente democratico potesse modificare le draconiane misure contro i boat-people dei Caraibi varate dalla Casa Bianca il 24 maggio scorso. A partire da quella data, gli haitiani che riescono ad arrivare in territorio Usa vengono immediatamente rimpatriati e le barche intercettate in mare sono rimandate indietro senza cerimonie. Anche in passato Washington aveva sempre seguito due regimi distinti per la concessione del diritto d'asilo: braccia aperte per i cubani, che hanno diritto auto- matico alla cittadinanza Usa solo per il merito aver lasciato l'isola di Castro, e pettine fitto per tutti gli altri, che devono dimostrare di essere rifugiati politici «veri» e non solo poveri cristi affamati in cerca di miglior fortuna. La nuova politica adottata da Bush ha in pratica impedito a qualsiasi haitiano di presentare la richiesta di asilo, e questo malgrado dal settembre 1991 l'isola sia governata col pugno di ferro da un governo militare arrivato al potere con un golpe contro cui gli Stati Uniti e i Paesi dell'America Latina hanno decretato un embargo economico totale - e che da allora almeno 2000 oppositori del regime siano stati assassinati dai «Ton Ton Macoutes», le famigerate milizie del vecchio dittatore Duvalier. Le speranze della gente di Haiti che il cambio della guardia alla Casa Bianca avrebbe rappresentato la fine della «linea dura» contro i rifugiati non sono state deluse. Da Little Rock, il nuovo Presidente ha solennemente annunciato che porrà fine alla politica di rimpatrio sommario dei boat-people haitiani, a cui verrà assicurata la possibilità di provare di aver realmente diritto all'asilo politico: «E' stato un grosso errore rimandare indietro tutta quella gente, e in quel modo». Ma dopo la pubblicazione del rapporto della Guardia costiera, in molti cominciano a preoccuparsi. Secondo le foto aeree più recenti, sulle spiagge di Haiti ci sono oltre 600 nuove barche pronte a prendere il mare, e un centinaio sono in costruzione. «Ci aspettiamo un vero e proprio esodo verso le nostre coste - ha dichiarato una fonte del Dipartimento di Stato americano - al confronto quello che accadde nel 1980 coi cubani sembrerà un pic-nic». Il paragone è di quelh sufficienti a creare il panico. Dodici anni fa, infatti, arrivarono nel giro di pochi mesi sulle coste della Florida oltre 125 mila cubani - alcuni dissidenti, ma soprattutto molti criminali comuni e malati di mente - lasciati espatriare con l'esplicito fine di creare un problema aU'Amministrazione americana. E come a quell'epoca la mossa di Castro mise in difficoltà Carter, anche per il nuovo Presidente democratico la gestione della crisi haitiana potrebbe trasformarsi in un rebus. Prima dell'adozione della «linea dura», negli otto mesi seguiti al golpe la Guardia costiera ha intercettato oltre 38 mila boatpeople provenienti da Haiti, di cui 28 mila sono stati rimpatriati e circa 10 mila sono tuttora internati nella base navale americana di Guantanamo, a Cuba, e in alcuni centri per rifugiati sparsi negli Usa, in attesa che venga presa una decisione sulla loro richiesta di asilo. Con le nuove regole in vigore, il numero di haitiani rimandati a casa con la forza si è ridotto a 2000 persone in tutto, oltre alle centinaia di vittime senza nome ingoiate dal mare: solo alla fine di luglio, durante la traversata verso la Florida è colata a picco senza lasciare superstiti una barca con a bordo quasi cento persone, in maggioranza donne e bambini. Per il nuovo governo americano, l'unica alternativa realista per evitare l'esodo di massa che si sta preparando a Haiti sarebbe probabilmente forzare la fine del governo militare (anche militarmente, visto che l'embargo economico ha dimostrato di essere inefficiente), e inviare massicci aiuti all'isola. Sarebbe forse il modo per ricambiare un favore: in molti a Haiti sono convinti che Clinton abbia vinto le elezioni grazie a una maledizione del «voodoo», la magia nera degli antichi schiavi. «Ricordate quando Bush cadde sotto un tavolo in Giappone? Fu solo un avvertimento», assicura don Gerard Jean-Just, un sacerdote cattolico dell'isola, stretto collaboratore del presidente deposto Jean-Bertrand Aristride, il «prete rosso» scomunicato dal Vaticano (che, insieme al Perù, è l'unico Stato ad aver riconosciuto il governo golpista). Gianluca Bevilacqua OCEANO ATLANTICO BAHAMAS JSh< CUBA GIAMAICA HAITI

Persone citate: Bill Clinton, Bush, Clinton, Duvalier, Gerard Jean-just, Gianluca Bevilacqua