La nave somala in ostaggio di pirati della disperazione
La nave somala in ostaggio di pirati della disperazione Per salire sul vecchio cargo i profughi hanno dovuto pagare 150 dollari a famiglia La nave somala in ostaggio di pirati della disperazione ADEN. Dopo dieci giorni trascorsi in mare a combattere contro la fame e la sete, tremila profughi somali stipati su una vecchia nave attendono ancora al largo della costa della penisola arabica d'essere tratti in salvo. La loro odissea pareva finita quando la «Somaal» ha gettato nel pomeriggio di ieri l'ancora a poca distanza dal porto yemenita di Mukalla, ma il rifiuto delle autorità di lasciarli scendere a terra ha prolungato le sofferenze dei profughi, tra cui 400 bambini, e il mistero che circonda tutta la vicenda. Vi sarebbero molti morti tra i tremila fuggiaschi dalla guerra civile e dalla carestia e la situazione a bordo della sovraffollata imbarcazione è «drammatica», secondo quanto ha affermato un portavoce dell'alto commissariato dell'Orni per i rifugiati. La mancanza di cibo e d'acqua avrebbe portato centinaia di persone alla follia. Tra i bambini che si trovano a bordo vi sarebbero numerose vittime, gli altri sarebbero tutti malati. In serata, una nave da guerra francese, partita da Gibuti, ha raggiunto la «Somaal» con un carico di viveri, medicinali e ventimila litri d'acqua. Le autorità dello Yemen hanno motivato il divieto ai profughi di scendere a terra con la mancanza di strutture capaci di accoglierli. «A Mukalla non c'è niente», hanno fatto sapere al comandante della nave dei disperati. La «Somaal» sarebbe stata forzata a partire dal porto somalo di Merca da un gruppo di uomini armati che vi avevano fatto salire un numero di passeggeri assolutamente sproporzionato alle sue ridotte dimensioni. Questi pirati, che hanno costretto i fuggiaschi a pagare 150 dollari in cambio del passaggio verso lo Yemen, si troverebbero ancora a bordo. La nave era diretta ad Aden - dove è stata predisposta da tempo una struttura d'accoglienza- ma essi si sarebbere decisi a puntare sulla più vicina Mukalla dopo avere constatato che la situazione dei profughi era disperata e non si poteva più attendere. Inoltre, pare che scarseggiasse il carburante. La nave di soccorso francese, la Commandant Ducuing, aveva cercato invano di intercettare la «Somaal» nella notte tra domenica e lunedì quando per alcune ore si era perso ogni contatto con la nave. Alla sua ricerca erano intervenuti anche alcuni aerei militari francesi. La «Somaal» è in realtà un cargo non attrezzato per il tra¬ sporto di passeggeri. Essa è stata originariamente presa in affitto a Dubai nel maggio scorso per il trasporto in Somalia di derrate alimentari. Secondo notizie non confermate, a bordo della nave della disperazione sarebbero morti di stenti almeno cento bambini durante la traversata dalla Somalia alla penisola arabica. «Siamo stati bombadati (...) Il comandante è stato minacciato di morte», afferma un telex trasmesso da bordo della «Somaal» nei giorni scorsi e reso noto ieri dall'armatore della nave da Dubai. In realtà sembra che si tratti più che di un dirottamento di un atto di pirateria messo in atto da banditi che avevano interesse a fare trasportare dalla piccola nave il più grande numero possibile di fuggiaschi a pagamento, senza interessarsi minimamente alla fornitura di viveri in quantità sufficiente. A Merca i trafficanti hanno trovato condizioni molto favorevoli per organizzare un business a danno degli abitanti. Negli ultimi mesi quasi ogni giorno gruppi armati hanno terrorizzato gli abitanti con sparatorie per contendersi i soccorsi che arri¬ vavano. Uno scontro in settembre tra fazioni rivali si era concluso con la morte di 14 componenti dei due gruppi. Ma le autorità locali hanno negato che ci fossero stati morti e riducevano il tutto a scontri tra gruppi sbandati. Piuttosto ammettevano che manca il lavoro (a Merca erano fiorite in passato cooperative di pescatori e di contadini) e che «bisogna dare una mano a chi vuole ricostruire». Lo Yemen ha già dichiarato la propria disponibilità ad accoglierli, pur rifiutando il permesso di approdo a Mukalla. [Ansa]
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