« Rabbino» terrorista a Gerusalemme di Aldo Baquis

« Rabbino» terrorista a Gerusalemme Un uomo vestito da ebreo ortodosso lancia una bomba in un mercato arabo, un morto « Rabbino» terrorista a Gerusalemme La telefonata di una organizzazione estremistica rivendica Vattentato Il figlio di Kahane soddisfatto: un gesto che restituisce l'onore a Israele TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Una bomba a mano, lanciata apparentemente da un ebreo ortodosso, ha devastato ieri un vicolo del mercato della Città Vecchia di Gerusalemme, provocando la morte di un palestinese di 60 anni e il ferimento di 12 passanti arabi. L'attentato, che è stato rivendicato da un anonimo portavoce dell'organizzazione estremista ebraica «Kach», ha provocato un immediato aumento della tensione in città, dove nella tarda serata di ieri sono affluiti ingenti rinforzi di polizia per soffocare sul nascere possibili manifestazioni arabe. Ora gli israeliani tornano a chiedersi se si sia costituito un nuovo gruppo terroristico ebreo, emulo di quello che agì nei Territori all'inizio degli Anni Ottanta. L'attentato è avvenuto all'interno del quartiere islamico, nel cosiddetto «mercato della carne» : si tratta di un vicolo angusto, in cui si affacciano macellerie e negozi di verdure e che è coperto da un tetto ad archi sul quale sono soliti passare i turisti e gli studenti del vicino collegio rabbinico «Aderet Eliahu». Alle ore 13,15, la «via dei macellai» era piena di gente. «Da una fessura del tetto - ha riferito Faez Abu Shamzyeh, un negoziante del quartiere - ho visto due giovani passare due volte. Alla terza volta, hanno fatto cadere in basso una bomba a mano». Testimoni oculari hanno riferito di essere stati investiti da «una montagna di fuoco e poi dai una densa nuvola di fumo». Alcuni hanno parlato di «due, tre scoppi consecutivi». Quando il fumo si è diradato, il mercato sembrava un campo di battaglia: Abdel Marzuk Idkik, un macellaio di 60 anni, è morto sul colpo. Altri dodici passanti sono rimasti feriti, quattro in modo grave. Ampie chiazze di sangue macchiavano il lastricato e quanto restava delle bancarelle. «Degli attentatori ho visto solo le gambe - ha detto Abu Shamzyeh - ma sono certo che si tratta di ebrei: gli studenti del collegio rabbinico sono soliti infatti buttarci pietre e immondizia». Altri hanno detto di aver notato «un ebreo che indossava una palandrana e aveva una folta barba». Nella dinamica degli eventi c'è un fatto inquietante: prima ancora che il centralino della polizia fosse informato dell'attentato nella Città Vecchia, una voce anonima ha telefonato al quotidiano «Hadashot» annunciando che il «Kach» aveva agito contro gli arabi. A questa telefonata si sono aggiunte due coincidenze: il lancio della bomba a mano {che è del tipo N. 26, in uso nell'esercito israeliano) è avvenuto esattamente due anni dopo l'assassinio a New York del fondatore del «Kach», il rabbino Meir Kahane, per mano di un attentatore arabo. Inoltre, il collegio rabbinico «Ateret Eliahu» - da cui si domina il «mercato delle carni» - è diretto da suo fratello, Nachman Kahane. Una vendetta postuma? Il figlio di Meir Kahane, Benyamin, non lo ha voluto confermare, ma ha al tempo stesso espresso «felicitazioni» per un gesto che, a suo avviso, «restituisce l'onore agli ebrei». «Lo stato d'Israele - ha aggiunto - non potrà impedire all'infinito che i cittadini si facciano giustizia da soli». In città, infatti, c'è da tempo aria di esasperazione: sono centinaia le automobili israeliane incendiate da attivisti palestinesi negli ultimi dodici mesi, anche in quartieri ebraici di Gerusalemme Ovest. Domenica, inoltre, attivisti islamici del «Hamas» hanno tentato di appiccare il fuoco alla rampa delle scale di un condominio di ebrei: la strage è stata evitata per un soffio. Ufficiali della polizia israeliana hanno detto che è presto per indicare con certezza chi possano essere i responsabili dell'atto terroristico e hanno aggiunto di investigare «in tutte le direzioni». Nella zona dell'attentato si è subito recato ieri Faisal Husseini, il coordinatore esterno del la delegazione dei Territori ai negoziati di pace con Israele. «E' un atto molto grave - ha detto che prova che le autorità israeliane non sono in grado di proteggere i civili palestinesi. Solo la fine dell'occupazione potrà mettere fine a questi orrori». Poche ore dopo i coloni sono scesi in piazza a Tel Aviv per partecipare a una manifestazione organizzata da tempo contro un eventuale ritiro israeliano dalle alture del Golan, in cambio di un accordo di pace con la Siria. Decine di migliaia di dimostranti (oltre 200 mila, secondo gli organizzatori) hanno gremito la piazza dei Re di Israele scandendo slogan contrari al governo di Yitzhak Rabin e affermando che il premier «non ha alcun diritto di cedere parti del suolo patrio». Aldo Baquis Il leader palestinese Faisal Husseini «E'la prova che le autorità non ci difendono» Poliziotti nel mercato di Gerusalemme in cui è esplosa la bomba [fotoap]