Il boss muore a casa di A. R.
Il boss muore a casa Il boss muore a casa Mandante dell'attentato a Lima Di Trapani era super-ricercato PALERMO. Uno dei boss incriminati per l'assassinio dell'eurodeputato de Salvo Lima, Francesco Di Trapani, 55 anni, è morto per collasso cardiocircolatorio sabato scorso. Ricercato, era une dei «grandi lati-" tanti» delle cosche. Si nascondeva nel suo paese, Cinisi, a 30 chilometri da Palermo. Era considerato l'intoccabile padrino della «famiglia» locale, da oltre 10 anni alleata con i corleonesi di Totò Rima. La notizia è stata data ai carabinieri di Cinisi dai congiunti, quando la salma era già composta nell'abitazione dei Di Trapani nel centro del paese. L'alloggio è stato posto sotto sorveglianza e sono stati consentiti esclusivamente funerali privati. Ma prima dovrà essere eseguita l'autopsia per accertare senza ombra di dubbio la reale causa del decesso. Gli mquirenti hanno pochi dubbi sulla corresponsabilità di Di Trapani nell'agguato in cui Lima fu ucciso. Di Lima stanno ora parlando alcuni pentiti fra i quali Tommaso Buscetta, definendolo una «cerniera» tra mafia e politica. Francesco Di Trapani sarebbe stato uno dei membri della commissione provinciale di Cosa Nostra e in questa veste avrebbe sottoscritto la condanna a morte dell'uomo politico. Un ruolo, questo, che l'avrebbe collocato al vertice della mafia palermitana dov'era già anche per una parentela peraltro recentissima. Infatti il 23 maggio, giorno della strage di Capaci, a pochi chilometri da Cinisi, una figlia di Di Trapani sposò in carcere Salvino Madonia, uno dei figli di Francesco. La sera del 23 maggio, poco dopo la feroce eliminazione di Giovanni Falcone, della moglie e di tre agenti della scorta, una telefonata anonima giunse al centralino del Giornale di Sicilia annunciando le nozze. Parlando della strage, lo sconosciuto disse: «E' stato il regalo di nozze per Salvino Madonia». [a. r.]
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