Vescovi contro Veducazione sessuale

Vescovi contro Veducazione sessuale Il presule di Como si schiera contro il provvedimento proposto dal ministro Jervolino Vescovi contro Veducazione sessuale Monsignor Maggiolini: a scuola consentite l'esonero ROMA. «Educazione sessuale a scuola? No, grazie». A pochi giorni dalla ripresa del confronto parlamentare e dalle dichiarazioni a favore del provvedimento da parte del ministro della Pubblica Istruzione, la democristiana Rosa Russo Jervolino, monsignor Sandro Maggiolini, vescovo di Como, torna a chiedere dalle pagine di Avvenire che il legislatore lasci ai genitori «la libertà di dire no» e preveda la possibilità di «esonero». «Perché per la religione vale un gelosissimo diritto a "non avvalersi", mentre questo diritto è poi negato in un altro settore etico (e religioso) come l'educazione sessuale?», si chiede il prelato. Sostiene il vescovo di Como, noto per la sua attività radiofonica e pubblicistica e per essere uno dei curatori italiani del nuovo catechismo «universale»: «Non è chi non veda che la prima responsabilità pedagogica in ordine all'educazione della componente sessuale spetta ai genitori per i figli e ai giovani capaci di autoformazione... Se non si vuole conculcare la "libertà di coscienza" della famiglia e dell'alunno, occorrerà scegliere e scegliere magari di "non avvalersi" di una fra le molte docenze o di tutte le docenze, se queste non sono in armonia con le giuste attese di chi detiene il diritto a essere rispettato nelle sue convinzioni etiche». Sorpresa. Quando il varo della legge, attesa da vent'anni, sembrava questione di settimane; quando gli steccati che opponevano cattolici e laici parevano superati e l'accordo fra le forze politiche oramai raggiunto, gli interventi di monsignor Maggiolini cercano di rimettere tutto in discussione, di provocare ripensamenti. «La sessualità - osserva il vescovo - non è pura scienza esatta come la matematica, la fisica, la biologia; è cognizione e giudizio che tocca in qualche modo e in qualche grado anche la morale». Dunque, lasciate «il diritto all'esenzione del singolo che si ritiene già educato dalla famiglia sola o con l'ausilio di altre strutture». Sorpresa numero due. I genitori cattolici dell'Age non si schierano con il monsignore. «La proposta di legge parla chiaro - dice Luciano Sgobino, presidente nazionale - L'educazione sessuale nella scuola non sarà una materia a sé, ma farà parte integrante dei programmi didattici di insegnamento. Non possiamo certo chiedere l'esonero di un alunno dalla frequenza per l'intero orario scolastico... Mi pare ridicolo. Capisco le preoccupazioni di fondo del ve- scovo Maggiolini. Le famiglie debbono potersi opporre a iniziative specifiche, mal programmate e con esperti che tali non sono. Ma questo tema, pur così delicato, rappresenta ima sfida che dobbiamo affrontare». Una posizione che trova concorde anche l'altra organizzazione delle famiglie, il Coordinamento genitori democratici, tradizionalmente laica e di sinistra. «Ci mancherebbe ancora l'obiezione sessuale!», taglia corto Luisa Quaranta, della segreteria nazionale del Cgd. «Forse - aggiunge Luisa Quaranta • monsignor Maggiolini non ha esaminato bene il progetto che la Camera sta discutendo. Non sa che è previsto il coinvolgimento pieno delle famiglie nella programmazione didattica annuale; che i contenuti e le modalità delle tematiche debbono essere adeguati all'età degli alunni e al loro grado di maturità psicofisico. La scuola pubblica è sede di confronto delle idee; perché non dovrebbe esserlo anche per l'educazione sessuale?». L'onorevole Ombretta Fumagalli Carulli, vicepresidente del gruppo de della Camera, non ritiene «sbagliate», invece, le richieste del vescovo di Como. «Sono sostanziamente d'accordo con lui», precisa. Ma sottolinea che il «problema è più complesso»: «L'educazione sessuale mi sembra un concetto vecchio, datato. Era progressista vent'anni fa, ora rischia di essere conservatore. Oggi, c'è bisogno di una educazione alla vita: alla vita umana, alla vita dell'ambiente e alla sessualità, senza focalizzare su quest'ultima tutta l'attenzione». «Ci siamo battuti per anni perché l'educazione sessuale non fosse intesa come una nuova disciplina - incalza Aureliana Alberici, senatrice pds, già ministro ombra del pei - oggi, che c'è un progetto in grado di corresponsabilizzare famiglia e scuola senza forzatura alcuna, qualcuno torna a discutere sul nulla. Non esiste l'ora di educazione sessuale. Dunque, l'esonero è improponibile. Sono stanca delle guerre di religione fatte sul niente. La Chiesa ha riabilitato Galileo e Giordano Bruno; dovremo aspettare 400 anni per assistere alla riabilitazione di Freud?». Ma Sergio Nordio, professore ordinario di pediatria all'Università di Trieste e membro della Commissione nazionale di bioetica, avanza un dubbio: «Educare deriva da educere, tirar fuori. Si tirano fuori pensieri che stanno dentro; ma si può parlare dei pensieri solo quando c'è una motivazione a farlo. Se non motivazione non c'è educazione. Le generaliz- zazioni sono sempre pericolose. Bisogna rispettare le esigenze individuali e gli orientamenti delle famiglie. Può essere violenza affrontare un certo argomento quando manca il contesto; e può essere violenza impedire ad un bambino di trovarsi nell'occasione di parlare di cose che è motivato a conoscere. La legge deve trovare un punto di equilibrio fra queste esigenze». Su un punto, però, tutti concordano con Maggiolini: la necessità di coinvolgere appieno i genitori. Spiega Caterina Checcacci, presidente nazionale dell'Uciim, l'associazione cattolica degli insegnanti della media inferiore e superiore: «Ci siamo battuti perché ogni famiglia possa intervenire sugli interventi extracurricolari che la scuola vorrà programmare. Se chi è responsabile della educazione complessiva dell'alunno non è d'accordo con qualche iniziativa specifica da realizzare al di fuori dell'orario delle lezioni deve poter dire di no alla partecipazione. Diverso è il discorso per le attività curricolari. Ma questo implica che la loro programmazione annuale sia discussa e concordata con tutte le famiglie, non con i soli rappresentanti eletti negli organi collegiali». Mario Tortello Ma le associazioni dei genitori non approvano «Richiesta ridicola» A sinistra: Ombretta Fumagalli Carulli (de) Sotto: Aureliana Alberici (pds) A sinistra: il ministro Rosa Russo Jervolino

Luoghi citati: Como, Roma