Due avvocati con Augias

Due avvocati con Augias Martedì a «Telefono giallo» i delitti della collina Due avvocati con Augias Gabri, presidente dell'Ordine, invita a rispettare la riservatezza Altri legali e i magistrati non parteciperanno alla trasmissione Il presidente dell'Ordine forense Gian Vittorio Gabri ha convocato ieri mattina gli avvocati Giorgio Bissacco e Aldo Cristini, difensori di Antonio Impagnatiello, per la vicenda di «telefono giallo». Gabri ha invitato i colleghi a valutare con molta attenzione i doveri imposti dalla deontologia professionale, in particolare quello della massima riservatezza su tutto ciò che riguarda l'assistito. Nessun divieto quindi, ma soltanto un invito a ponderare bene la partecipazione alla trasmissione. Ha detto l'avvocato Gabri: «Il legale ha il dovere della massima riservatezza nei confronti del proprio assistito. Soprattutto quando si è ancora nella fase delle indagini preliminari. Questa è la regola. Poi ogruno fa quello che vuole. Io ho il dovere di avvisare che gli iscritti sono tenuti all'osservanza di questi principi». Il «consiglio» del presidente Gabri non ha fatto però desistere Giorgio Bissacco e Aldo Cristini, difensori di Antonio Impagnatiello. Ha dichiarato Cristini: «Siamo consapevoli del rischio che possano emergere nuove circostanze durante la trasmissione ed è proprio per questo che dobbiamo stare a fianco del nostro assistito». Sarà assente invece l'avvocato Guido Crovella, difensore di Massimo Impagnatiello. Alla puntata di «telefono giallo» è prevista la partecipazione dei fratelli Impagnatiello «indagati» per i delitti del pensionato Alfredo Schena, trovato cadavere il 5 marzo '91 nella cantina della sua cascina, a Castiglione Torinese, e di Paolo Taricco, un contadino che abitava in un casolare vicino, ucciso l'8 aprile dello scorso anno. Le prime indagini si indirizzarono sui fratelli Antonio e Massimo Impagnatiello. Si pensò che ad uccidere Schena fosse stato Antonio, scandalizzato dalle morbose attenzioni che il pensionato aveva rivolto al fratello più giovane. In primavera, a sorpresa, spuntò il nome di Claudio De Berardinis, il giovane romano presentato come il supertestimone che avrebbe potuto chiarire il mistero, e che invece finì alle Vallette con la duplice imputazione di concorso negli omicidi. A metterlo nei guai era stato, tra l'altro, il suo fucile cai. 22, che gli inquirenti ritenevano potesse essere l'arma del delitto. La perizia ha scagionato completamente De Berardinis, che, martedì scorso, ha lasciato il carcere delle Vallette. L'inchiesta deve ripartire praticamente da zero. Una vicenda giudiziaria che ha suscitato l'interesse di Augias, il conduttore di «telefono giallo», che ha invitato alla puntata di martedì 17 novembre anche i legali. Turi Lo Greco, difensore di Berardinis, ha inviato un esposto in Procura per far bloccare la trasmissione: «Siamo ancora nella fase delle indagini preliminari». Perplesso anche il procuratore aggiunto Francesco Marzachì. Nessun magistrato parteciperà alla trasmissione.

Luoghi citati: Castiglione Torinese