Presunto omicida «Ho due alibi»

Presunto omicida «Ho due alibi» Ergastolano davanti ai giudici Presunto omicida «Ho due alibi» La testimonianza di un pensionato e un certificato medico potrebbero scagionare Gianmarco Scalitti dall'accusa di un omicidio in Belgio. Su questi due elementi si basa il processo di revisione, il primo discusso con le nuove norme, che comincerà domani in corte d'appello. Gianmarco Scalitti, 39 anni, torinese nato in Francia ed emigrato in Belgio, è accusato di aver assaltato il 30 aprile '82 con alcuni complici un furgone postale a Farciènnes, nei pressi di Bruxelles. A metterlo nei guai fu il «catanese» pentito Roberto Miano che, nell'85, confessò: «Quella rapina l'ho fatta assieme a Scalitti e Gerardo Chiummarullo. Io ho ucciso il poliziotto». La testimonianza costò a Scalitti e Chiummarullo l'ergastolo in primo grado e 30 anni in appello confermati in Cassazione. Due anni fa la moglie di Scalitti, Maria, si rivolse agli avvocati Merlo e Masselli: «Mio marito è innocente, non può essere stato lui». I legali si recarono in Belgio, fecero pubblicare la foto di Scalitti invitando eventuali testi a farsi aventi. Un pensionato si fece avanti: «Io c'ero e il bandito non somigliava affatto alla foto pubblicata». Intanto si scoprì che la dinamica della rapina era avvenuta in modo diverso da come l'aveva raccontata Miano. E' stato preparato un plastico di rue Henin, luogo della rapina, con tutte le auto coinvolte e che potrà essere utile in aula. L'ultimo colpo di scena: il giorno del delitto Scalitti era a Sanremo per una visita da un medico. Il dottor Fiorentini ha confermato che la ricetta era sua, ma nell'attesa del processo è deceduto: in aula si utilizzerà la sua dichiarazione. Iflii L'awocato Graziano Masselli, difensore di Scalitti, ha utilizzato un plastico per ncostruire la rapina in Belgio

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Francia, Sanremo