«Diffamò Montanelli» Gelli è condannato di Indro Montanelli
«Diffamò Montanelli» Gelli è condannato Prima querela del direttore del Giornale «Diffamò Montanelli» Gelli è condannato Il gran maestro della P2 affermò di averlo fatto finanziare da Calvi MONZA. «Io a Licio Gelli non devo proprio nulla. Mi sento diffamato quando Gelli afferma di essersi personalmente interessato per farmi ottenere un finanziamento di 300 milioni dal Banco Ambrosiano di Roberto Calvi», parola di Indro Montanelli, direttore del Giornale. E il tribunale di Monza, dopo una camera di consiglio durata quattro ore, ha condannato per diffamazione l'ex venerabile maestro della P2: due milioni di multa, più 45 milioni, complessivamente, di risarcimento danni. E sullo sfondo Piero Chiambretti, la peste del TgO. Si è chiuso così il processo per diffamazione contro Gelli intentato da Indro Montanelli, per la prima volta nella veste di querelante, come ha voluto sottolineare. A innescare la causa un'intervista rilasciata nell'aprile '91 dall'ex capo della P2 ad un periodico locale. «Ho aiutato non solo Rizzoli - disse Gelli - ma anche altri come Montanelli. Gli feci ottenere un finanziamento completamente gratuito dal Banco Ambrosiano». Replica Montanelli: «Conoscevo Calvi dalla; i campagna di Russia. Per quel finanziamento pagai il 22% di interesse. Non ci fu bisogno di alcuna intermediazione. Sono solo fregnacce», dice il direttore del Giornale che ieri era pre- sente in aula. Assente Gelli, che al telefono dice: «Non ho tempo da perdere. Ho altro da fare». E aggiunge misterioso: «Sto preparando un attacco. Contro chi? No, ho già detto troppo. Per adesso sono in ritiro spirituale». A Monza, invece, si è visto Chiambretti. Fuori dal tribunale, però. Spiega Chiambretti, travestito da vaso di fiori: «Non sono mica Cavallo Pazzo. Dopo l'ordine del presidente della Corte d'appello di Milano Pajardi, non voglio rischiare denunce». Quattro ore di appostamenti, mentre Montanelli cercava di evitare «quella fastidiosa mosca tze-tze della Rai che ti si attacca addosso, non ti molla più e merita solo di essere scomunicato». Alla fine vince Chiambretti. Esordio: «Direttore, posso abbracciarla. Lei è il decano di tutti noi». Attacco frontale: «Seguo le sue corrispondenze da sempre. Dalla Finlandia prima e poi da Budapest, nel '56. Mi sono sempre ispirato a lei»., Replica con sorriso da Montanelli: «Sei peggio di Gelli!». Conclusione: Chiambretti, con operatore Tv annesso, sale sulla 164 del direttore e si fa portare a Milano. Martedì sera (all'ora del TgO) il resoconto del viaggio. [f. poi.] | % fUs Indro Montanelli con Piero Chiambretti subito dopo l'udienza
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