Sciogliersi? Vince il sì Ma c'è uno zoccolo duro di Flavia Amabile

Sciogliersi? Vince il sì Ma c'è uno zoccolo duro IL PRI? Sciogliersi? Vince il sì Ma c'è uno zoccolo duro MARINA DIC ARRARA DAL NOSTRO INVIATO «Siogliere il partito? Mo' mai, vero!». Piera Camerani, preside di Ravenna, donna di profonda fede repubblicana e di caldo sangue romagnolo, inorridisce al solo pensiero di veder scomparire il pri. «A Ravenna mi chiamano la mazziniana di ferro e dico: alleanze quante ne vogliono, il resto se lo possono dimenticare». E' questo lo zoccolo duro del pri, l'ala più conservatrice, quella che al segretario Giorgio La Malfa che chiede un'alleanza con i nuovi movimenti che stanno nascendo e un eventuale futuro scioglimento del partito, risponde appunto: «Mo' mai». L'ala degli irriducibili è sicuramente vigorosa e sanguigna, ma non si è ancora resa conto del fatto che il pri è cambiato e che bisogna fare i conti con i numeri. Proprio i numeri infatti dicono che agli irriducibili appartiene il 30 per cento del pri, secondo il sondaggio condotto da La Stampa su 93 delegati presenti al congresso, vale a dire il 10 per cento degli oltre 900 che a ieri sera risultavano iscritti. Il risultato dà quindi un colpo decisivo a favore della richiesta di nuovo che è arrivata da Giorgio La Malfa in apertura del congresso: il 70 per cento dei delegati è a favore di un cambiamento e di un processo che alla fine porterà inevitabilmente allo scioglimento del partito. Certo, non sarà domani - affermano gli sfascia-pri intervistati -, ma dopodomani, questo sì. E per dopodomani s'intende l'approvazione delle riforme elettorali. Questo pri riunito da tre giorni a Marina di Carrara dunque è pronto a cambiare tutto. I più decisi sono ovviamente i giovani, che in blocco hanno risposto: «Basta con i vecchi partiti». Ma sono molto agguerrite e desiderose di rinnovamento anche le donne, che rappresentano una buona metà dei delegati che chiedono il superamento delle formule tradizionali. Diversa invece la situazione tra gli uomini dai 35 anni in su. A fare il balzo in avanti e a collocarsi senza esitazioni tra gli sfascia-pri sono i più scottati dalle vicende di Tangentopoli, i milanesi ad esempio, e tutti quelli che abitano da Roma in giù. Questo non vuol dire comunque che i rinnovatori non si rendano conto delle difficoltà cui vanno incon- tro. Anzi, lo sanno perfettamente. La loro richiesta infatti, precisano, è valida «a patto che si raggiungano le condizioni necessarie». Vale a dire: alleanze con uomini onesti, obiettivi chiari e precisi a cui vendere e non svendere il partito e, anzi, assumere la leadership del nuovo movimento. Soddisfatte queste, il superamento del pri non viene vissuto come un tabù. O meglio, viene caldeggiato e considerato come un fatto largamente positivo dal 40 per cento e invece «tollerato» o considerato «inevitabile» dagli altri. Hanno partecipato: Olga Rapelli, Giancarlo Luisi, Angelo Minotti, Franco Rosetti, Raffaella Finamore, Pasquale Borregine, Viscardo Lagosti, Guido Rumedei, Lucio De Nicola, Giovanni Pagani, Maurizio Linari, Roberto Tirabassi, Carla Frasacarlo, Sergio Mazza, Furio Raggiaschi, Riccardo Coppoli, Nicola Sbano, Gianni Colangelo, Rino Pagano, Giancarlo Della Millia, Roberto Brando, Generoso Nappi, Paolo Renzi, Fabrizio Bocchini. Alessandro Vallesi, Valerio Scelfo, Paolo Sidoti, Francesco Violini, Paolo Cassina, Gianfranco Zanetti, Fabio Servidei, Marina Firpo, Antonio Callegari, Nazario Erbetta, Otello Paesini, Ermanno Lesca, Carlo Beltramino, Bruna Pezzali, Olga Ferrarini, Giorgio Fabbri, Andrea Pozzi, Marco Manganalo, Antonio Zangheri, Luigi Magano, Savino La Guardia, Riccardo Nardini, Mariagrazia Montanari, Maurizio Nenna, Rossella Giordano, Piervincenzo Rolla, Piera Camerani, Enrico Beltramini, Cristina Ferraio, Enninia Longo Poletti, Daniele Pozzebon, Egidio Monguzzi, Giancarlo Locatelli, Piero Spadoni, Donatella Silimbani, Andrea Mazzanti, Giuseppe Gallini, Cesare Lodigiani, Eugenio Novara, Laura Montanti, Franco De Angelis, Enzo Meani, Ugo Gariatani, Carlo Trombadoni, Fulvio Brigante Colonna, Domenico Parisella, Aldo Ciani, Franco Poliani, Germano Gabbanini, Davide Del Vecchio, Marcello Pedemonte, Serafino Costantini, Fabio Montarti, Gerardo Barone, Alcide Gioigetti, Carlo Manzoni, Giovanni Macchi, Armando Massimi, Salvatore Sempiterno, Giovanni Merella, Michele Tampier, Gianni Giorgetti, Federico Grilli, Franco Niccolai, Gino Iacomelli, Roberto Amato, Lanfranco Zerbini, Mario Campagna, Francesco Grossi. Flavia Amabile Sette delegati su dieci a favore di nuove formule Tre sono contrari A fianco Enzo Bianco ex sindaco di Catania Sotto il segretario Giorgio La Malfa e BRmò Visentini

Luoghi citati: Carrara, Catania, Ravenna, Roma