«Spiccioli ad Auschwitz»

«Spiccioli ad Auschwitz» Polemiche sul contributo di Bonn al restauro dell'ex lager «Spiccioli ad Auschwitz» II campo di concentramento è in abbandono, offerti due miliardi di lire Secondo le associazioni ebraiche per salvarlo ne occorrono cinquanta BONN DALLA REDAZIONE Il governo tedesco pagherà due milioni e mezzo di marchi, poco più di 2 miliardi di lire, alla Polonia per la conservazione dell'ex campo di concentramento di Auschwitz. Secondo la «Westdeutschen Zeitung», che cita fonti governative, la somma comparirà nel bilancio federale per il prossimo anno, e sarà destinata al mantenimento e al restauro del Memoriale che ricorda le vittime del nazismo, un milione 100 mila persone uccise nei forni di Auschwitz secondo gli archivi polacchi: un milione di ebrei, 21 mila zingari, 15 mila prigionieri di guerra sovietici. Nei prossimi tre anni, inoltre, il governo federale pagherà alla Polonia altri sette milioni e mezzo di marchi. E' un gesto sollecitato e atteso da tempo, da quando Varsavia ha chiesto un aiuto finanziario a Bonn per restaurare l'ex lager: ma non servirà a placare le polemiche. Secondo la Fondazione ebraica americana «Lauder», infatti, sono indispensabili almeno 40 milioni di dollari, oltre 50 miliardi di lire, per conservare l'intero Memoriale: e la spesa, secondo la Fondazione, andrebbe sostenuta per la metà dal governo tedesco. Ma quest'ultima cifra, secondo il giornale, non convince Bonn, che alla fine di novembre invierà una commissione ad Auschwitz per meglio valutare le condizioni dell'ex campo di concentramento. Da tempo ormai le condizioni dell'ex lager - imo dei più atroci luoghi di sterminio dell'era nazista, dal quale si salvarono soltanto 8 mila persone e riuscirono a fuggire in 500 - sono precarie. Il terreno fra le baracche è coltivato a fieno, nei campi dove venivano versate le ceneri delle persone uccise i contadini della zona vanno a raccogliere funghi, tra le rovine delle camere a gas prospera il muschio. Le baracche e le torri di sorveglianza, come hanno documentato di recente alcune inchieste condotte da giornali tedeschi, sono in rovina, il filo spinato arrugginisce: mentre tutto dovrebbe restare com'era, secondo le associazioni dei parenti delle vittime, per ricordare al mondo cos'è stato lo sterminio voluto dal regime nazista. Le ultime tracce del genocidio, invece, ammuffiscono nei depositi: fra l'altro, anche settecento latte vuote dov'era contenuto il gas letale, lo «Zyklon B». Nel 1979, l'Unesco ha deciso di inserire Auschwitz nella lista dei «Beni culturali mondiali protetti». L'ex campo di concentramento è il numero ottanta, in questo elenco, dopo l'Acropoli di Atene e l'Alhambra di Granada. Ma il direttore del Memoriale, Jerzy Wroblewski, si chiede come riuscirà a impedire la rovina totale di questo «monumento all'orrore» senza i soldi necessari. Il governo di Varsavia dà ogni anno al museo due milioni di marchi, e l'arrivo degli aiuti tedeschi appena deciso migliorerà di poco la situazione. «Se non avremo di più, presto non resterà niente da vedere - sostiene l'ex direttore del Museo, Kazimierz Smolens sarà la seconda soluzione finale attraverso la dimenticanza». Ma il governo tedesco obietta di non avere i fondi giudicati necessari dalle associazioni ebraiche, nonostante la disponibilità subito mostrata al riguardo dal ministero degli Esteri: lo stanziamento alla fine deciso dal ministero delle Finanze è nettamente inferiore, si dice a Bonn, ma dovrebbe consentire di evitare lo sfacelo del Memoriale. Qualche tempo fa, come ha riferito il settimanale «Stern», è stato rivolto anche un appello ai privati perché concorrano alle spese di restauro. A un esplicito invito televisivo, scrive il giornale, uno spettatore di Heilbronn, Heinrich Z., ha replicato: «Anch'io sono a favore del mantenimento di Auschwitz. Bisogna rimetterlo in funzione, così si potrebbe risolvere facilmente anche il problema dei profughi. Il mio contributo: cinquanta chili di gas».

Persone citate: Heinrich Z., Jerzy Wroblewski, Kazimierz Smolens, Lauder, Stern

Luoghi citati: Atene, Auschwitz, Bonn, Polonia, Varsavia