Il saluto rosso di Honecker di Emanuele Novazio

Il saluto rosso di Honecker GERMANIA Dopo 16 minuti rinviato a lunedì il processo ai gerarchi Ddr Il saluto rosso di Honecker L'ex leader ha risposto con il pugno levato ai nostalgici che l'acclamavano In aula mancava l'ex premier Willi Stoph, colpito da un attacco cardiaco BERLINO DAL NOSTRO INVIATO E' durato 16 minuti soltanto, il tempo per constatare l'assenza di un imputato - l'ex primo ministro della Germania comunista Willi Stoph, 78 anni, probabile vittima di un attaco di cuore - e decideie una visita medica. Meno di un'ora, se si considerano anche i 33 minuti di camera di consiglio necessari al giudice Hansgeorg Brauetigam, 55 anni e fra i più celebrati a Berlino, per rinviare a lunedì prossimo il dibattimento. Ma quei pochi minuti - densi di simboli e cenni studiati - sono bastati a riassumere che cosa sarà il processo più importante della storia tedesca dopo quello di Norimberga: la sfida che alla nuova Germania porteranno Erich Honecker e altri cinque gerarchi della Ddr, uomini del passato che la giustizia considera responsabili dei «morti sul Muro», le persone cadute mentre fuggivano da uno Stato che non c'è più ma che con la Repubblica Federale aveva relazioni normali. Nei sedici minuti d'udienza, e poi durante l'interruzione e l'attesa, Erich Honecker ha interpretato se stesso. Arrivato con un abito blu di regime nell'aula 700 del tribunale di Moabit - già consacrata da altri celebri dibattimenti - l'ex capo supremo della Germania comunista, ottant'anni e un cancro al fegato in fa¬ se terminale, ha subito mostrato di volersi mostrare a suo agio, perfino nella lettura delle cartelline gialle e rosse del processo. A un certo punto, come forse accadeva alle riunioni del Politburo ai tempi del potere - ha appoggiato il braccio alle spalle dell'ex capo della polizia segreta Erich Mielke, 84 anni e anch'egli malato, il solo senza cravatta e in maglione blu sotto la giacca di tweed. Hanno parlato sottovoce per qualche minuto, con la confidenza che hanno gli amici di sempre. Hanno osservato con simpatia «gli altri compagni», i tre comprimari seduti di fronte alle star e alla sinistra del giudice: Heinz Kessler, 72 anni, ex ministro della Difesa, Fritz Streletz, 66 anni, vice di Kessler, Hans Albrecht, 73 anni, ex responsabile regionale del partito. Hanno accentuato i segni d'intesa, ma soprattutto hanno fatto capire di non sentirsi e di non volersi mostrare «accusati». Poi, subito dopo l'ingresso del pubblico - una sessantina di persone che per tutta la notte avevano aspettato nella Turmstrasse - il gesto d'orgoglio di Honecker che resterà come una firma al processo: in piedi, il pugno levato a salutare il giovane commesso libraio che l'aveva acclamato all'arrivo col grido dell'antifascismo, «Fronte rosso». Nessuna particolare emozione, invece, davanti ai parenti di tre vittime, i soli venuti «per ve- dere in tribunale i capi di una dittatura» come riassume per tutti Karin Gueoffrey, la madre di Kris, l'ultimo a morire pochi giorni prima che il Muro cadesse. Nessuna emozione neanche per quel che accade all'esterno, decine di persone che manifestano simpatia per Honecker e i suoi. Ma se fuori non mancano gli episodi grotteschi, le urla, gli inviti a processare Helmut Kohl, dentro è tutto come sospeso: l'avvio di un processo che potrebbe finire dopo la morte del suo principale imputato. Emanuele Novazio L'ex leader della Germania Est

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