Il tagliacarte è di giada l'orologio in avorio e oro di Emanuela Minucci

Il tagliacarte è di giada l'orologio in avorio e oro Da Carrier un «tesoro» in mostra per pochi giorni Il tagliacarte è di giada l'orologio in avorio e oro I tesori di Cartier in 250 pagine. Un volume prezioso per raccontare un secolo e mezzo di storia della Maison francese. «L'oggetto Cartier» di Franco Cologni ed Ettore Mocchetti (edizioni Giorgio Mondadori, 130 mila lire) è stato presentato ieri al pubblico nella gioielleria di via Roma 330. Per l'occasione, la boutique ha allestito una singolare mostra di creazioni «culto»: oggetti storici e più recenti «must» che hanno contribuito, decennio dopo decennio, a creare il fenomeno Cartier. L'esposizione durerà fino a sabato 14 novembre. Si tratta di pezzi da museo che non saranno in vendita. Fra le creazioni più rare (e ammirate) spiccano un orologio da viaggio datato 1912 (in avorio e oro con quadrante in smalto opalescente e lancette di diamanti) e mi tagliacarte del 1929 di giada bianca incisa, impreziosito da cinque rubini «cabochon» incastonati in oro giallo. Oggetti d'uso quotidiano, talvolta così preziosi da trasformarsi in gioielli e spesso così sobri ed essenziali da diventare opera d'arte: «Dai fasti del Secondo Impero, attraverso la stagione trionfale dell'Art Déco e fino al successo dei must spiegano gli autori de "L'Oggetto Cartier" - la casa francese ha lasciato l'impronta inconfondibile del gioielliere nei piccoli, preziosi oggetti della vita d'ogni giorno». Cologni e Mocchetti sono riu- sciti (raccogliendo inediti documenti d'archivio) a dischiudere le porte di un intero universo d'oggetti belli e funzionali: con il piglio degli storici hanno trasformato 150 anni di storia in un'avventura. Il volume è diviso in quattro parti e spazia dalle prime collezioni a quelle contemporanee, passando attraverso le importanti tappe della produzione classica e moderna. Fra i capitoli più interessanti spicca quello dedicato alle creazioni moderne (19281968). Una cinquantina di pagine per scoprire nuovi aspetti del genio creativo e imprendi- toriale di Cartier. Fiutando la crisi del 1929, infatti, il grande Louis intuì fosse il momento giusto per presentare una collezione di oggetti dal costo meno proibitivo: nacque così la linea «S», piccoli oggetti da regalo ai margini della gioielleria. Accanto alle sontuose parures (ormai appannaggio esclusivo della duchessa di Windsor e pochi altri) compaiono così eleganti portacipria, borsette da sera e, più tardi, la famosissima fede a tre ori. Comincia la rivoluzione dei «must». Emanuela Minucci La famosa spilla del ghepardo di Cartier in platino con smeraldi negli occhi