Affonda yacht, giallo a Napoli

Affonda yacht, giallo a Napoli Era a quaranta miglia dalla costa, la Finanza salva tre naufraghi Affonda yacht, giallo a Napoli y, gp" : — —, ——tj-—rr? ,. Tsuperstiti, americaHi, hanno denunciato i tre uomini dell'equipaggio «Ci.hanno sabotato, pgi sono fuggiti con una barca chiamata via radio» li NAPOLI. E' un «giallo» quello che si è consumato nelle acque al largo di Capo Palinuro, in provincia di Salerno. Il salvataggio di tre naufraghi e il recupero di un costosissimo panfilo, molto probabilmente potrebbero portare alla scoperta di un intrigo internazionale che ha per protagonista un'organizzazione di trafficanti di armi o di droga. Per ora gli investigatori sono in possesso solo della versione fornita dai tre uomini recuperati in mare: un racconto che ha dell'incredibile, e che la Guardia di Finanza sta verificando. Il mistero ha inizio sabato scorso quando alla Guardia di Finanza di Salerno viene segnalata la presenza di tre persone a bordo di un canotto legato con una fune ad imo yacht semiaffondato, a 40 miglia dalle coste di Capo Palinuro. Una motovedetta, la «Zara», salpa immediatamente dal porto e dopo poche ore avvista i naufraghi. L'operazione di salvataggio è semplice perché il mare è calmo e il cielo sereno. Ma la storia si complica quando i tre vengono interroga¬ ti. Il primo sostiene di chiamarsi Paul Ebeling e di essere il presidente di una società cinematografica americana, la «Polaris Picture Corporation». Anche gli altri due forniscono le loro generalità: Rex De George, avvocato di fiducia del manager, e Gabriel Falco. Sono nomi veri? Anche su questo i finanzieri hanno dubbi. Ma ecco il racconto dei naufraghi. Ebeling sostiene di avere acquistato il panfilo, «Prince of Pictor», lungo 23 metri e costruito in un cantiere di Viareggio, tre mesi fa. «L'ho pagato tre milioni e mezzo di dollari - continua il presidente della 'Polaris' - Sabato scorso siamo partiti da Napoli dopo aver assunto tre uomini di equipaggio: due libanesi e un russo». - Ebeling dice che lui e i suoi amici erano diretti in Grecia per una crociera: «Volevamo trascorrere una vacanza nelle isole dell'Egeo, invece abbiamo rischiato la vita». A questo punto la versione dei fatti fornita dai naufraghi si tinge di giallo e si fa piena di parti- li colari che gli investigatori ritengono poco attendibili. «Stavamo per doppiare il Capo Palinuro hanno detto i tre americani quando i marinai ci hanno aggredito. Cogliendoci di sorpresa, ci sono saltati addosso, immobilizzandoci. Ci hanno costretti a salire su un canotto di salvataggio legato allo yacht». I due libanesi e il russo, secondo il racconto, dei naufraghi, avrebbero chiamato via radio un altro panfilo sul quale sarebbero poi saliti portando con loro un misterioso carico del quale neanche i crocieristi sapevano l'esistenza. Quelle casse, sostengono gli americani, erano state infatti nascoste all'imbarco a bordo del «Prince of Pictor». Fin qui la storia che, naturalmente, non ha convinto per nulla la Finanza. Gli investigatori non escludono, infajtti, che i tre uomini tratti in sdivo siano trafficanti di armi io droga, vittime forse di un incidente in mare o di un tranello tesio loro durante il trasferimento del carico. 1 Fulvio Mitone

Persone citate: De George, Fulvio Mitone, Gabriel Falco, Paul Ebeling

Luoghi citati: Grecia, Napoli, Salerno, Viareggio