Enti pubblici: i bilanci sono poco trasparenti di Fra. Gri.
Enti pubblici: i bilanci sono poco trasparenti Sui giornali i rendiconti sono incomprensibili Enti pubblici: i bilanci sono poco trasparenti ROMA. La pubblica amministrazione ha accumulato un ritardo pauroso sul fronte della trasparenza dei propri bilanci. Compaiono sui giornali, ogni tanto, certi prospetti. Ma sono praticamente incomprensiibili. E saltuari. Ieri un convegno del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro ha messo a fuoco il problema con la partecipazione di amministratori, studiosi, rappresentanti degli editori. Da parte dei «tecnici» dello Stato, un lungo atto di accusa contro chi di fatto non rende trasparente la propria amministrazione. «Particolare cura richiede la comunicazione pubblica degli enti locali», esorta il garante per l'editoria Giuseppe Santaniello. «Abbiamo un quadro annuale di grande elusione», secondo Stefano Rolando, direttore generale per l'informazione presso la presidenza del Consiglio. Sotto accusa è la legge che dispone la pubblicazione dei bi¬ lanci sulla stampa. Una legge del 1987, largamente disattesa. E' stato calcolato - dal centro studi del Sole 24 Ore - che sono 1500 gli enti pubblici che dovrebbero rendere comprensibùì a tutti i loro bilanci. Regioni, Province, Comuni, consorzi, aziende municipalizate, Usi. Di fatto, rimane fìtto il mistero sui soldi, su come vengono spesi, da chi e perché. Nel 1991, soltanto il 60 per cento degli enti ha fatto pubblicare il bilancio. Non solo. Dice un addetto ai lavori, lo specialista in certificazione di bilanci d'azienda Gaetano Aita: «Sono rendiconti del tutto incomprensibili ai non addetti ai lavori». Conclusioni amare di Armando Sarti, presidente della commissione «autonomie locali» del Cnel: «Si può continuare nella pubblicazione sui giornali di schemi di bilancio che nemmeno il più esperto collega dell'altro ente è in grado di giudicare?». [fra. gri.]
Persone citate: Armando Sarti, Gaetano Aita, Giuseppe Santaniello, Stefano Rolando
Luoghi citati: Roma
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