Via alla Norimberga rossa di F. P.

Via alla Norimberga rossa Via alla Norimberga rossa «Honecker avrà giustizia, non vendetta» BONN NOSTRO SERVIZIO Il processo più spettacolare del dopoguerra tedesco, dopo Norimberga, inizia, oggi nella sala numero 700 dei palazzo di giustizia di Berlino-Moabit. Gli imputati sono sei, tutti illustri rappresentanti della nomenklatura di uno Stato che non esiste più, la Repubblica democratica tedesca. Primo fra tutti l'ex capo dello Stato, Erich Honecker, oggi ottantenne, malato di un tumore al fegato all'ultimo stadio, accompagnato da un elenco di vegliardi. Erich Mielke, ex capo della Stasi, 84 anni, Willi Stoph, ex primo ministro della Ddr, 78 anni gravemente malato di cuore e poi l'ex ministro della difesa, Heinz Kessler, 72 anni, il suo vice Fritz Stfelètz, 66 e Hans Albrecht, capo del partito comunista Sed nel distretto di Suhl. Diciassette avvocati difensori saranno impegnati a partire da domani per i prossimi due anni. Un maxi-processo estremamente in bilico, sia per le labili fondamenta giuridiche, sia per la precaria salute dei principali imputati. L'accusa è quella di omicidio di 13 giovani uccisi dalle guardie di frontiera della Ddr. Abbiamo chiesto a Wolfgang Thierse, vice-presidente del partito socialdemocratico e uomo politico di maggior rilievo dell'Est tedesco un'analisi sul processo più controverso della Germania unita. Herr Thierse, come giudica questa iniziativa della giustizia tedesca? «Ho dei sentimenti molto divisi al riguardo e cercherò di spiegare perché. Penso che sia un processo necessario per l'affermazione dello Stato di diritto. Ci sono già stati dei ^foc^ssi contro le guardie di frontiera che barino materialmente ùnpùgnato il fucile, a questo plinto 'pon si. possono lasciare impuniti coloro che erano i responsabili dello Stato. Soprattutto all'Est questo non farebbe che accentuare la delusione della gente: i pesci piccoli'li prendono mentre quelli grandi li lasciano scappare». In base al Trattato di unificazione tra le due Germanie, Honecker ha il diritto di essere giudicato secondo la legge della Ddr. Non è un paradosso giuridico cercare di condannarlo in base alle sue stesse leggi? «Certamente sarà un processo molto difficile. Ma il diritto della Ddr non è soltanto il diritto rigidamente comunista entrato in vigore negli Anni 70 e 80, tra cui la direttiva del 1974, che hanno firmato i sei imputati, nella quale si invita le guardie di frontiera a fare uso delle armi per bloccare i fuggitivi. La Ddr nella sua costituzione prevedeva anche i diritti dell'uomo ■ e non dobbiamo dimenticarci che è stato uno degli Stati firmatari dell'Atto di Helsinki, ' Il processo durerà due anni. A Erich Honecker i medici hanno dato dai 6 ai diciotto mesi di vita. Helmut Simon, ex giudice della Corte costituzionale e notissimo giuri¬ sta in Germania ha detto che è «inammissibile iniziare un processo quando si sa fin dall'inizio che si concluderà con la morte dell'accusato e non con una sentenza». Cosa ne pensano gli ex sudditi di Honecker? «Questo è uno dei punti che più mi lasciano perplesso. Sarà inevitabilmente un processo spettacolo, un giostrare di mass media. Ho paura che potrebbe fare l'effetto opposto. La gente dirà è un processo contro un uomo vecchio, malato, morente e la pietà può fare dimenticare le sue responsabilità. Nella ex Ddr credo che la gente sia molto divisa, c'è chi dice "ma lasciate in pace un povero vecchio", soprattutto tra coloro che prima erano nel partito comunista». Giuridicamente il processo di Berlino sarà un processo penale, molti però lo giudicano un processo politico. «Non sono d'accordo. Chi vuole vedere un processo politico non ha che da sfogliare i dossier dei processi condotti nella Ddr negli Anni 50 e 60. Sono dell'opinione che dovrà essere un processo assolutamente equo, condotto secondo tutti i crismi dello Stato di diritto. In questo deve essere un insegnamento per i tedeschi dell'Est, anche se molti ne saranno delusi perché non corrisponderà alla loro idea di vendetta», [f. p.]