Cossiga: massoneria, no al maccartismo

Cossiga: massoneria, no al maccartismo LETTERE «Caro Professore, in Italia può essere pericoloso confessare l'appartenenza a una loggia» Cossiga: massoneria, no al maccartismo «Che vergognose persecuzioni» L1X PRESIDENTE SCRIVE BOBBIO RISPONDE CARO Professore ed amico, ho letto con grande interesse (come sempre leggo con grande interesse quello che Lei scrive), ma anche, non Glielo nascondo, con non poche preoccupazioni il Suo articolo «Il mistero della massoneria» pubblicato su «La Stampa» dell'8 novembre. Io non ho né la cultura né l'autorità morale che Le vengono giustamente riconosciute, ma spero che ciò non Le impedirà di leggere questa mia come lo sfogo amaro di un amico devoto. Come Lei sa, io non sono massone; sono cattolico (ahimè, cattolico peccatore, ma con tanti santi in giro, quasi penso che sarebbe superfluo se lo fossi anch'io); ho militato a lungo nell'Azione Cattolica, dapprima nella gioventù cattolica e poi nella Fuci (ne sono uscito al momento della mia elezione a deputato, perché non amavo, come non amo, mischiare l'apostolato alle dipendenze delle gerarchie ecclesiastiche e la militanza politica; per essere più libero e per non compromettere mai la Chiesa nelle mie attività temporali); faccio parte di quella categoria di cattolici che, con espressione solo italiana, vengono denominati praticanti; Le ripeto, i santi sono però cosa diversa. Mi vergogno per me e per il mio Paese di dover porre queste premesse; ma quando a me, allora Presidente della Repubblica, un Vescovo (non il mio Vescovo, che ne avrebbe avuto diritto nei confronti di Francesco Cossiga, persona privata) domandò per iscritto se io fossi oppure no massone, mi rifiutai per iscritto di rispondergli, perché se avessi risposto sì, avrei menU^^sewayessirisposJp no, avrei*m fondcTgiuclicato io, il Capo di uno Stato laico, accusa da cui difendersi-il-vedersi attribuita la qualifica di massone. Non sono massone; se mi vagheggiasse diventarlo, ne sarei impedito da una ancor valida proibizione ecclesiastica, da un ordine della Chiesa cioè, cui io, attenendo esso alla fede e ai costumi, devo portare e porto piena e integrale obbedienza; se la Chiesa togliesse questo divieto, ed io mi auguro che un giorno, anche per mutamento sostanziale nella massoneria, lo possa togliere, a favore come sono della più ampia libertà dei credenti purché non in contrasto con Verità, non aderirei lo stesso alla massoneria, poiché non la comprendo e sono caratterialmente estraneo a un certo tipo di associazione e dottrina; ho avuto un antenato fucilato a Chambéry perché aderente alla Giovine Italia, ma io non avrei fatto parte - se fossi vissuto in quei tempi - né di questa, né della carboneria, proprio per questa avversione caratteriale. Non sono massone, ma ho avuto nella mia famiglia radicale e repubblicana, democratica e interventista e poi autonomista e antifascista, molti massoni, anche «venerabili» e 33: mio nonno, alcuni miei zii e molti altri della famiglia e amici di famiglia; da ragazzo sono stato educato nella religione cattolica, in parrocchia, non nell'oratorio o in sagrestia, da giovane ho confermato la mia libera scelta per la Chiesa. Nella mia famiglia e tra gli amici della mia famiglia ho respirato sempre, soprattutto durante il fascismo, aria di libertà e di tolleranza e ho avuto sempre in odio l'intolleranza e il clericalismo, sia esso religioso o laico, di cui sono intrisi la cultura del sospetto e l'odio per il diverso e per il particolare. Lei può certamente, caro Professore, dissentire dallo spirito e dal rituale della massoneria; ma non può certo Lei, laico, chiedersi il perché del ritualismo e dell'esoterismo di cui è impregnata tutta la cultura dei lumi che è l'origine prossima della massoneria e non può scandalizzarsi per certe forme di riservatezza che sempre l'hanno contraddistinta e che la contraddistinguono. Lei afferma che viviamo in una società democratica e aperta, in cui regna la libertà di associazione., per cui vi sarebbe l'obbligo di raccontare in giro cosa si è e cosa non si è; ma ne è poi certo, caro Professore? Ma la caccia alle streghe che è stata scatenata dopo lo scioglimento della P2 e di cui sono stati vittime tanti galantuomini tra cui un Rettore della Sua Università che io non potei nominare ministro perché in fama di massoneria, quando ebbi l'incarico di formare il governo, Le è sem¬ brata e Le sembra una cosa civile, da Stato di diritto, da Stato costituzionale e da Paese, quale noi non siamo, di cultura lùberal-democratica? Ma Lei sa che un pubblico magistrato si è visto rifiutare il conferimento delle funzioni superiori perché ha creduto ingenuamente («onesto e sincero» in un Paese dove sia radicata la cultura e il diritto di libertà, «ingenuo» in un Paese dominato da un pasticcio ideologico paracomunista e pseudo cattolico!) di dichiarare di essere massone? Ma è al corrente della vergognosa persecuzione a base di decine di intercettazioni telefoniche, fatte poi rimuovere da un onesto procuratore della Repubblica, contro professori universitari e professionisti della città di Bologna, tra cui l'attuale Rettore di quella Università, Roversi Monaco, della cui amicizia mi sono sempre onorato e tuttora mi onoro, persecuzioni vergognose a cui posero fine giudici onesti e coraggiosi, poi infangati con accuse da parte di un magistrato «progressivo», ette venne poi, per esse, condannato dai giudici del nostro Paese per diffamazione (naturalmente il giudice continua a fare il magistrato e anzi per alcuni ambienti è un «eroe democratico»)? Ma Lei sa, caro Professore, che in dispregio della libertà di coscienza e di associazione, il Consiglio comunale di Prato, senza che alcuno reagisse, ha approvato una mozione che obbliga i consiglieri comunali a dichiarare se siano membri della massoneria e... dell'Opus Dei? E taccio sulla frenetica attività della Super Procura di Palmi, autocreatasi Direzione Nazionale Anti-Massoneria, «alla faccia» dello Stato di diritto, dei princìpi del giudice naturale e dei princìpi che dovrebbero essere alla base dell'azione del pm in un Paese, specie come il nostro, dove già un avviso di garanzia suona condanna per chi, disgraziatamente, ne venga colpito. Non debbo ricordare a Lei per quanto tempo i laici del nostro Paese, coloro che fecero l'Italia unita, dopo che i liberali furono estromessi dalla nostra storia civile, considerarono e consacrarono la massoneria come la religione laica del Risorgimento e dell'Unità nazioI naie, e non debbo insegnare a Lei quanto, dal secolo dei lumi in poi, nella cultura e nella politica, da De Maistre a Zanardelli furono, da opposte sponde, celebrati come sommi nell'intelletto e nella moralità. Da cattolico dovrei gioire, ricordando come nello Stato laico e liberale non fosse colpa esser massoni, ma fosse invece titolo di merito e di avanzamento l'esserlo. Ma io non gioisco di questo, continuo a pensare che tanti bravi cittadini, anche se massoni, avrebbero tutto il diritto di essere lasciati in pace... In questo Paese, per effetto di una scarsa cultura dello Stato costituzionale e di diritto, di una debole cultura della sovranità dei diritti dell'uomo e dei cittadini (a quando obbligare i consiglieri comunali a dichiarare se sono adulteri od omosessuali?), in nome della «democrazia» si crede di poter offendere la libertà in modo inconcepibile in qualunque dei Paesi con i quali noi confiniamo; è questo il frutto amarissimo della perdurante egemonia di pseudo culture totalizzanti e illiberali, di culture clericali, laiche o cattoliche non mi interessa, che hanno governato e ancora governano il nostro Paese, nel quale, penso, tra poco gli stranieri verranno a ricercare i frammenti istituzionali (tre giornali di Stato!) e ideologici (il «complottismo» di memoria leninista e la «presunzione morale di colpevolezza» di stampo clericale) del nostro socialismo reale casereccio, uno dei filoni più importanti di «tangentopoli» e dei poco chiari traffici con l'Europa comunista. Da un punto di vista religioso sono cattolico della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, obbediente ad essa a qualunque costo nel campo detta fede e \ detta morale, di quanto occorre \ per la salvezza eterna; ideologicamente sono un cattolico liberale (per qualcuno, anche per persone che stimo, ma io non lo credo, «reazionario» come il Manzoni, e mi si permetta l'ardita analogia!); sul piano della «ideologia pratica» sono un cristiano-democratico, che in Italia è stato democristiano, che probabilmente in Inghilterra sarebbe laborista o liberal-democratico e che in America sarebbe certamente democratico, ma sono sempre un garantista impenitente, ho in odio la cultura del sospetto e della prepotenza, specie quando abusa del nome di democrazia. Mi duole dirLe, carissimo Professore! e, se mi consente, carissimo amico, che nell'Italia del «complottismo», della «giustizia sostanziale», dell'intolleranza ideologica e «teologica», Lei, scrivendo con la Sua altissima autorità morale e culturale le cose che ha scritto, rischia di essere considerato ispiratore e testimone del «maccartismo casereccio» che sembra tornato di moda: non è certo questo che Lei voleva. Con ammirazione ed amicizia. Suo devotissimo ed affezionatissimo «Odio la cultura del sospetto che abusa della democrazia» A sinistra, l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga Qui accanto, Norberto Bobbio

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