Omicidio colposo, processo a medico

Omicidio colposo, processo a medico I genitori della giornalista Mongelli si costituiscono parte civile Omicidio colposo, processo a medico E un primario rischia la falsa testimonianza «Il 4 gennaio sono stata operata al Sant'Anna per carcinoma al seno: mastectomia radicale». Cominciava così la denuncia di Giuliana Mongelli, giornalista della Cronaca de La Stampa, morta di cancro il 22 agosto 1990. Una denuncia per lesioni colpose, poi diventata, dopo la sua morte, un'accusa di omicidio colposo nei confronti di un medico. Ieri si è iniziato in pretura il processo a carico di Roberto Garberoglio, medico dell'ospedale Mauriziano (difeso dagli avvocati Obert e Forno), che respinge ogni accusa. I genitori della giornalista si sono costituiti parte civile con gli avvocati Mazzola e Merlone. Secondo il pubblico ministero Giorgio Vitari, il medico avrebbe omesso di prescrivere alla paziente un accertamento mammografico, dal momento che Giuliana Mongelli era una paziente «a rischio», in quanto già affetta dal morbo di Hodgkin e già sottoposta a massicce terapie radianti. Inoltre il medico, dopo aver fatto un primo prelievo con agoaspirato (dal quale risultava «materiale molto scarso», quindi inidoneo a formulare una qualsivoglia diagnosi), non avrebbe avvisato la paziente della necessità di ripetere l'esame. Ma l'avrebbe rassicurata, subito dopo l'esame, dicendole che non era stata rilevata alcuna cellula anomala. La paziente si era tranquillizzata: lo ha confermato il primo testimone chiamato ieri a deporre, Marcella Siccardi, operata di cancro al seno 5 anni fa. Giuliana Mongelli l'aveva intervistata e aveva scritto un articolo sul giornale in occasione del processo che la Siccardi aveva intentato contro il medico responsabile del suo stato di salute. Le due donne erano diventate amiche, e si erano sentite nel febbraio 1989, quando la giornalista le aveva telefonato l'esito dell'esame per il nodulo al seno. «Mi ha raccontato che era andato bene ha spiegato al pretore Elisabetta Barbero -. "Non ho niente", diceva, ed era tranquilla». Secondo testimone, Emilio Giovanelli, primario di Ematologia al Mauriziano. Accompagnò personalmente Giuliana Mongelli dal dottor Garberoglio, ma ha sostenuto ieri mattina di non aver «saputo dell'esito dell'esame». Ma nel corso del dibattimento è stato esaminato un documento che proverebbe il contrario: la cartella ambulatoriale della Mongelli da cui risulta che Giovanelli riportò in data 14 febbraio l'esito («negativo») dell'esame. Il pm ha chiesto che copia della deposizione di Giovanelli sia trasmessa alla Procura per valutare un'ipotesi di falsa testimonianza. Il processo prosegue lunedì. Brunella Giovara