Verdiglione, l'Armando furioso di Enzo ForcellaFerdinando Camon

Verdiglione, l'Armando furioso Lo psicoanalista-imprenditore al contrattacco, accusa scrittori e intellettuali Verdiglione, l'Armando furioso «Capro espiatorio di Tangentopoli martire di una congiura antisemita» w-T| ROMA IL! CCOLO l'Armando furio|M so che denuncia «sette 1 i anni di sciacallaggio, di torture, di calunnie, di delazioni, di pettegolezzi, di linciaggio». Seduto nella hall di un albergo di Piazza Montecitorio a pochi passi dal Palazzo per antonomasia, Armando Verdiglione spara a zero su chi in questi anni lo ha descritto come un guru dall'eloquio oscuro e inafferrabile, un ciarlatano, un plagiatore, un astuto impresario di se stesso, un furbacchione capace di metter su dal niente un gigantesco carrozzone cultural-editoriale. Sono loro, a parere del padrepadrone di «Spirali», i «congiurati» all'origine di tutte le sue traversie giudiziarie. Sono loro i suggeritori occulti del «complotto» tramato per portare Verdiglione alla sbarra, sotto l'accusa di aver spillato quattrini a sprovveduti dalle tasche piene di denari ma di mente fragile e vulnerabile. Il tribunale, ora che il principale imputato ha acconsentito di sborsare la cifra stabilita nel patteggiamento con gli avversari, pochi giorni fa ha chiuso l'affaire Verdiglione. E il guru dall'eloquio oscuro lancia l'accusa finale ai presunti persecutori: «Sono stato il capro espiatorio per una città come Milano che attraverso la mia persona voleva coprire Tangentopoli». Occasione dello sfogo verdiglionesco è la presentazione romana del suo ultimo j'accuse, un libro di prossima pubblicazione da Spirali con un titolo eloquente: La congiura degli idioti. Dopo sette anni di vicissitudini, è lo squillo di tromba con cui parte il contrattacco dello psicoanalistaimprenditore. E se gli si chiede di tradurre le misteriose allusioni del libro in un elenco di persone coinvolte nella «congiura» ordita ai suoi danni, ecco Verdiglione uscire dalle nebbie della sua proverbiale «oscurità». «Vuole i nomi dei congiurati? Eccoli», risponde, «sono Ferdinando Camon, Cesare Musatti, Enzo Forcella, Luigi Cancrini, Gianni Vat¬ timo, Beniamino Placido. Sono loro che hanno invitato gli inquisitori a render chiara con le cattive la mia presunta "oscurità", sono loro che hanno sfoderato l'atroce teoria secondo cui il mio pensiero avrebbe prodotto "malessere". E' stata la riscoperta del pensiero malefico, l'inizio della mia demonizzazione, la punta di diamante di un'offensiva razzista contro di me». Razzista? Verdiglione, non le pare di esagerare? «Non deve dimenticare che sono ebreo e neanche che la mia casa editrice ha fatto circolare nomi come quelli di Bernard-Henry Lévy, di Elie Wiesel, di Marek Halter. Tutti ebrei, le dice niente?». Martire di una congiura antisemita, ecco come si sente Verdiglione. Il quale non esita a smascherare le forze occulte che avrebbero orchestrato il complotto. Prima di tutto le «confraternite psicoanalitiche rivali» che avrebbero visto in Verdiglione un pericoloso concorrente. Poi la cultura comunista che negli Anni 70 aveva individuato nel protagonista di una casa editrice che pubblicava le opere dei dissidenti dell'Est un ostacolo fastidioso alla sua dittatura ideologica. Verdiglione, lei accennava anche a Tangentopoli. «Non è certo un caso che molti grossi nomi della medicina operanti a Milano e in Lombardia ora coinvolti in Tangentopoli furono tra quelli che rimasero in silenzio o parteciparono attivamente alla persecuzione nei miei confronti», risponde Verdiglione. Nomi? «Questi non li faccio, mi limito ad accennare ad alcune istituzioni: il Niguarda di Milano e l'ospedale di Pavia». Chiediamo all'Arman- do furioso perché mai i cattivi di Tangentopoli avrebbero avuto interesse a parseguitarlo. Risposta: «Dico soltanto che nell'89 c'ero solo io ad occupare le stanze del Grand Hotel San Vittore. Adesso quel luogo è frequentato da tutt'altre persone». Ma un tempo non si diceva forse che lei fosse vicino al psi? «Falso. Nell'85, quando ha avuto inizio ufficialmente la persecuzione, chi a Milano era vicino al psi aveva la vita più facile della mia», replica Verdiglione. Ebreo, meridionale («se mi fossi chiamato Brambilla o Cazzaniga non mi sarebbe accaduto nulla»), dissidente: ecco l'autoritratto che la «vittima» Verdiglione dà di se stesso. Ma cosa replicano alcuni dei «congiurati)) indicati in quest'intervista? «Intanto mi onoro di aver fatto parte di una congiura che presenta nomi così eccellenti», è il primo, sardonico commento di Enzo Forcella, «e poi non mi stupisce che in un Paese in cui anche i mafiosi dicono di essere vittime di un complotto, Verdiglione tiri fuori questa ridicola tesi della congiura». Ma Forcella, non è forse troppo mandare in galera uno psicoanalista come Verdiglione? Secca la risposta: «Non esiste un parametro oggettivo nel campo della psicoterapia: talvolta qualcuno può guarire grazie all'aiutò di uno stregone. Ma esistono criteri sicuri in campo giudiziario: chi spilla soldi a un incapace commette un reato. Punto e basta». Non dissimile la risposta di Ferdinando Camon, altro «congiurato» eccellente: «Uno psicoanalista che usa il proprio potere sul paziente per estorcergli denaro grida vendetta. Il rapporto tra psicoanalista e paziente è quello tra un potente e un debole che cerca di ricostruire se stesso e di recuperare la propria identità attraverso la personalità di chi lo cura. E che fa costui? Ne approfitta per aprirgli il portafogli. Che vergogna». Camon regala anche un aneddoto dei suoi tempestosi rapporti con Verdiglione: «Durante un convegno padovano nel 1982, Verdiglione mi prese a braccetto e mi disse: "Ho appena scritto la Peste, dove ci sono due pagine che ti distruggono". Ho letto e riletto quel libro, ma ancora non sono riuscito a capire dove stanno quelle due benedette pagine. Colgo l'occasione per chiedere pubblicamente à Verdiglione di indicarmele. Anche se mi considera il capo di una congiura». Pierluigi Battista Camon: voleva distruggermi ma non si è fatto capire Enzo Forcella: è reato spillare soldi agli incapaci Armando Verdiglione. Nel nuovo libro, «La congiura degli idioti», lo psicoanalista denuncia «sette anni di sciacallaggio, torture, calunnie» Cesare Musatti e (a sinistra nella foto piccola) Enzo Forcella Ferdinando Camon «congiurato» eccellente

Luoghi citati: Lombardia, Milano, Roma, Tangentopoli