CON GIULIANO AMATO C'E' GUAITO A MILANO di Stefano Bartezzaghi
CON GIULIANO AMATO C'E' GUAITO A MILANO LA POSTA IN GIOCO CON GIULIANO AMATO C'E' GUAITO A MILANO ANAGRAMMI qua e anagrammi là, forever. Carmelo Fjlocamo (Locri Re) mi manda alcuni anagrammi di nomi-e-cognomi. Per esempio: Riccardo Misasi = ricama discorsi. Per esempio: Giuliano Amato = guaito a Milano / malo inguaiato. Liana De Luca (Torino) mi manda una serie di anagrammi su Mario Soldati = La Storia domi I ola moda stiri. / Domi l'ostaria. I Sidro mai alto, I mosti o araldi I d'isola romita. ISomari lodati I odorati salmi I salami di toro I soliti d'aroma... Paolo Fai (Solarino Sr) mi manda alcuni anagrammi su Antonio Di Pietro. Esempio: e partiti non odio. Figurarsi cosa capiterebbe se il magistrato li odiasse, i partiti. Figurarsi cosa capiterebbe se noi (io e voi) non amassimo gli anagrammi di nomi-e-cognomi: proprio non vo¬ lete spostarvi su altri tipi di anagrammi? L'onomanzia, o anagramma su un nome-e-cognome, ha la gran bontà dei cavallieri antiqui: sa lusingare o calunniare i nomi anagrammati con pari schiettezza. Sempre Filocamo ha tratto, sempre da Giuliano Amato, l'altro anagramma: o Italia, un mago! Arpe, violini e cori bianchi, azzittiti dall'assai brutale: un io già malato. Sono questi i meriti che mi fanno temere di non potermi liberare dall'onomanzia, in perpetuo. Ma ci tengo a dire che l'anagramma non è solo onomanzia, gioco sui nomi-e-cognomi. Quando lo stesso Filocamo trova Telemaco = c'è Amleto siamo sempre nei pressi dell'onomanzia, ma la combinatoria è ridotta (e si corrono ancor più rischi di trovare anagrammi non inediti), e la combinazione mi pare splendida. Due miti letterari a confronto, due figli lieve¬ mente imbranati e spiazzati dall'Assenza del Padre, chissà quanti saggi si possono scrivere, quanti sono stati già scritti, sul rapporto fra Telemaco e Amleto. Sono tanto contento da voler ritoccare il buon lavoro di Filocamo: Telemaco = Amleto &• C. \ e magari aggiungerci è Camelot. Non che re Artù sia così pertinente, ma fa sempre piacere tirare in ballo i cavallieri antiqui. Per rinnovare i nostri anagrammi avevamo provato a partire da nomi-e-cognomi per arrivare a singole parole (o parole articolate). Filocamo va avanti anche su questa strada, traendo dal nome della giornalista Renafa Pisu il lusinghiero: insuperata e dal nome dello scrittore Gore Vidal un inatteso gradevoli (o, in più parole, le drogavi, o vile droga). Un'altra giornalista, Irene Bignardi, ha segnalato l'anagramma che lega il cognome del grande regista francese Marcel Carnè all'écran, che proprio in francese è lo schermo del cinema. Poi c'è l'anagramma diviso: l'esempio di insuperabile perfezione è quello che fa trovare, agitati assieme, sogno e realtà nell'ergastolano. Per Filocamo nei bevitori troviamo la causa prima e l'effetto ultimo del bere: vite e brio. A me piacciono anche questi anagrammi. Certo quelle che abbiamo chiamato onomanzie hanno il fascino di inseguire un destino. Certo io stesso mi sono abbastanza compiaciuto quando ho trovato nello scrittore Erri De Luca l'ira crudele (ci si compiace, dei propri anagrammi: oh gran vanità dei cavallier moderni). Oltre all'ira crudele, però, i romanzi di Erri De Luca fortunatamente contengono dell'altro. Il più recente si intitola Aceto, Arcobaleno (Feltrinelli), e c'è un personaggio che fa dell'enigmistica e dei giochi di parole. Un suo esempio stravagante è questo: e domandavi esca (Anagramma a frase: 2, 2,4, 2,4). Soluzione: me ne vado di casa. Si può svariare sul tema: «domanda: - esce via?». Ma sì, se ne va di casa: se l'«ésca» è una lusinga che intrappola, «ésca!» è un imperativo. L'anagramma è anche questo: è anche la trasformazione di frasi occasionali, più o meno «fatte», come ben sa la signora Ginetta Tocalli (Orbassano, To) che ogni tanto mi manda delle bellissime epistole anagrammate, e con bendazziano calembour dice: «non sono capolavori, ma lavori di capo». Mentre chiudo questo articolo mi arriva una nuova lettera di Ginetta Tocalli, assieme a molte altre lettere sull'anagramma. Mi sa che ne riparleremo presto. Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa-Tuttolibri, via Marenco 32, 10126 Torino. Stefano Bartezzaghi 4&
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