ADDIO CONIGLIO

ADDIO CONIGLIO ADDIO CONIGLIO 77 quarto atto della saga di Updike Un infarto negli Usa rovinati da Reagan QUARTO romanzo imperniato sul personaggio di Harry Angstrom detto Coniglio, Riposa Coniglio sembra proprio voler essere l'ultimo della saga; alla fine infatti il protagonista è vittima di un infarto devastante, rimetterlo in piedi dopo il quale sarebbe per John Updike ancora più difficile di quanto lo fu per Sir Arthur Conan Doyle resuscitare Sherlock Holmes precipitato nelle cascate di Reichenach. Ed è una fine prematura, Coniglio non ha infatti che cinquantasei anni. Precocemente messosi a riposo, ha ecceduto, è vero, nei vizi alimentari di tanti americani, riempiendosi le arterie di un colesterolo che continua ad alimentare con patatine fritte, noccioline e altre porcherie. A molti coetanei di Coniglio la vita può offrire ancora parecchio; d'altro canto, sembra che la sottile, ironica malinconia, il senso di essere arrivato alla frutta che permea tutto questo libro, rifletta certe circostanze autobiografiche dell'autore, solo di un anno più vecchio del suo personaggio. Durante la stesura del romanzo Updike ha perso improvvisamente la madre e quindi ha avvertito egli stesso dei sintomi preoccupanti alla regione cardiaca; niente di grave, ci auguriamo, ma tali evidentemente da stimolare le sue fantasie in una direzione poco allegra. Beati comunque gli scrittori, che possono all'occorrenza far morire gli altri al pesto loro. Nel primo episodio, si ricorderà, «Coniglio» Angstrom, classe 1933, giocatóre di pallacanestro e tipografo, aveva ventisei anni, e le vicende della sua fuga dalle responsabilità e dalla soffocante cittadina di Brewer in Pennsylvania avevano come sfondo gli ingenui, ottusi Anni Cinquanta. Il secondo libro, uscito circa dieci anni dopo, copriva gli Anni 60, con le loro proteste e rivoluzioni sessuali. Coniglio veniva piantato dalla moglie in seguito alla freddezza instauratasi fra loro dopo la tragica morte della loro bambina, ma non se la prendeva, e anzi si metteva a vivere scandalosamente con una ragazzetta raccattata per strada e con un piccolo spacciatore negro; era l'occasione per emanciparsi dai pregiudizi in cui era cresciuto. Alla fine comunque la moglie tornava all'ovile e se lo riprendeva. Sfondo del terzo capitolo - «Sei ricco, Coniglio» (1982) - era l'euforia artificiale degli Anni Settanta. Titolare dell'autosalone ereditato dalla moglie, e avendo fatto fortuna vendendo utilitarie giapponesi in tempi di crisi petrolifera, Coniglio affrontava il mediocre benessere di una città di provincia, con il golf, i viaggi ai Caraibi con coppie di amici, e il problema degli investimenti; unica nota stonata, il complessato, ostile figlio Nelson, fallito all'università e ingravidatore di una ragazza che doveva quindi sposare. Nel romanzo conclusivo odierno l'anno è il 1989, e Coniglio, ormai in pensione, trascorre molto tempo con la consorte in Florida, dove possiede un appartamento. La prima sezione della storia contiene una superba descrizione di questo assurdo parcheggio per anziani, le cui dubbie delizie sono interrotte dall'arrivo di Nelson con la moglie Pru e i loro due bambini. E' chiaro che Nelson è nei guai, ma prima che Coniglio possa andare a fondo nella questione un primo infarto lo colpisce durante una gita in barca con la nipotina. Seguono il ritorno a casa, la clinica, un intervento di angioplastica, palliativo per l'operazione di bypass che Coniglio non si sente di affrontare; e la scoperta che Nelson si droga, picchia la moglie, e ha praticamente mandato in malora l'autosalone, che gestisce con un complice terminalmente malato di Aids. Nelson viene mandato in un centro di recupero, si cominciano a pagare i pesanti debiti alienando altre proprietà. Ben presto chi prende le decisioni è Janice, la già sciocca moglie di Coniglio ora ben decisa a diventare indipendente, anche intraprendendo una carriera di venditrice di im¬ mobili. Dal canto suo Coniglio stenta a riaffrontare la realtà. Episodi che gli accadono intorno come la morte di. Thelma, sua amante in un recente passato, ovvero che legge sui giornali o vede in tv, come i continui disastri aerei ed altre calamità sintomatiche di un'America in disfacimento, dopo gli anni di incuria reaganiana - le sue stesse percezioni acuite dall'inattività non fanno che riproporgli immagini di dissoluzione e di morte. Coniglio commette qualche sciocchezza, manca di diplomazia nei rapporti col viscido figlio, si rimpinza di alimenti proibiti con una sorta di disperata voluttà; e dopo un momento di fulgore di cui non ignora il lato comico, quando come vecchia gloria cittadina impersona lo Zio Sam in una parata, avendo avuto un'ennesima lite con i suoi cari, fugge ancora, senza preavviso, verso la Florida, dove l'attacco definitivo lo coglierà mentre gioca un'ultima volta a pallacanestro, con dei ragazzini negri. Brillante nel primo volume, forse un po' troppo schematica e programmatica nel secondo, grazie al terzo e direi in modo particolare a questo quarto e ultimo episodio la saga di Coniglio Angstrom resterà come uno dei monumenti della narrativa americana. Seguendo l'esempio di altri sommi narratori suoi compatrioti, Updike ne ha scelto a protagonista un uomo esternamente abbastanza qualunque, al quale ha poi attribuito sensazioni e intuizioni molto raffinate, che costui non è in grado di formulare, e un occhio penetrante che si posa con precisione iperrealistica sul significativo microcosmo della provincia statunitense, registrandone aspirazioni, sogni e sordidezze con umorismo, acume e vivacità. Coniglio avverte i disagi, ma non è in grado di trovare, e nemmeno di cercare, vie d'uscita, anche se sotto sotto è un saggio che non abbocca agli slogan superficiali. La sua cultura d'altro canto è quella della gente come lui, e non per niente le sue modeste avventure sono suggestivamente contrappuntate da citazioni di canzoni d'epoca, serial televisivi, sapori di cibi orribili, sport tipicamente yankee come il baseball o il prediletto basket, nel cui segno si conclude una esistenza di cui Updike canta la sotterranea problematicità. Masotino d'Amico John Updike Riposa Coniglio trad. Mario Biondi Rizzoli, pp. 508, L. 34.000 Harry Angstrom nel superbo parcheggio per anziani che è la Florida, tra gite in barca, bypass, Aids e varie calamità

Luoghi citati: America, Florida, Pennsylvania, Usa