Comune, gran duello per 10 posti in giunta

Comune, gran duello per 10 posti in giunta Da oggi le trattative su sindaco e assessori Comune, gran duello per 10 posti in giunta Il gran ballo s'è iniziato. E già i segretari di partito nascondono in tasca gli schemi della giunta futura, quella del governissimo. C'è il 4-2-4 di Chiamparino (pds), grande appassionato di calcio, ammiratore del Brasile che fu: Gilmar, Djalma Santos, Nilton Santos, eccetera. Quattro assessori alla de, 2 ai socialisti, 4 al pds, più i tecnici per un totale di 14. E pazienza se nella squadra non c'è un Pelé. Sindaco Marzano, s'intende. Oppure i rapporti si ribaltano, il pds prende solo 2 posti in giunta, ma con Carpanini sulla poltrona più prestigiosa. Anche il socialista Tigani pensa allo stesso modulo, con l'aggiunta del socialdemocratico Baldassarre Fuman, e Marzano al vertice. Francesco Bnmo, de, ha ben altro in mente: se gli assessori «politici» saranno 10, e non è detto, il suo partito rischia di prenderne tre. E sì, perché sul numero uno non c'è dubbio, almeno per lui: sarà Pizzetti. Così il secondo Consiglio comunale del dopo-crisi si consuma senza novità. Si inizia alle 11,30, dopo un lungo dibattito sul razzismo contro gli ebrei chiesto dal liberale Tedeschi. La piccola storia della Sala Rossa riporterà che in questa seduta s'è annunciata la giunta a 4, con un programma ormai definito. Ma è novità da verbale, già anticipata dai giornali. L'unica notizia è la posizione del pli: l'ex vicesindaco Giorgio Re fa capire che il suo partito potrebbe entrare in una giunta istituzionale, che dia a un personaggio di prestigio l'incarico di trovare convergenze e assessori all'interno della Sala Rossa. E' il «governo del presidente», ma Re aggiunge una disponibilità senza pregiudiziali. Appiglio sufficiente per il capogruppo psi Garesio: «C'è uno spiraglio, discutiamo». Il successivo vertice tra i gruppi socialista e liberale è una logica conseguenza degli ammiccamenti in aula. Non produce nulla di conclusivo, se non la decisione di proseguire il confronto. Oggi nuovo summit del governissimo per la firma del programma e l'accorpamento delle deleghe. Il consigliere anziano Novelli ha annunciato che il nuovo Consiglio si terrà il 23 novembre. «Ce la farete?» domandiamo ai segretari. Risposte tra «sì» e «speriamo». Lo scoglio principale, s'è già detto, resta il nome del sindaco. Corrono, in ordine alfabetico, Carpanini (pds), Marzano (psi) e Pizzetti (de). Favoriti gli ultimi due. Chi sono i potenziali assessori? Se la sinistra de avrà il sindaco, gli incarichi andranno alle altre 3 correnti più forti. I nomi: Andrea Galasso (andreottiano), Sergio Deorsola (gruppo Lega), Antonello Angeleri (Terzo Polo). Poi c'è Giuseppe Bracco, che piace anche al pds ma non all'Assistenza. «Senza 4 posti sarebbe un problema» ammette il segretario Bruno, che conosce i difficili equilibri interni al partito. Fuori gli ex scalfariani Vietti e Guazzone (salvo che Deorsola rinunci per dedicarsi al lavoro in banca) e l'isolato Prowisiero. Rischia di restare «in panchina» anche il più accreditato dei giovani: Renato Bressan. A meno che la clausola del ((reciproco gradimento» invocata dal pds non liberi un posto a suo favore. Il pds ragiona su una rosa che comprende tre volti nuovi: Domenico Carpanini (Bilancio), Silvana Appiano (Assistenza), Nemesio Ala (Ambiente). La Appiano è ((intercambiabile» con Angela Migliasso, che potrebbe rinunciare per sostituire Carpanini nel ruolo di capogruppo. Poi 4 vecchie conoscenze: Alfieri, Ardito, Bajardi e Vindigni. Con meno problemi il psi. Marzano (se sarà sindaco) verrà affiancato da Picciotti Lerro (Grandi opere). Poi c'è l'assessore tecnico alla Casa, Giovanni Bonadio (sostituì il socialista Mercurio), il quale però rientra nella quota degli «esterni» non politici. Diverso il discorso se la guida della città toccherà alla de o al pds: gli uomini del garofano pretenderebbero più posti. Di fronte a questo «balletto», a tante voci ed ipotesi, i laici e le opposizioni rimangono scettici. Poggiolini dopo aver risposto con l'ennesimo «no» del pri agli inviti de, psi e pds a far parte della maggioranza, ha lasciato l'aula con una battuta: «Vedrete: tante parole per approdare a nulla». I verdi e i comunisti e indipendenti propongono di mandare la de all'opposizione oppure di preparare le elezioni. Novelli (Rete) e Martinat (msi) chiedono lo scioglimento del Consiglio. La Lega sta a guardare: le elezioni pensa Farassino - sarebbero un gran bel regalo di Natale. Giampiero Paviolo Giuseppe Sangiorgio Ma i liberali rilanciano l'ipotesi di un «governo del presidente» Giuseppe Bracco e Antonello Angeleri (a fianco), assessori democristiani in cerca di riconferma nella giunta del Governissimo Silvana Appiano e Giorgio Ardito pidiessini in corsa per un incarico Silvana Appiano e Giorgio Ardito pidiessini in corsa per un incarico

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