Al centro della bufera c'è il Genoa di Angelo Caroli

Al centro della bufera c'è il Genoa Il tecnico rossoblu Giorgi si è dimesso; panchine calde anche per Boskov, Ranieri e Zoff Al centro della bufera c'è il Genoa Scoglio in lista d'attesa con Sonetti, Fascetti e Ivic GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Tira vento. Ma non apre le porte della sede del Genoa, in via Roma. Sbarrate ai giornalisti. Spinelli è chiuso in un bunker. Giorgi regala gli ultimi scampoli di un'eredità che sa di commozione. A Roma e a Napoli la bufera investe anche Boskov, Zoff e Ranieri. Sonetti, Scoglio e Fascetti, indiziati alla successione di Giorgi, sono compiaciuti dall'interessamento, ma negano contatti con la società. Spunta il nome di Ivic, allontanato dal Benfica 10 giorni fa e schizzato fuori dal cassetto delle cose un po' dimenticate. Poi ci sono i tifosi, il lunedì lavorativo non cancella ma stempera la rabbia, persin violenta (guerriglia con la polizia, lancio di bottigliette e monetine) di domenica sera. Restano le considerazioni costruttive. Il capo del coordinamento dei tifosi, Pietro Kessisoglu, figlio di armeni che vivono a Genova, spiega ciò che può spiegare, è un semplice registratore che sintetizza una parte della voce del popolo. E confessa che la tifoseria è amareggiata e perplessa ma non disperata, in fondo la classifica non è tragica e Napoli e Roma stanno peggio. Kessisoglu si augura che «le colpe siano davvero tutte di Giorgi, se così fosse la squadra risolverebbe i problemi. Ma ho la sensazione che esistano corresponsabilità. Con la contestazione abbiamo costretto l'allenatore a giocarsi la partita della sua vita con il Cagliari. E l'ha persa, condizionato dalla piazza». Poi c'è Tacconi, le recenti picconate non sono piaciute al popolo, come le sue allusioni ai tempi remoti e meno felici del Grifone. «Stefano ci ha deluso con le sue parole - conclude Kessisoglou -, perciò non sappiamo se in noi prevalga il senso di tolleranza e di perdono o la rabbia. Il tempo dirà se la ferita è cicatrizzabile». La sede, dicevamo, ieri mattina ha chiuso le porte ai giornalisti. L'attesa si è risolta alle 13 circa, quando è uscito il ds Landini per dire: «Giorgi ci ha presi in contropiede, sabato vi diremo su chi è caduta la scelta». Trascorrevano pochi minuti e Spinelli, con il figlio e con il vicepresidente dimissionario D'Angelo, compariva in via Roma. Prima di entrare in un ristorante allargava le braccia, mostrava l'aspetto delle persone immerse nei dubbi fino al collo. «Siamo choccati dalla decisione di Giorgi - precisava -, lunedì vi diremo». Ecco l'esempio in cui la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Resta Giorgi, e il suo isolamento. Il solo Van't Schip gli ha telefonato per incoraggiarlo. Ieri il tecnico si è incontrato di nuovo con Spinelli, ha ribadito l'irrevocabilità della decisione, la rinuncia allo stipendio nonostante il contratto fino a giugno con prelazione sul '94. L'amarezza accompagnava ogni sua sillaba. «Nei miei confronti ci sono state forzature esterne, una minoranza di tifosi è stata pilotata da personaggi addetti ai lavori, hanno cercato di destabilizzare una situazione e mettermi in condizione di an- darmene. Prendo atto e me ne vado. Non ho mai visto tensioni tanto forti altrove. Mi spiace se ho perso terreno proprio quando avevo ricominciato a mangiare in questo piatto, nel calcio voglio dire. Ranieri dice che non bisogna abbandonare... Io ho qualche capello bianco in più, ho vissuto a Firenze e so la posizione di un tecnico quando è oggetto di stillicidi. Meglio prendere il cappello... Spinelli ha tentato di convincermi, era sincero. Ma non c'erano i presupposti per continuare». E' cominciato il toto tecnico: ecco una specie di griglia di preferenze: Sonetti, Fascetti, Ivic, Maifredi e Vicini. E Scoglio? Sembrava fosse tagliato fuori dal ballottaggio, con rabbiosa delusione dei gruppi più agitati dei tifosi. Spinelli non intende cedere alla piazza più chiassosa. Invece il professore è rientrato in gioco, non si sa con quali possibilità di successo. Lui per tornare al Genoa darebbe un occhio della testa. Angelo Caroli

Luoghi citati: Firenze, Genova, Napoli, Roma