In libreria col gerarca Lucio Villari e Tranfaglia presentano Romualdi di Pierluigi Battista
In libreria col gerarca Lucio Villari e Tranfaglia presentano Romualdi // libro postumo su Salò In libreria col gerarca Lucio Villari e Tranfaglia presentano Romualdi ROMA OME storico educato al culto della libertà, dico che questo volume l'avrei presentato anche quindici anni fa». Insomma non c'è nessuno «scandalo» nel fatto che uno storico antifascista come Lucio Villari presenterà al pubblico le memorie di un gerarca fascista ai tempi della Repubblica di Salò e che poi, a guerra conclusa, diventerà uno dei Jeader più prestigiosi dell'msi: Pino Romualdi. E infatti Villari, assieme ad Antonio Spinosa, Nicola Caracciolo e Nicola Tranfaglia, membro della direzione del pds e storico da sempre schierato contro le interpretazioni «revisioniste» sul fascismo di Renzo De Felice, sarà sorprendentemente tra i presentatori, domani all'Hotel Plaza a Roma, di Fascismo repubblicano, il libro postumo di Romualdi pubblicato da SugarCo. «Mi dispiace che sia crollato, assieme a quello di Berlino, anche il muro dell'antifascismo», aveva polemicamente commentato lo storico Giuseppe Tamburrano, biografo e curatore dei Diari di Pietro Nenni pubblicati dalla stessa casa editrice che adesso propone il testo di Romualdi. Ma per Lucio Villari si tratta di una polemica priva di senso: «Uno storico non può che accogliere con favore il fatto che esca una nuova testimonianza, di parte certamente, capace di gettare nuova luce su una vicenda drammatica come la guerra civile». Uomo-simbolo del msi, nato a Predappio, luogo fatidico nella simbologia fascista, affettuosamente ribattezzato «mascella abusiva» per le sue pose mandibolari fortemente evocative nel suo ambiente, Pino Romualdi, morto quattro anni fa poche ore Pino Romualdi prima della scomparsa di Giorgio Almirante, riceve così la consacrazione postuma da parte dei suoi avversari. E proprio questo desiderava la famiglia del leader missino quando ha deciso di affidare il manoscritto inedito di Fascismo repubblicano non a una casa editrice di destra ma ad un editore socialista come SugarCo. Romualdi scrisse le sue memorie repubbUchine tra la fine del 1945 e l'inizio del 1946, braccato come fascista e poi condannato a morte in contumacia nel 1947. Sono impressioni a caldo vergate nei «giorni dell'ira», che però per oltre quarantanni il dirigente missino non aveva voluto render pubbliche. Come mai? Un punto delicato, sostiene Villari, è la ricostruzione che Romualdi fa dei rapporti tempestosi tra i fascisti di Salò e i tedeschi, accusati dall'ex gerarca di «ingerenze negli affari interni italiani» e di aver commesso vere e proprie «razzie». Risultati largamente acquisiti dalla storiografia sulla Resistenza che però nell'ambiente della destra son destinati a suscitare polemiche aspre. Così come talune affermazioni di Romualdi sparse lungo il volume che prendono di mira nientemeno che il capo del fascismo: «Sul terreno pratico, a Mussolini venne spesso a mancare la veduta d'insieme». Anche di questo parleranno domani due storici di sinistra come Villari e Tranfaglia. «E' interessante leggere come sono ricostruite quelle vicende con l'occhio dèi vinti», afferma Villari. Un modo per accendere la discussione su una storia che secondo Villari rappresenta ancora per gli italiani «un nervo scoperto». Pierluigi Battista Pino Romualdi
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