Il giallo di Danielle, castellana smemorata di Enrico Benedetto

Il giallo di Danielle, castellana smemorata Si esprime con carta e penna: rappresenta il proprio palazzo e la madre in scene di sangue Il giallo di Danielle, castellana smemorata Al «Chi Vha visto?» francese una sordomuta emersa dal nulla PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Danielle, 18 anni, sordomuta. Il suo caso era in tv, ieri sera, al «Chi l'ha visto?» francese. Non è scomparsa nel nulla, casomai è apparsa dal nulla una notte di 4 mesi fa. Vagabondava nel XII arrondissement con 65 franchi in tasca, addosso una polo e jeans cui qualcuno aveva tolto l'etichetta per renderli inidentificabili. La portarono in questura. Ma la polizia non seppe svelare il mistero, trovarle un cognome, risalire alla famiglia. Allora la misero in ospedale psichiatrico. E qui Danielle iniziò a «tradire», attraverso indizi via via più chiari, la sua identità. Un particolare lascia sulle prime perplessi gli infermieri. La giovane rifiuta latte e caffé se non glieli servono su un piattino. Altra sorpresa: la grande passione per gli scacchi. Entrambe le circostanze sembrerebbero far intravedere alle spalle una famiglia agiata. Danielle conferma l'ipotesi. Non ha la parola, usa il disegno. Sul foglio prende forma una grande residenza patrizia di campagna, che lei stessa indica come «Il Maniero». C'è un maneggio, con il palafreniere Stéphane, Ferrari e Rolls Royce in cortile, campo da tennis, vigne, fontana monumentale, giardino, piscina. Una grande cancellata delimita la proprietà. Nel raffigurarsi, la misteriosa «reaparecida» aggiunge la dicitura «Danielle Sanchez». Partono controlli sui Sanchez di Francia, senza esito. E quelli spagnoli sono una valanga. Ma intanto lei continua a disegnare. Ecco il babbo (papillon e baffi), un medico che le pratica l'elettrocardiogramma, Jean il precettore. Infine la madre, probabile chiave del giallo. E qui gli psicologi stentano a discernere il messaggio tra realtà, simboli e fanta¬ sia. Coltello in mano, ha appena ucciso Henri, il gatto di Danielle (che piange) e ne raccoglie il sangue entro un'ampolla. Altra scena: 6 donne incapucciate - fra cui la mamma di Danielle - si accingono a celebrare un sacrificio immolando animali da cortile. In mano ceri, sulle tuniche la stella ebraica, in centro un falò. Danielle la troviamo sullo sfondo, piangere dietro una finestra. Gli psichiatri avvertono la polizia. Tra quelle raffigurazioni il rimando alla violenza è costante. Dapprima il rustico Eden della villa, poi le brutalità e gli omicidi rituali. La Procura apre un'informazione giudiziaria, ipotizzando il sequestro di Danielle. Gli scenari evocati sono diversi. Ad esempio che la madre volesse far scomparire la ragazza per tenerla lontana dall'eredità (il babbo è morto, o forse qualcuno l'ha ucciso?). Oppure la pista del fanatismo, una setta in cui la donna giocherebbe il ruolo principale senza trovare nella figlia le complicità desiderate: e allora la si abbandona. Sono ricostruzioni da prendere con estrema cautela. Un ragazzino che riempia i quaderni di marziani o mostri non è detto li abbia in casa. Ma Danielle sembra ignorare il linguaggio dei segni e avere una relazione solo approssimativa con la scrittura. Per lei la comunicazione grafica rappresenterà allora l'unica chance di raccontarsi agli altri e indicare «il colpevole». In ottobre «Perdu de vue» («TF1») aveva già illustrato ai telespettatori l'enigma. Nessuno telefonò. Quei capelli ricci, lo sguardo timido, l'espressione assorta era come se non avessero mai avuto testimoni. Scomparsi il precettore Jean, l'autista Georges, Stéphane, i genitori. Ma un passato, qualunque esso sia, può non esistere? Enrico Benedetto

Persone citate: Danielle Sanchez, Sanchez

Luoghi citati: Francia, Parigi