Anche Gorbaciov cittadino di Berlino di Foto Ap

Anche Gorbaciov cittadino di Berlino Tre anni fa la caduta del Muro, Reagan: «Sono molto contento di essere uno di voi» Anche Gorbaciov cittadino di Berlino L'ex presidente sovietico alla celebrazione con Kohl ma difende Honecker: non fate il processo alla storia BONN NOSTRO SERVIZIO Tre anni dopo la caduta del Muro, Berlino festeggia gli artefici dell'unità tedesca insignendoli della cittadinanza onoraria. Dei tre statisti solo il Cancelliere tedesco Helmut Kohl è ancora al potere, seppure in un momento poco felice. Ronald Reagan, il presidente americano che nel 1987 venne nella città divisa per lanciare l'appello «Mr. Gorbaciov, apra questa porta», è felicemente in pensione in California. E Mikhail Gorbaciov, allora onnipotente leader dell'Urss, è tornato ad essere un privato cittadino fra notevoli difficoltà. Ieri a Berlino erano presenti Kohl e Gorbaciov, Reagan indisposto si è fatto sostituire dal suo ex capo di gabinetto, Fred Ryan. Il borgomastro della città unita, Eberhard Diepgen, ha reso onore ai tre uomini che «più hanno contribuito a formare la storia tedesca di questo secolo». «Tutti e tre», ha detto il borgomastro di fronte a 1200 Vip riuniti nel Reichstag per la cerimonia, «hanno mostrato di avere la capacità di cogliere con tempestività il momento giusto». La data del 9 novembre è forse la più significativa della storia tedesca del Novecento. Eventi lieti e drammatici si sono casualmente riuniti sotto uno stesso giorno del calendario. La rivoluzione del 1918 contro il potere dei principi, il tentato putsch di Hitler nel 1923, la notte dei cristalli del 1938, fino alla caduta del Muro nel 1989. Dopo la caduta del Muro c'era chi aveva proposto di dichiararlo giorno di festa nazionale, ma l'allora presidente del Consiglio degli ebrei di Germania, Heinz Galinski, vi si era opposto con tutte le sue forze. E meno male, tre anni dopo la Germania (e non solo lei) è costretta a scendere in piazza contro il razzismo. La manifestazione di domenica è stata la più grande dimostrazione di piazza contro la xenofobia della storia tedesca. Trecentocinquantamila persone (gli organizzatori ne aspettavano cento¬ mila), disturbata da trecento autonomi, che con il lancio delle uova alla riverita figura del presidente della Repubblica hanno demoralizzato i tedeschi. I giornali parlano di «manifestazione rovinata». Il potente editore Springer sulla « Welt» l'ha definita «una domenica nera, che invece di essere un giorno di protesta contro la xenofobia è diventata un giorno di vergogna». Ieri invece Berlino ha ringraziato il Cancelliere dell'Unità e Kohl ha ricambiato: «Questa città e la sua gente mi sono sempre stati vicini». Allo stesso tempo ha lanciato un appello al popolo tedesco perché «sia portata a termine anche l'unità interna: dobbiano superare nei nostri cuori la divisione di 40 anni». Per Mikhail Gorbaciov Berlino è il «simbolo di una nuova epoca, della fine della divisione della Germania e dell'Europa». Ma l'ex presidente sovietico ha tenuto a ricordare anche gli ufficiali sovietici caduti sotto i colpi della Wehrmacht. Una reazione forse alla lettera che gli aveva scritto giorni prima l'ex delfino di Honecker, Egon Krenz. Vergognati di accettare la cittadinanza onoraria, diceva Krenz, per fare posto a te sono stati cancellati i nomi di altri valorosi sovietici. Gorbaciov chiede clemenza per Erich Honecker, il cui processo inizierà giovedì: «Deve essere giudicato alla luce delle circostanze storiche». Reagan in un discorso letto da un consigliere ha ricordato che «quando cadde il Muro sono cadute anche altre barriere nell'Europa orientale» e parafrasando Kennedy che nel 1963 aveva pronunciato in tedesco la storica frase «Ich bin ein Berliner» (sono un berlinese), ha detto «sono molto orgoglioso si essere un berlinese». Un breve filmato ha sottolineato il ruolo dei tre statisti nella recente storia tedesca. Dalla visita di Gorbaciov, quando disse la storica frase «chi arriva troppo tardi, la vita lo punisce», al dicembre '89, quando Kohl per la prima volta attraversa a piedi quella che prima era una frontiera impenetrabile. Francesca Predazzi Gorbaciov firma autografi con Kohl A sinistra Ronald Reagan [foto ap]