«Così annienteremo gli ebrei»

«Così annienteremo gli ebrei» LA SOLUZIONE TOTALE Di GOERING «Così annienteremo gli ebrei» Dagli archivi di Mosca il piano di sterminio BONN. Il 6 dicembre 1938 il maresciallo del Reich Hermann Gòring tiene un discorso ai rappresentanti delle amministrazioni provinciali e regionali, nel ministero per l'Aviazione di Berlino. Dopo la «notte dei cristalli», il 9 novembre, Hitler lo aveva incaricato di «risolvere in un modo o nell'altro la questione ebraica». Il testo del discorso rimarrà inedito per 54 anni, sepolto negli archivi di Mosca. Il quotidiano berlinese «Die Tageszeitung» ne ha pubblicato un estratto. Il testo integrale si potrà leggere nell'Almanacco per la ricerca sull'antisemitismo 1993 (ed. Campus, Francoforte). [f. p.j SIGNORI! E qui mi rivolgo soprattutto ai miei compagni di partito. Il punto per me e per noi tutti oggi, non è tanto se fare qualcosa di buono o meno buono per gli ebrei, se proteggerli più o meno. L'ebreo mi è completamente indifferente. Mentre non mi è affatto indifferente l'immagine che il popolo ha del Partito e l'immagine del popolo all'estero. Il Fuhrer ha espresso la sua disapprovazione sul fatto che domenica la stampa abbia pubblicato la disposizione del capo della polizia di Berlino di riunire gli ebrei in alcuni quartieri (...) e ha espressamente sottolineato che la sua volontà è che per il momento venga pubblicato solo lo stretto indispensabile, cioè quello che assolutamente non può non essere pubblicato, in modo che il processo possa svolgersi senza atriti e tutti gli altri aspetti della questione ebraica vengano svolti a livello istituzionale, così da mettere a tacere la propaganda negativa dall'estero. Inoltre il Fuhrer ha stabilito il seguente principio al quale vi prego di attenervi: in cima alle nostre considerazioni vi è di mandare nel modo più rapido ed efficace gli ebrei all'estero, di favorire l'emigrazione con ogni tipo di pressione ed eliminare tutto ciò che possa essere di ostacolo all'emigrazione. Se l'ebreo emigra, e qui dobbiamo dare una certa garanzia all'interessato che se non si trova bene nell'altro Paese, dopo anni lo riprendiamo. Sono dell'opinione di rispondere con un generoso «sì», perché escludo che un ebreo una volta uscito ritorni, in particolar modo dopo gli ultimi eventi (la notte dei cristalli, ndr). E questo è proprio l'aspetto positivo degli ultimi eventi, cioè che la questione dell'emigrazione è diventata acuta e che i popoli vedano: l'ebreo non può vivere in Germania. Signori miei! C'è solo un modo, come ho detto (ai rappresentanti delle organizzazioni ebraiche, ndr) che i vostri compagni di razza con l'aiuto di quei governi a voi favorevoli - essenzialmente l'America e l'Inghilterra - riescano a contrarre un prestito in valuta che mi dia la possibilità di dare agli ebrei i soldi per emigra¬ re, ed è affar mio come li amministro, cioè per ogni ebreo ricco intendo mandar via quattro ebrei poveri. Il Fuhrer si è dichiarato assolutamente d'accordo... Qui giungo al secondo punto essenziale. Signori, dobbiamo fare in modo che l'ebreo abbia sempre qualcosa da perdere (...) Questo è l'aspetto positivo di queste azioni. L'ebreo ha visto: certo sono stati commessi atti illegali, li ha sentiti duramente sulla proria pelle. Adesso sa che se seguiranno altre azioni sarà terribile. Deve continuare ad avere paura, ma continuerà ad averla solo fino a che avrà qualcosa da perdere. Ora viene la domanda più difficile. L'ebreo può lavorare in Germania? Potete rispondere di no. Bene, anche questo è un punto di vista. Ma se non permettiamo agli ebrei di lavorare allora vi¬ vranno a vostre spese. (...) Ci sono diverse possibilità. Si può pensare che gli ebrei che non hanno un lavoro, sono sani, in grado di lavorare e non hanno un patrimonio che permette loro di vivere di rendita vengano riuniti in formazioni di lavoro. Non devono essere campi di concentramento. Qui ci si prenderebbe cura degli ebrei, e si darebbe loro un po' di soldi per le spese. E ora passiamo alla questione degli incendi, del cosiddetto assassinio incendiario. Signori, è molto difficile perseguirlo come reato. Perché credo, nessuno di coloro che hanno appiccato il fuoco, alle sinagoghe senz'altro, ma anche alle case private, ha pensato di trarne personalmente beneficio, ma è avvenuto per rabbia, per un sentimento di vendetta contro il giudaismo, per una esasperazione nei confronti degli ebrei, per odio contro gli ebrei (...) Decisiva è la motivazione. Se uno voleva colpire gli ebrei, è una cosa. Se invece l'ebreo gli era indifferente e voleva uccidere, picchiare o tormentare, non ha niente a che fare con noi (...). Hermann Gòring Il maresciallo Hermann Gòring

Persone citate: Campus, Goering, Hermann Gòring, Hitler

Luoghi citati: America, Berlino, Francoforte, Germania, Inghilterra, Mosca