Choc o Firenze per quello striscione

Choc o Firenze per quello striscione Choc o Firenze per quello striscione E al «Processo» insulti tra Squitieri e Alba Panetti FIRENZE NOSTRO SERVIZIO La comunità ebraica di Firenze, oltre un migliaio di appartenenti, non chiede né pietà né vendetta. Soltanto rispetto. Parla il suo presidente, Carlo Lopes Pegna, 64 anni, turbato e amareggiato per i cori antisemiti di domenica di una parte dei tifosi viola, per quelle bandiere con la svastica sventolate dagli ultra della Roma, ma anche per il silenzio indifferente del resto del pubblico: «Condanno quegli slogan come quel silenzio. Una vergogna per Firenze». Così ieri mattina ha inviato un telegramma al presidente della Fiorentina Mario Cecchi Gori per manifestare «il proprio sdegno e rammarico» e per invitarlo a intervenire presso i viola club «perché certi episodi non si verifichino più». Anche il capo rabbino di Firenze Umberto Sciummack fatica a nascondere l'ama¬ rezza: finora il capoluogo toscano non aveva dato segni vistosi di insofferenza antisemita. «Mi aspetto da Cecchi Gori e dalla città una immediata reazione di condanna» dichiara Sciummack. Reazione che non si è fatta attendere. Per l'occasione il presidente viola ha rotto il silenzio stampa: «Lo faccio perché prima come uomo, poi come presidente di una società di calcio mi vergogno per quanto avvenuto domenica. Ho già provveduto a inviare le mie scuse personali e della Fiorentina alla comunità ebraica, e ho già parlato stamane (ieri, n.d.r.) con i capi della tifoseria gigliata». Il sindaco di Firenze Giorgio Morales ha investito della questione il Consiglio comunale: «Ho sempre detto e lo ripeto stavolta che queste minoranze fasciste e violente devono essere isolate e condannate». Sulla comparsa degli striscioni antrisemiti è intervenuto il presidente della federcalcio, Antonio Matarrese: «Non ci dobbiamo fare intimidire. Si tratta di episodi vergognosi». Dichiarazioni riprese in serata al «Processo del lunedì» condotto da Al¬ do Biscardi, che ha dedicato la puntata al razzismo e alla violenza nel mondo del calcio. Maurizio Mosca ha accusato Matarrese: «Dice dice, ma poi non si fa mai nulla». Altri ospiti - il giocatore Policano, il general manager del Toro Luciano Moggi, Alba Parietti - pur esprimendo condanna si sono espressi per la «neutralità» dei protagonisti della domenica. In particolare la Parietti, in polemica con il regista Pasquale Squitieri, ha cercato di spiegare aperchè i ragazzi trasferiscono nello stadio U clima di violenza che c'è nella società. E Squitieri: «Certa gente adopera le idee come altri le gambe per finire in tivù». Dallo studio di Napoli ha parlato il vescovo di Acerra monsignor Riboldi: «Nessuno può chiamarsi fuori, nessuno può usare il calcio per messaggi di odio, razzismo, separazione, violenza». Poi tutti in piedi, per un minuto di silenzio. [b. e] Alba Panetti e il regista Pasquale Squitieri

Luoghi citati: Acerra, Firenze, Napoli