L'Italia marcia contro il razzismo di Francesco Grignetti

L'Italia marcia contro il razzismo Cortei di studenti in trentuno città, fiaccolata nel Ghetto di Roma con Spadolini e Napolitano L'Italia marcia contro il razzismo Tullia Zevi: «La gente ha capito, sta con noi» Ma a Frascati compare un 'altra stella di David ROMA. L'Italia scende in piazza per rifiutare ogni intolleranza. In mattinata, cinquantamila studenti sfilano in trentuno città. Nel pomeriggio, parte dal Campidoglio una lunga fiaccolata. In testa, Spadolini, Napolitano, il sindaco Carrara, Tullia Zevi e il rabbino capo Elio Toaff. Proseguono intanto in Questura gli interrogatori di due arrestati: il giovanissimo naziskin Massimo Mengarelli, 23 anni, che in casa nascondeva munizioni e coltelli; il più maturo Andrea Insabato, 34 anni, fermato domenica pomeriggio allo stadio Olimpico, nel settore laziale, dove aveva incendiato una bandiera israeliana. Ex terrorista di destra, Insabato è stato arrestato nel 1983 per «partecipazione a banda armata». Alle manifestazioni di ieri i romani hanno partecipato in massa. «Sono contenta - riesce a dire l'emozionata Tullia Zevi, presidente dell'Unione delle comunità israelitiche - la gente ha capito che l'intolleranza non è questione di piccole minoranze, ma è un problema di tutti». Accanto a lei sfilano almeno cinquemila persone: tanti romani sconosciuti e gli ebrei della sua comunità, gli anziani sopravvissuti dai lager nazisti con il gagliardetto e i ragazzi della Sinistra giovanile con bandiera rossa, i protestanti della facoltà valdese di teologia, i consiglieri comunali, le associazioni gay, i sindacalisti e gli extracomunitari riuniti in «Nero e non solo!». Arriva Giovanni Spadolini, presidente del Senato: «L'Italia civile - dice - non può restare spettatrice passiva delle ripetute e agghiaccianti manifestazioni di fanatismo, di intolleranza nazista e antisemita». L'antisemitismo: appare schiacciato nelle piazze, ma ce ne sono tracce in provincia. Ieri mattina, a Frascati, aprendo il proprio negozio, un famiglia di religione israelitica a scoperto che la vetrina era stata imbrattata di vernice nera. Una lugubre stella di David. «Quando mi sono accorto di quella stella, sono stato preso dallo sconforto», racconta il titolare del negozio. E sconfortato appare il sindaco della cit tadina, Roberto Ercoli, che si trova in paese un frequentato circolo naziskin: «Vogliamo rispondere con civiltà, ma con fermezza, ripulendo i muri dalle scritte d'ispirazione nazista che di recente si sono moltiplicate». E' preoccupata, anche se ostenta sicurezza, pure la polizia. Alla ricerca di chi ha preparato lo striscione «Morte agli ebrei», che è comparso sabato mattina su un cavalcavia, la Digos ha fatto diverse perquisizioni in casa di giovani neonazisti. Sono stati trovati volantini razzisti, svastiche, bandiere. A casa di Massimo Mengarelli hanno trovato anche coltelli e munizioni. Il ragazzo è stato subito arrestato. Ed è ancora in stato di fermo il neonazista arrestato allo stadio, Andrea Insabato. Le sue prime parole lasciano pensare a uno squilibrato. «Il sionismo si sta imponendo nel mondo. Io con l'aiuto di Dio e degli amici riuscirò a risistemare le cose e lavorerò per la rinascita della razza». Ma Insabato è tutt'altro che uno sprovveduto. Arrestato nel 1983, ha fatto avanti e indietro dalla galera per diversi anni. E' stato coinvolto e prosciolto in diverse inchieste sul terrorismo di destra. L'anno scorso reclutava mercenari per andare a combattere in Croazia a fianco dei «camerati» ustascia e contro i serbi «rossi». Recentemente Insabato ha fondato un gruppuscolo di estrema destra, «Rinascita nazionale». «Uno che ha velleità di leader», dicono di lui in Questura. Ed ecco che questo «leader» fiuta il vento e si getta sul filone dell'antisemitismo. Prova a fare il gesto clamoroso. Si presenta allo stadio Olimpico, in quella curva laziale dove i saluti romani si sprecano, e incendia una bandiera con la stella di David. Questa volta però gli è andata male, perché la polizia è stata lesta ad acciuffarlo. E ora l'ufficialità dello sport se ne lava le mani. «Gli stessi tifosi hanno emarginato questi elementi che creano disturbo», sostiene il presidente dei Lazio clubs, Antonio Di Vizio. A scanso di equivoci, anche il msi ha bandito dai suoi cortei ogni simbolo che non sia la fiamma tricolore omologata. Ieri, il segretario del msi Gianfranco Fini ha vietato di esporre ogni altro simbolo. E il segretario pds Occhetto ha scritto al ministro dell'Interno Mancino: chiede di «predisporre tutte le misure necessarie» affinché venga attuata la Costituzione in relazione alle «minacce e alle aggressioni inflitte agli ebrei da movimenti che si dichiarano apertamente neofascisti e neonazisti». Francesco Grignetti I reduci dai campi di sterminio nazisti in testa alla manifestazione. Alla fiaccolata erano in cinquemila: accanto lo striscione del movimento studenti ebrei

Luoghi citati: Croazia, Frascati, Italia, Lazio, Roma