L'albergo dei matti ai Caraibi di Liliana Madeo

L'albergo dei matti ai Caraibi LA STORIA L'albergo dei matti ai Caraibi APARMA DESSO si incomincia a pensare all'arredamento. Entro l'anno la costruzione sarà terminata e in primavera l'albergo entrerà in funzione: nella Baia Las Galeras sull'isola di Santo Domingo, fra palme, liane, animali misteriosi, uccelli variopinti, a 250 chilometri dalla capitale. «La più bella baia dei Caraibi. La baia dove arrivarono le galere di Cristoforo Colombo», assicura il Naccio, mentre si toglie la giacca bianca che con sussiego ha indossato per lavare i piatti. Lui il mare non l'ha mai visto. E' entrato nel manicomio di Colorno che aveva 4 anni e ne ha passati, lì dentro, 52. «Non ha il senso del pericolo. E' violento. Ha percosso anche la madre», scrisse sulla sua cartella clinica il medico di Salsomaggiore che lo fece ricoverare. «Era così piccolo che, per capire se era maschio o femmina, gli alzai la vestina», raccontava ancora qualche anno fa l'infermiere che l'aveva internato. Il Naccio sarà uno dei primi ad andare in vacanza nell'albergo di Santo Domingo. Lui ci fantastica sopra. Neanche guarda il fascio delle foto che, sul tavolo della fattoria di Vigheffio, raccontano della costruzione che si staglia contro il cielo, delle palme che si piegano sul mare. Insegue immagini sue. «Ma dovrò mettermi anch'io uno di quei gonnellini che ho visto in televisione?», ha chiesto un giorno a un infermiere. Sono due anni che intorno a quel nome esotico ruotano i suoi pensieri, da quando del progetto Las Galeras fu informata tutta la comunità della fattoria, i venti ex degenti del manicomio, i ragazzi delle cooperative sociali che a Vigheffio coltivano la terra, allevano gli animali, mandano avanti il bar, il ristorante e la pesca nei laghetti aperti al pubblico. Venne a parlargliene Mario Tommasini, oggi consigliere regionale pidiessino, ex operaio, già assessore alla Sanità della Provincia e poi del Comune di Parma, uno che a partire dagli Anni Sessanta - coinvolgendo giovani, cattolici, industriali, uomini di cultura, casalinghe, operai - s'è messo a «inseguire scommesse impossibili», e ha smantellato il manicomio, il brefotrofio, le case per anziani, i ghetti per gli handicappati, l'assistenzialismo tradizionale che sanciva la marginalità dei soggetti più deboli. Una delle cooperative che ha fondato, nell'86 - «non avevamo neanche i soldi per pagare il notaio» ricorda - adesso ha automezzi, convenzioni con enti pubblici e privati, soci lavoratori che sono detenuti, disoccupati, extracomunitari, alcolisti, giovani a rischio: «Da assistiti a contribuenti» è il loro biglietto da visita. L'idea dell'albergo di Santo Domingo, come sfida, non gli è frullata in testa casualmente. «Tutti hanno diritto alla bellezza, soprattutto queste persone dimenticate, dalla vita rapita», dice, nel soggiorno della fattoria che s'apre alla campagna. «Il mio sogno è dargli qualcosa di bello da vedere, da conoscere, per cui divertirsi e sentirsi persone. L'utopia e la speranza sono indispensabili, per vivere. Come la bellezza». Siamo a qualche chilometro da Parma. La luce del pomeriggio è ormai velata. Al bar continuano ad arrivare ragazzi in bicicletta, famigliole, Liliana Madeo CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Cristoforo Colombo, Mario Tommasini

Luoghi citati: Colorno, Comune Di Parma, Parma, Santo Domingo