QUANDO LO STATO E' ASSENTE di Alessandro Galante Garrone

QUANDO LO STATO E' ASSENTE QUANDO LO STATO E' ASSENTE DOPO le mie primissime dichiarazioni, rese a caldo alla «Stampa» sull'impresa degli ebrei romani, in risposta alle continue provocazioni dei naziskin e dei loro sostenitori occulti o palesi, desidero anch'io fissare e ribadire sulla carta le mie riflessioni maturate in questi giorni di accesi dibattiti (con gli interventi, su queste colonne, di Sergio Romano, Fiamma Nirenstein, Enzo Bettiza, Furio Colombo). Non giustifico di per sé, e cioè avulsa dal contesto in cui si produsse, la violenta reazione degli ebrei contro il covo da cui partivano gli atroci insulti, le minacce, gli sfregi: per la non accettabilità della «ragion fattasi» da parte dei cittadini contro i più odiosi soprusi patiti. Non li giustifico, ma, come subito soggiungevo, li comprendo. Questa comprensione è stata da alcuni criticata. Ma comprendere, per un retto giudizio su un fatto determinato, significa metterlo in relazione con tutto ciò che lo ha preceduto e determinato: cioè, in questo caso, con la persistente e sempre più grave e subdola persecuzione antisemita. Lascio da parte ogni considerazione sulla effettiva vastità di queste ricorrenti ondate di antisemitismo nel nostro Paese. Di certo è fuorviante parlare in bloccò di «un'Italia antisemita»: ma l'accumularsi di diffidenze, sorde ostilità, pre giudizi secolari, di un misto d'i gnoranza e d'indifferenza, quanto meno incline a distogliere lo sguardo (gli «occhi di vetro») dalla realtà, spesso ha finito per assecondare le perversioni razziste di altri popoli, ap poggiandole e favorendole in momenti critici della nostra storia. Le leggi antisemite del 1938 ne sono, per esempio, un tristo, vergognoso appannag gio. E, quel che è peggio, molti Alessandro Galante Garrone CONTINUA A PAG. 2 SECONDA COLONNA

Persone citate: Enzo Bettiza, Fiamma Nirenstein, Furio Colombo, Sergio Romano

Luoghi citati: Italia