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«Una Norimberga per la pubblicità» «J'accuse» dell'autore dei manifesti per Benetton proibiti a Milano «Una Norimberga per la pubblicità» Oliviero Toscani ai colleghi: voi producete mostri MILANO. «Ladri di cultura, ladri di immagini. Ladri di tutto. Avete censurato la fotografia della neonata? Al suo posto ci metterò le manette. Settecento metri quadri di manette in piazza San Babila. Ve le meritate». E' imbufalito Oliviero Toscani, mente, cuore e scatto fotografico della Benetton, l'uomo che ha trasformato ii marchio United Colors in comunicazione e la comunicazione in guerriglia contro i languori (e i valori) della pubblicità. L'altra mattina (alba, ore 4) una mezza dozzina di tecnici del Comune ha smantellato il cartellone dello scandalo - neonata con cordone ombelicale, sfondo di preservativi colorati, il pianto in primo piano - dopo sette giorni di polemiche, denunce di cittadini, assessori, associazioni. Fotografia «indecente», «eccessiva», «violenta», «immotivata». Un diluvio che ha convinto il sindaco Borghini (sabato) a firmare l'ordinanza di smantellamento immediato. Toscani contro Milano. Ma anche - e a testa bassa - contro tutto l'establishment pubblicitario italiano che da tempo ha dichiarato guerra alle sue immagini choc. Dice: «Dal prossimo gennaio usciremo dall'Associazione utenti pubblicitari. Da subito smettiamo di riconoscere il giurì di autodisciplina e contro questa censura ricorreremo al Tar». Spiega: «In Italia ci condannano, in Francia, in Olanda, in Danimarca ci premiano». Annuncia: «Un giorno, finalmente, si farà il processo di Norimberga ai pubblicitari che hanno corrotto ogni forma di comunicazione. Quel giorno io mi siederò: sarò accusa e pubblico». E va all'attacco di tutti i più grandi nomi della pubblicità made in Italy: da Gavino Sanna al giovane Testa, a Marco Mignani. Pino Corrias A PAGINA 10