E' scontro sulle luci della città di Maurizio Lupo
E' scontro sulle luci della città Contestata l'eccessiva potenza delle lampadine, l'assessore Giuseppe Dondona: «Ingiusto linciaggio» E' scontro sulle luci della città Piazza Maria Teresa, residenti contro il Comune Luci della città. Fioche o violente, troppe o troppo poche. In una Torino dove pare impossibile mettere tutti d'accordo, i lampioni di piazza Maria Teresa sono oggetto di un nuovo scontro tra cittadini e politici. I lavori sono iniziati da tempo, e già sul tavolo dell'assessore Dondona è giunta una allarmata petizione: «Illumineranno a giorno la piazza, annullandone il fascino e lo spirito antichi» dice l'antiquario Gilberto Zabert. Con l'architetto Edgar Vallora ha contattato i pittori Enrico Paulucci, Ettore Fico, Francesco Casorati, Romano Campagnoli, Ottavio Mazzonis, i galleristi Eva Menzio e Federico Riccio, la baronessa Consolata Solaroli d'Isola, il libraio Angelo Pezzana, il maestro Giorgio Ferrari, il professor Luigi Dughera. Sono tra i firmatari di una lettera che parla di una «piazza Maria Teresa messa a soqquadro: gran parte dell'acciottolato originale, re¬ staurato solo qualche anno fa, è stato rimosso e sono state scavate trincee per la posa di cavi». «La straordinaria idea - prosegue la lettera - è venuta all'assessore Dondona, che ha già riempito alcune piazze nonché numerose piccole strade con i suoi lampioni dai cristalli molati: Dondona ha il culto della spesa». Facendo intendere che in questo momento di crisi economica del Comune non è bene trovare «nuovi modi di spendere denaro pubblico». A voce Zabert aggiunge: «Ho chiesto per lettera un parere anche al prefetto Lessona e al So^nintendente ai beni storici Pasquale Bruno Malara». Un chiarimento viene da Brigida Sacerdoti, presidente dell'associazione «di chi abita e lavora» in via della Rocca e Borgo Nuovo: «Macché illuminazione a giorno. In pratica sarà aggiunto un lampione ogni due esistenti. Lo abbiamo chiesto noi al Comune, tre anni fa, per garantire maggior sicurezza alla sera. La luce sarà giallina, persino più morbida dell'attuale». Anche Furio Colombo nel 1987 chiese al sindaco Magnani Noya una luce «più calda e festosa» per la città, deprecando «il "nero" della notte di Torino». L'Atm in piazza Maria Teresa sta posando pali alti poco più di 6 metri, del diametro di 20 centimetri, con lampada identica a quelle già sospese ai cavi di via Maria Vittoria. «E' quella con la coppa del tipo "Santa Teresa in gonnella" - precisa l'assessore Dondona -; anziché appesa a fili a centro strada sarà messa su bracci ricurvi e su pali che illuminino meglio i marciapiedi, a maggior gloria del pedone. L'architetto Fea della Soprintendenza la conosce e se ne è compiaciuto. Il pittore Soffiantino l'ha decantata a Borgo Po per quella sua luce dorata, quasi fatata». L'assessore è amareggiato: «Le spese sono quelle decise tre anni fa. Mi sento linciato ingiustamente da una petizione sommaria, che mi pare frettolosa e disinformata. Fra i firmatari compaiono anche alcuni miei amici, come Ettore Fico e Romano Campagnoli, che si sono poi dissociati con me, dicendo di essere stati interpellati solo per telefono, senza aver letto un simile testo, che mi offende. Diamo alla piazza un'illuminazione sperimentata, che a Borgo Po ha ottenuto largo consenso, non quello del falso pregiudizio degli esteti che nulla avevano da obiettare sull'illuminazione da scalo ferroviario lamentata da Colombo». Maurizio Lupo * Lavori in corso in piazza Maria Teresa. I residenti protestano: «L'acciottolato originale è stato rimosso. Il Comune butta via i quattrini»
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