E' morto Ottavio Mai di Lietta Tornabuoni

E' morto Ottavio Mai Dirigeva il Festival «Da Sodoma a Hollywood», aveva 46 anni E' morto Ottavio Mai Si è ucciso l'altra notte a Torino, era sieropositivo Insieme conMinerba realizzava video su temi omosessuali OTTAVIO Mai, cineasta, ideatore e direttore insieme con Giovanni Minerba del festival internazionale di film con tematiche omosessuali «Da Sodoma a Hollywood», è morto ieri a quarantasei anni a Torino, all'ospedale «Amedeo di Savoia» dove stava riprendendosi da un'ischemia. Si è ucciso, soffocandosi con un sacchetto di plastica. Era sieropositivo, e l'ischemia forse dovuta a una toxoplasmosi aveva approfondito il suo timore della sofferenza, del disfacimento fisico: «Una vita così, fatta soltanto di giorni o mesi aspettando la morte, non fa per me», ha scritto nell'ultimo, straziante, tenerissimo biglietto al suo compagno Giovanni Minerba. «Nessuno si deve sentire in colpa, la mia è una decisione maturata da tempo... Spero, se esiste un Dio, che vorrà perdonarmi per quello che ho fatto». E' una perdita molto dolorosa. Persino più triste, al pensiero di quanto pochi siano quelli che come lui, senza esibizionismi, con costanza e pragmatismo, hanno militato e lavorato perché il pregiudizio antiomosessuale venisse cancellato nelle cose, nella quotidianità: accanto ai molti video realizzati da Mai con Minerba, il festival torinese «Da Sodoma a Hollywood», creato nel 1986, ha contribuito con il suo successo crescente, in Italia e fuori d'Italia, alla diffusione e legittimazione d'un cinema sino allora rimosso, ha rivelato talenti e tematiche sino allora trascurati, ha svolto una funzione culturale e civile importante. Nato a Roma in una famiglia proletaria, a diciotto anni Ottavio Mai era emigrato in Germania, lavorando per qualche anno alla Volkswagen di Dusseldorf; tornato in Italia, era stato operaio a Torino in una piccola fabbrica metalmeccanica; poi, acquistato un taxi e la relativa licenza, aveva iniziato l'attività di taxista, continuata per sedici anni quasi sino a ieri, abbinata al lavoro di cineasta. L'incontro nel 1977 con Giovanni Minerba, anche lui proletario, di mestiere macellaio, aveva cambiato non soltanto affettivamente la vita di tutt'e due: «Il nostro approccio al cinema è stato casuale», racconta Minerba. «Eravamo stufi di come il cinema rappresentava l'o¬ mosessualità. Dodici anni fa ho detto: cominciamo a fare qualcosa noi». Nello stesso modo attivo e concreto nacque «Da Sodoma a Hollywood»: «Quando abbiamo cominciato a fare cinema e frequentare festival, ci siamo accorti che film d'un certo genere non passavano. Allora ci siamo detti: facciamolo noi, un festival». Il primo video realizzato in comune, «Dalla vita di Piero», era una parziale autobiografia di Minerba, interpretata da lui stesso; seguirono molti altri video, di temi omosessuali o anche divertimenti media-letterari sulla vita romanzata e drammatizzata, ma via via influenzati dallo svilupparsi dell'Aids come «Partners», percorso d'un ragazzo sieropositivo che non si arrende alla malattia. E' dell'anno scorso il mediometraggio «Il fico del regime», biografia di Giò Stajano, nipote del gerarca fascista Achille Starace, divenuto donna a Casablanca; quest'anno Ottavio Mai stava preparando il primo lungometraggio, «Somigliava a James Dean», sempre insieme con Minerba che dice: «Lui era quello delle idee. Io mi occupavo più di realizzazione, organizzazione, amministrazione». Il cinema era anche occasione di cultura, Mai si era iscritto all'Università, aveva fatto letture, riflessioni, ricerche; sembrava anche fonte di equilibrio, la faccia bruna di Mai appariva sempre calma, quieta, la sua bella voce suonava tranquilla, pacata. Racconta Minerba: «Ieri aveva passato la giornata a casa, poi l'ho riaccompagnato all'ospedale. Quando l'ho lasciato pareva molto sereno. M'ha salutato con un piccolo sorriso...». Lietta Tornabuoni Ottavio Mai (a sinistra) qui sopra il suo compagno Giovanni Minerba