Nel futuro dì Diabolik una beffa a Pi Pietro di Ugo Bertone

Nel futuro dì Diabolik una beffa a Pi Pietro Il ladro dei fumetti compie 30 anni Nel futuro dì Diabolik una beffa a Pi Pietro Presto un'avventura sulla corruzione Ideato da 2 sorelle, vende200 mila copie MILANO. «E' vero. Diabolik non ha mai affrontato un Di Pietro. Sì, sindaci e poliziotti corrotti. Mai un giudice così. Chissà, faremo una storia del genere. Ma Diabolik ruberà, gabberà anche Di Pietro». Non mi dica... Diabolik sovversivo? «No, Diabolik re di un regno della fantasia e un maestro della trasgressione. Ma attenti: non in una gabbia di vetro. Io l'ho fatto il Diabolik aggressivo, galletto ed Eva Kant lo metteva a posto, da buona femminista. E ho scritto di un Diabolik aperto, permissivo sui malati di mente, quando la legge Basaglia non c'era ancora». Ma la corruzione..«E' una lacuna. Quando mi viene la storia buona la colmeremo». Eccola, Luciana Giussani, una delle due creatrici del ladro più famoso del fumetto italiano. Una madre scanzonata del mito: fuma, ride e, dopo trent'anni, si prepara ad affrontare il parto della fantasia sua e della sorella Angela. Sì, l'I 1 novembre, in un locale di Milano, si celebrerà il compleanno di Diabolik, il trentesimo perché la prima storia uscì proprio trent'anni fa, nel novembre del '62. E, una volta tanto, non sarà un'apparizione furtiva, in punta di piedi. Alla festa, in un locale di Milano, ci saranno Eva Kant, il nemico ispettore Ginko, tanti poliziotti e, naturalmente, lui. No, non sarà un addio. La signora Luciana non ci pensa nemmeno: Diabolik, dopo la flessione degli Anni Ottanta («colpa della tv, ma la gente ha capito che leggere è un'altra cosa, che la fantasia ha bisogno dell'immaginazione»), è tornato a viaggiare sopra le 200 mila copie e vanta, comprese le ristampe, una media di 600 mila lettori al mese. I collaboratori? Pochi e fidati. La Patricia Martinelli, una gioventù passata all'ombra dell'uomo mascherato, poi una pausa tra fotoromanzi e altri fumetti («che peccato - recita la Giussani - che quella scuola sia appassita») e il rientro nella casa madre. I disegnatori. Primo fra tutti Sergio Zamboni da Torino, impegnato da vent'anni e più a riprodurre le ombre del ladro più famoso nell'universo dei fumetti. «Lui - spiega la Luciana - e gli altri. Qualche volte mi raggira: io dico una stanza piena di gente, loro mi disegnano una pianta in prima fila, poi sullo sfondo due o tre facce. Ma va bene così...». Quello di Diabolik è ormai un mito consolidato, immutabi- Festa in vista pe Diabolik le. Forse troppo... «Ormai Diabolik è un classico, un oggetto di culto: Piace perché è così. Pensi alla kappa, a quel che ha significato e continua a significare: Paperinik, l'amerikano. Ma non è vero che non sia cambiato nulla. Basti dire che negli Anni Sessanta lui e Eva dormivano in letti separati» Avete avuto lettori illustri... «Senz'altro Dino Buzzati. E a Buzzati dedicheremo in parte questo compleanno. Lui amava Diabolik, una volta mi disse che aspettava con ansia l'uscita in edicola. Era attratto da quel personaggio cattivo, sicuramente cattivo e violento» Non un ladro gentiluomo... «No, uno che non ama la violenza inutile, ma non si tira indietro quando è necessaria. E' uno che ha un sacco di spese ed ha perciò bisogno di un sacco di soldi. No, non è un moderno Robin Hood. E' un cattivo autentico, genuino, bello, costruito sul modello di Robert Taylor». Ma non ha avuto una gran fortuna cinematografica... «Ci fu un film, nel '67, di Marco Bava e non era male. Adesso c'è un contratto con la tv. Ma non se ne fa niente» Perché? «Perché io mi riservo il diritto di giudicare i soggetti. E le cose che mi hanno presentato non J erano all'altezza. Non è facile inventare una storia di Diabolik. Lui è molto preciso, cura i suoi colpi in ogni particolare. Mi hanno presentato roba dozzinale, molto approssimativa» Ma come nasce una storia di Diabolik? «Ci vuole un bell'intreccio, un colpo originale, una fuga all'altezza della sua fama. Basta uno spunto di cronaca, una discussione tra di noi e l'avventura prende corpo» E' così da trent'anni. Per quanto tempo andrà avanti? «Ancora per molto. Ho avuto più volte la tentazione di vendere. Soprattutto alcuni anni fa, quando il giornale perdeva copie. Ma mi sono sempre tirata indietro, all'ultimo momento» Eh già, l'avventura non può finire. E saranno in molti a festeggiare il ladro in tuta nera, nel novembre di Milano. Potrebbe esserci anche Umberto Eco («io lo invito» dice la signora Luciana. E Sgarbi? «Quel giovanotto? Chissà se legge Diabolik. Ho visto che l'ha citato qualche volta...». Ugo Bertone J Festa in vista per Diabolik

Luoghi citati: Diabolik, Milano, Pi Pietro Presto, Torino