«Uomini nuovi per rilanciare la mia Milano caduta in basso»

«Uomini nuovi per rilanciare la mia Milano caduta in basso» La ricetta dell'editore: primo, cambiamo le regole elettorali «Uomini nuovi per rilanciare la mia Milano caduta in basso» EDILIO MILANO. Rusconi ha cambiato sede, è un edificio modernissimo, costruito sui terreni che erano della Pirelli alla Bicocca. Il dottor Edilio dirige il suo impero da un grandissimo ufficio, con molte finestre da cui si vedono con precisione Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, le Alpi. Il discorso muove dalle sue origini di editore. «Dopo l'8 settembre Angelo Rizzoli mi consigliò di andarmene da Milano e rifugiarmi a Gallarate. Fin dall'inizio del nostro rapporto lui diceva di me che avevo un caratteraccio e io lo dicevo di lui». Perché? «Era un uomo molto imperioso, rozzo. Non aveva acquisito la finezza di Arnoldo Mondadori. Entrambi di origini simili cominciarono come stampatori lavorando essi stessi alle macchine. Amavano entrambi le macchine di stampa. A me, invece, non interessavano. Volevo solo che stampassero bene». Come entrò alla Rizzoli? «Fui fatto prigioniero dai tedeschi che mi portarono in Germania: a Lipsia, a Dresda, ai confini col Lussemburgo. A un certo punto è arrivato l'ordine di mandarmi a Bolzano per farmi conoscere mio figlio che non avevo ancora visto. Da lì scappai a Milano e nel '45 Rizzoli mi chiamò. Avevo 27 anni e mi chiese di fondare e dirigere il settimanale "Oggi". Accettai ma non avevo le idee chiare, ero un critico letterario». Come si trovò? «Dovevo imparare a fare il giornalista e mi saltò subito agli occhi che i giornalisti di quell'epoca, anche quando facevano cronaca, scrivevano per se stessi. Allora dovetti correggere i giornalisti più anziani che cominciavano con lunghe tergiversazioni e scrivevano le cose più interessanti alla fine dell'articolo. Ebbi la fortuna di mettere insieme una redazione di giovani: c'erano Domenico Porzio, Oreste del Buono, Luigi Cavicchioli, Teodoro Celli, Angelo Solmi. Capii che bisognava fare un giornale per la gente. Rizzoli per non aumentarmi lo stipendio mi assegnò mezza lira per ogni copia stampata oltre le 100 mila. Vinsi la sfida: il giornale schizzò in alto e andò fino a 800 mila copie quando lo lasciai nel 1956, per andare a "Gente"». Da allora il mestiere è molto cambiato? «No, sono cambiate le tematiche». Milano è cambiata? «Sì, è molto cambiata. Non tanto per questi recenti fatti di corruzione che colpiscono molto per la loro gravità. E' molto cambiata perché è una città europea che vorrebbe spiccare il volo e non ci riesce». Angelo Rizzoli, in veste di opinionista de II Giorno sculaccia la borghesia milanese. Pensa che possa permetter- selo? «Mi sembra un po' buffo che Angelo Rizzoli junior che noi continuiamo a chiamare il giovane, dia suggerimenti a uomini di prim'ordine e tanto esperti nel loro lavoro quando o'gli non ha altra esperienza che quella di gran pasticci affrontati con arroganza ed in più non ha imparato nessuna lezione da quel grande imprenditore che era suo nonno, il vero Angelo Rizzoli». La terza generazione dei Rizzoli è stata disastrosa. Lei non teme per i suoi eredi? «Io parlo malvolentieri dei Rizzoli e la terza generazione non è formata solo da Angelo Rizzoli junior ma anche da Alberto, molto serio, e dal figlio di Mimmo Carraro e di Pinuccia Rizzoli anch'egli molto serio. Per il momento non si presenta il problema dei miei eredi perché mio figlio, la seconda generazione, è molto attivo, acuto e dotato di spirito imprenditoriale e di saggezza più di quanta ne abbia io. E i nipoti, la terza generazione, sono ancora troppo piccoli». Cosa pensa della Rizzoli di oggi? «La Rizzoli di oggi è ben condotta e molto seria. Prova ne è che non esiste distinzione tra editori puri e editori spuri e che chiunque sappia ben gestire un'azienda può fare quel mestiere composito che è quello dell'editore». E cosa pensa di Berlusconi? «Berlusconi è un uomo molto intraprendente, molto intelligente, laborioso fino all'ossessione e forse troppo spregiudicato. Nessuno ha strumentalizzato i politici come lui, ma questo non è né un merito, né una colpa, è soltanto il segno dei tempi». Berlusconi sta entrando con «Noi» nel mercato dei settimanali popolari. Teme per il suo Gente? «Qualunque concorrenza è da guardare con serietà e naturalmente qualunque concorrenza dà fastidio, ma Berlusconi entra in quel mercato proprio per cercare di danneggiare Rusconi e Rizzoli». Nelle ultime settimane hanno scritto che la stampa rosa è spiazzata dai quotidiani. Cosa pensa del pettegolezzo in prima pagina lei che pubblica Eva Express? «Eva Express è un settimanale a suo modo specializzato e fronteggia il corrispondente settimanale della Rizzoli. E' fatto ottimamente per il suo genere e sarebbe un errore considerare il valore dei settimanali confrontandoli tutti soltanto in base alla periodicità. Non risulta affatto che i quotidiani abbiano spiazzato o tolto copie ai periodici, anzi i periodici che sono controllatissimi dall'Ads hanno guadagnato terreno. Le cifre ufficiali lo dicono. La novità è un'altra: i quotidiani sono ora redatti e compilati in maniera eccellente a differenza di 10 o 20 anni fa quando la loro monotonia e piattezza aprirono la strada appunto ai settimanali». E' vero che lei sta per vendere la Rusconi? «No, mai pensato. E' un discorso che ho visto pubblicato solo perché abbiamo affidato la gestione della vendita degli spazi pubblicitari delle nostre riviste (che sono 26) al gruppo Rizzoli». E' vero che vuole cedere La Notte? «Sì, vogliamo vendere La Notte. Diciamo che è disponibile per chi la vuole! Pur essendo un giornale ottimamente fatto, è ferito dal numero limitato di ore della sua presenza in edicola». Chi può salvare Milano? «Tutti i milanesi e non milanesi tranne gli uomini dei partiti tradizionali. Perché altri uomini, e soprattutto i milanesi stessi, possano partecipare e vivere una rinascita della loro città occorre una legge maggioritaria con il collegio uninominale come esiste in tutti i Paesi europei. Ma questo è un discorso che non riguarda soltanto Milano e la Lombardia, ma tutta l'Italia, compresa quella Sicilia che i leghisti vorrebbero tagliare fuori per eliminare la mafia». Alain Elkana «Chi dice che voglio lasciare sbaglia Cedo solo "La Notte" E sfido la concorrenza di Berlusconi» Edilio Rusconi è proprietario di un impero editoriale: nel suo portafoglio figurano un quotidiano, «La Notte» e 26 periodici, compresi due settimanali popolari come «Gente» ed «Eva Express»