Bossi: caro Segni, le tue firme sono false di Giuliano Marchesini

Bossi: caro Segni, le tue firme sono false Al congresso della Liga veneta il leader attacca i referendum. «Amato? Il fascista è lui» Bossi: caro Segni, le tue firme sono false «Di solito si prendono i nomi dalla guida telefonica, grazie a notai compiacenti» JESOLO DAL NOSTRO INVIATO Bossi continua a «sparare». Verso la conclusione del congresso della Liga Veneta - Lega Nord fa un'insinuazione sulla raccolta di firme per i referendum elettorali ai quali di recente la Cassazione ha dato via libera. Il senatur sta parlando di quelle che definisce «le operazioni di trasformismo di Segni». «Vorrei vederle, quelle firme. Si sa che in Italia la maggior parte delle firme per i referendum sono false. Gran parte di esse vengono prese dai nomi sugli elenchi del telefono, con un notaio compiacente. Ad esempio, ad occhio e croce, delle 550 mila che furono presentate da Dp 350 mila erano false». Il segretario federale della Lega Nord si riferisce, per questa sua «esemplificazione», a quel referendum promosso da Democrazia Proletaria e da gruppi ambientalisti sulla caccia, che si tenne regolarmente. Ma non è soltanto questa la cartuccia sparata dal senatur, attorniato dai cronisti. Gli si fa presente che il presidente del Consiglio, Amato, parlando della Lega ha detto: «Io non sono sicuro che un'Italia governata dalla Lega sarebbe un'Italia democratica. Vedo gli stilemi dell'estremismo rozzo e incolto che ci fece conoscere il fa- seismo». Bossi non l'ha ancora letta, questa frase, non sa chi l'ha pronunciata. «Se qualcuno ha detto così, arriverà una querela». Poi s'informa, apprende che si tratta di Amato e risponde: «Amato può dire quello che vuole: i suoi numeri non sono mai numeri giusti. Lui fa delle sparatine. Loro finanziano l'msi da una parte e dall'altra cercano di fare contrapposizione». Poco dopo, davanti ai delegati della Liga Veneta, riprende il discorso, rinforza l'attacco: «Prima di Amato solo Mussolini agiva in base a una logica di decretazione urgente. Lui si comporta come Mussolini e poi dà dei fascisti agli altri. Ma capite che questo è un messaggio in codice, più o meno mafioso lanciato verso di noi? E' come dicesse: state attenti a quel che fate, perché noi non scherziamo». Ripete, il senatur, che non pensa all'impiego dell'esercito. «Ma se si dovesse impiegare contro chi ha spaccato il Paese, dovrebbe essere usato contro di lui». Un momento di pausa, per riprendere l'invettiva: «Se ci accusa di fascismo, è una minaccia di strategia che non è sicuramente democratica». Ma sui giornali, per Bossi, ce n'è ancora. Spadolini, a Milano per i novant'anni della Bocconi, ha parlato di «superamento di quelle estreme eredità del tribalismo e del municipalismo che affiorano impetuose e talvolta sconvolgenti nel panorama del nostro continente». Ci si è visto un riferimento alla Lega. Il presidente del Senato ha richiamato al «dovere di tutela dell'unità nazionale, di difesa di quella certa idea che invano è stata aggredita in questi anni». E il Papa, ricevendo i rappresentanti delle diocesi di Lodi, Crema e Cremona, ha lanciato un appello contro i pericoli di «divisioni» e di «disgregazione sociale» cui sta andando incontro il nostro Paese. Un accenno ai leghisti? Bossi manda a dire che non intende far polemiche con Spadolini né con il Pontefice. «La nave - fa sapere - è spinta dal vento della storia, e quella va nella direzione del Federalismo». Poi si lascia andare a una frase rivolta al Papa: «Io mi occupo di politica, non di religione». La Lega pianifica anche le sue strategie. E terrà un congresso straordinario il 24 e il 25 aprile prossimi, forse a Venezia, o in qualche altro centro del Veneto. Lo ha deciso il consiglio federale e ne dà l'annuncio il presidente Franco Rocchetta, il quale dice che sarà «una nuova primavera dei popoli. Dobbiamo essere uniti, il nostro compito è quello di prendere la maggioranza». La riconferma, all'unanimità, di Marilena Mann alla segreteria della Liga Veneta e l'ultima arringa di Bossi. «La premiata fabbrica Lega Nord continua nella produzione di colpi elettorali così forti da scardinare gli altri». Il senatur pone infine un quesito ai delegati: premere sull'acceleratore per «rendere più rapido il cambiamento», lanciarsi ad esempio in una protesta fiscale, oppure procedere in tempi più lunghi? La risposta viene per alzata di mano: la maggioranza decide per i tempi stretti. Loro sono per la linea dura. Giuliano Marchesini 2> Il leader della Lega, Umberto Bossi ha risposto ad Amato: «E' lui a essere come Mussolini»

Persone citate: Bossi, Franco Rocchetta, Marilena Mann, Mussolini, Spadolini, Umberto Bossi

Luoghi citati: Crema, Cremona, Italia, Jesolo, Lodi, Milano, Veneto, Venezia