La guerra dei dazi travolge il vino

La guerra dei dazi travolge il vino Nel mirino molti altri generi alimentari italiani: formaggi, liquori, dolciumi La guerra dei dazi travolge il vino Iproduttori: «La nostra speranza è Clinton» ROMA. Le sanzioni Usa ai prodotti europei annunciate da Carla Hills costeranno care all'Italia. Il settore maggiormente nell'occhio del ciclone è, ancora una volta, quello vinicolo e, in particolare, quello dei vini bianchi, le cui esportazioni verso gli Stati Uniti nel 1991 sono state pari a circa 139 miliardi di lire. Ma anche glutine di grano e olio di colza sono colpiti. Altri prodotti nel mirino sono i liquori (ne esportiamo per 75 miliardi), formaggi (139 miliardi), prodotti di confetteria (16 miliardi). Tornando al vino la situazione, se fra un mese le sanzioni Usa scatteranno effettivamente, si presenta disastrosa: «Si tratta di perdere dal 70 all'80 per cento delle esportazioni dice Gianni Zonin, presidente dell'Unione italiana vini - per molte aziende significherebbe la chiusura. Si è scelto di colpire il vino perché ha un'alta valenza politica nella Cee: teniamo presente che in Italia ci sono un milione di produttori, in Francia 400 mila, senza contare Germania e Spagna». A far da cuscinetto tra la dichiarazione di «guerra» e l'inizio delle ostilità c'è un periodo di trenta giorni, in cui possono succedere molte cose, e la speranza che Clinton non voglia inaugurare la sua presidenza con uno scontro commerciale. Intanto in Italia c'è stata una vera levata di scudi contro le decisioni americane. Il ministro dell'Agricoltura, Gianni Fontana, ha assicurato che il governo è comunque ben deciso a difendere in ogni modo i settori agroalimentari più esposti. E ce ne sarà bisogno perché la mole delle esportazioni bloccate mette in pratica fuori del mercato Usa i prodotti colpiti dalle sanzioni. «Non staremo con le mani in mano - ha detto Fontana - e ci impegneremo a fondo per rimettere in piedi il tavolo del negoziato. La decisione americana dà comunque ragione a chi, come noi, chiedeva di arrivare rapidamente a una conclusione dell'Uruguay round nella convinzione che il presidente Bush avesse la necessità di far pesare sulla bilancia elettorale un risultato positivo delle trattative. Ora invece la situazione si è ulteriormente complicata perché Clinton vorrà dimostrare di essere in grado di difendere gli interessi degli agricoltori del suo Paese. Senza contare che nel "sogno americano" c'è sempre un po' di tentazione all'isolazionismo». Arcangelo Lobianco, presidente della Coldiretti, giudica inaccettabile la posizione Usa: «Siamo in presenza di una grave azione intimidatoria che rischia di provocare reazioni a catena e compromettere così il negoziato commerciale Gatt. A queste sanzioni non c'è alcuna giustificazione, se non quella di voler alzare barriere doganali e procedere sulla strada del protezionismo». Per la Confagricoltura le sanzioni Usa sono «un errore grave a cui la Cee dovrà rispondere in modo appropriato». Ma la guerra commerciale, secondo l'organizzazione degli imprenditori agricoli, può essere ancora evitata. Il suggerimento per superare la situazione di stallo è quello di accantonare temporaneamente il capitolo agricolo del Gatt, che incide per il 12 % sull'interscambio globale, e sottoscrivere l'accordo sulla restante parte per ridare slancio all'economia mondiale». L'aumento dei dazi protettivi sui mercati Usa «è una misura assurda», dice Giuseppe Avolio, presidente della Confederazione italiana agricoltori, e cita una graduatoria compilata dal Financial Times secondo la quale gli Stati Uniti sono al quinto posto nel mondo per protezionismo agricolo: «Ogni agricoltore americano - spiega Avolio - riceve in media ogni anno a vario titolo aiuti dal proprio governo per una cifra pari a 20 mila dollari, contro gli 8 mila dollari che riceve un agricoltore europeo». Ma gli effetti delle sanzioni Usa sull'export alimentare italiano sarebbero «molto più gravi dei 200 miliardi di lire previsti». Lo dicono i conti del Copagri (il coordinamento tra Ugc-Cisl, Uimec-Uil, Uci e Aie). «I danni non saranno limitati spiega il presidente Sante Ricci - al tempo relativo alle ritorsioni commerciali, ma avranno conseguenze sul lungo periodo, perché non sarà facile riconquistare le quote di mercato perdute». [v. cor.] LE ETICHETTE NEL MIRINO DEL DAZIO USAH Albana, Aligata, Bianchenti del Melauro, Bianco di Custoza, Bianco Valdichiana, Cinque terre, Coronata, Cortese, Cortese di Gavi, Corvo bianco, Erbaluce, Erbacce di Caluso, Etna Bianco, Franclacorta Pinot, Piano di Avellino, Frascati, Galestro, Greco di tufo, Greco di Garace, Lacrima d'Arno, Lacrima Christi, Locorotondo, Lugana, Marino, Martina Franca, Montecarlo bianco, Monterosso, Moscato di Noto, Moscato di Pantelleria, Moscato d'Asti, Moscato di Siracusa, Nuragus, Orvieto, Parrina, Pinot dell'Oltrepò, Pinot grigio, Prosecco, Recioto di Soave, Ribolla, Riesling, Sansevero, Savignon, Tocai, Torbato, Traminer, Trebbiano, Velletri, Verdicchio, Verduzzo, Vernaccia LE ETICHETTE NEL MIRINO DEL DAZIO USA