Deportati a Saxa Rubra su Raitre c'è il dibattito di Curzio Maltese

Deportati a Saxa Rubra su Raitre c'è il dibattito Deportati a Saxa Rubra su Raitre c'è il dibattito IVA l'Italia, l'Italia che sta in mezzo al mare/ L'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare». Son passati pochi anni dall'inno multiuso ma bello di Francesco De Gregori e siamo già alla sigla di «Domenica in» scagliata contro il secessionismo. Viva l'Italia di Alba Panetti che cita Nietzsche vestita come una bambola gonfiabile mentre il torvo Cutugno cerca di convincere il pubblico in studio che è felice («da bravi, su, cantiamo insieme il ritornello»). L'Italia degli «Italiani» da salotto di Andrea Barbato e l'Italia dell'«Acqua Calda» di Raidue. L'Italia delle patrie televisive e delle domeniche nazional-popolari figlie di Pippo Baudo e di Renzo Arbore. Arbore che è simpatico e intelligente e parla della crisi Rai come il professor Severino della fine dell'Occidente. Però ha sulla coscienza Andy Luotto, le sorelle Carlucci, i fratelli Bracardi, Marisa Laurito, Roberto D'Agostino, Nino Frassica... Viva l'Italia di Gad Lerner, il vero anti-Tortora, o se volete l'anti-Funari. Gli sono bastati pochi mesi per smantellare il luogo comune principe del patetismo televisivo: la buona gente. La brutta gente di «Milano, Italia» ha sguardi lividi e stagionati rancori. Lerner scende, in platea, si.caba nei gironi dell'infèrno nostrano con l'allegra furia di Paolo Villaggio vi quando faceva il domatore Krantz. Il gioco di contrapporre i «commercianti» ai commercianti, gli «operai» agli operai, le mille sottoclassi alle diecimila microcorporazioni riesce sempre. Tanti Alessandpezzetti d'Italia ingovernabile, in un clima da guerra civile fredda. L'insulto è l'unico discorso possibile. Il nemico è sempre un criminale, non ha diritto di parola (a parte i nazisti, s'intende: siamo democratici o cosa?). Trionfa il massimalismo di categorie minime: il cobas macchinisti del Nord e l'Assopiastrelle lombarda hanno decretato la fine del sindacato confederale e della Confindustria. Lerner riesce dove ha fallito l'innocua, buffonesca tv spazzatura di Giuliano Ferrara. Dimostrare che gli italiani non sono migliori di chi li governa. Faceva Stefano ro Curzi Spilotros quasi pena l'altra sera il socialista Di Donato, inquisito per i voti di scambio a Napoli: «Ma come si fa a sopravvivere in politica, se rifiuti di fare le raccomandazioni?». E nessuno, mai, disposto ad ammettere di aver goduto in questi anni di un qualche privilegio di troppo. Come nelle vignette di Altan. Al ristorante: «Il suo conto, dottò» «E perché proprio a me?». Deportati. Alla «ggente» crede ancora il Tg3. L'ultima trovata del vulcanico Curzi è il pubblico in studio. Un altro passo verso la trasformazione di tutta la televisione (in America: anche di tutta la democrazia) in talk show. Si pensi alla tragedia di uomini e donne, intere famigliole deportate a Saxa Rubra, un deserto di sterpi e mattoni nella campagna romana, per ammirare dal vivo l'indignato Mannoni che recita il sommario. Meno male che alla fine c'è il dibattito. Così può levarsi dal pubblico uno a caso, Corrado Augias, e parlare del suo ultimo libro. Buone maniere. Stefano Spilotros esce di galera e chiede scusa alla famiglia Allegretti. L'educazione innanzitutto. «Mi spiace, ero confuso». Ha l'aria perbene, formale, indolente. Ricorda un personaggio di «Su la testa». L'aspirante stragista che cosparge di benzina il tendone di Paolo Rossi e spiega: «Mi secca per le vittime, ma devo farlo, capisci». In studio ciascuno commenta come può. Piero Marrazzo, figlio del grande Giò, sul Tg2: «Anche qualche telegiornale dovrebbe chiedere scusa alla famiglia Allegretti». Dev'essere un complimento al Tg5. Altrove, con retorica di routine, si chiedono: «Ma i genitori del povero Simone potranno davvero mai perdonare?». Altro tg, altro giro. Ancora Spilotros, tra selve di microfoni. Il secondo passaggio rivela nuovi particolari: Stefano è perfettamente a suo agio. Non inciampa nelle frasi fatte. Accenna perfino uno sguardo in camera. E' telegenico. Una voce fuori campo informa che in carcere ha scritto poesie e forse un memoriale. Chi sarà il primo ad averlo in trasmissione? Curzio Maltese isej Deportati a Saxa Rubra su Raitre c'è il dibattito Alessandro Curzi Stefano Spilotros