Dc: semaforo verde al «governassimo»

Dc: semaforo verde al «governassimo» Comune, ora si discutono sindaco e assessori Dc: semaforo verde al «governassimo» «La moneta cattiva ha cacciato quella buona. Non si tratta più di rinnovare, ma di ricostruire». L'ha detto l'onorevole Guido Bodrato, ad un dibattito sulla questione morale con Sergio Pininfarina ed il gesuita Eugenio Costa. Bodrato si riferiva alla situazione della «tangentopoli» milanese. E a Torino? Anche nel capoluogo piemontese c'è da «ricostruire»: innanzi tutto il governo della città in crisi da 25 giorni. Silvio Lega non ha dubbi: «Torino ha bisogno urgente di essere governata». Ma come? E' quanto sta cercando di chiarirsi la de. Ieri sera si è riunita la direzione cittadina del partito. Bodrato e Lega, impegnati l'uno a Milano, dov'è commissario, l'altro a Roma, non c'erano. Presenti il proconsole di Andreotti, Vito Bonsignore, i colonnelli del Grande Centro, gli ex scalfariani di Valetto, Calieri e Rolando Picchioni per il Terzo Polo, i rappresentanti di Goria, di Forze Nuove, di Guido Bodrato. Insomma buona parte del go¬ tha scudocrociato torinese. In discussione un evento «storico»: la collaborazione con gli avversari di sempre, ossia con gli ex comunisti del pds. La riunione del parlamentino de si è iniziata dopo le 21. Il segretario Francesco Bruno ha illustrato la bozza di programma, frutto delle trattative concluse sabato scorso con le delegazioni della Quercia, del Garofano e del Sole nascente socialdemocratico. Il documento mercoledì era stato riesaminato dalla stessa delegazione, presenti gli ex scalfariani e gli esponenti del Terzo Polo, che, dopo i primi incontri, non avevano più partecipato al confronto a quattro. Di fatto c'era stata una sorta di via libera al proseguimento del confronto sull'assetto di giunta, salvo parere contrario della direzione. Il semaforo verde, pare con la «benedizione» di Mino Martinazzoli, è arrivato nella notte: le correnti hanno dato incarico ai loro uomini di procedere con qualche correzione sui «tecnici» in giunta (ogni partito può indicare assessori «esterni», ma senza imporre agli altri di fare altrettanto), le indagini fiscali (sì alla collaborazione con la magistratura, ma senza trasformare il Comune in poliziotto), l'assistenza e così via. Unico scoglio vero, che verrà discusso domani nell'incontro previsto tra i segretari del governissimo, il «reciproco gradimento» sugli uomini da mandare in giunta: alla de non piace, mentre il pds lo pone come «questione di principio». Sul fronte socialista, l'onorevole Giusi La Ganga, presidente del gruppo a Montecitorio, è fiducioso: entro la prossima settimana la crisi sarà risolta. «Torino - afferma - volterà pagina. Non potevamo arrenderci all'idea che la giunta Cattaneo tirasse a campare sino alle prossime elezioni». La Ganga spera ancora che i laici (liberali e pri) ci ripensino, che dicano «sì» ad una coalizione più ampia, ma realisticamente guarda avanti e dice: «Dopo la rottura del 1983 abbiamo ritrovato un'intesa a sinistra su un progetto di governo». Ieri 5 psi ha invitato le categorie sociali e imprenditoriali a Palazzo Civico: da una parte don Sergio Baravalle della Caritas diocesana, Claudio Barbesino, presidente dei giovani industriali dell'Unione, i segretari della Uil, Amedeo Croce, e della Cgil, Claudio Sabattini, il presidente dell'Ascom, Ottavio Guala; dall'altra, la Ganga, il segretario provinciale Tigani, il vicesindaco Marzano e il capogruppo Garesio. «Un confronto aperto» spiega Tigani. Don Baravalle, Croce e Sabattini hanno chiesto alla futura giunta di dare risposte ai problemi sociali e del lavoro; Guala ha insistito affinché sia rivisto il problema del centro, con eventuale riapertura al traffico privato e creazione di parcheggi; Barbesino si è soffermato sull esigenza che il Comune diventi volano dell'economia cittadina, varando il piano regolatore. Domani, come abbiamo detto, s'incontreranno i segretari dei 4 partiti per definire la strategia dei prossimi 7 giorni: da quella del Consiglio di lunedì mattina ai successivi confronti su assessori e sindaco. Il pds, sempre domani, vedrà i repubblicani. «Illustreremo loro il programma» si limita a dire il segretario della Quercia, Chiamparino. Il pri ci ripenserà? «No. All'ammucchiata non ci stiamo» risponde secco il segretario dell'Edera Mauro Marino. Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino