Trap: perché ho cambiato

Trap: perché ho cambiato JUVENTUS W, Il problema dell'attacco tiene sempre banco fra i bianconeri Trap: perché ho cambiato «Dissi che Baggio non poteva fare la punta, ma oragli attori sono diversi» «Non voglio rinunciare a Moeller, e il tedesco può anche stare più dietro» TORINO. «Visto che avete tanta fantasia continuate pure» esclama Giovanni Trapattoni accennando a lasciare il Centro Sisport di Orbassano dove, da pochi minuti, la Juventus ha finito l'allenamento. Poi il tecnico ci ripensa. Le mezze frasi di mercoledì, il silenzio assoluto di giovedì, non hanno giovato al clima attorno alla squadra bianconera, presa di petto da chi, dopo il pareggio con il Panathinaikos, ipotizza che la Juve non sia migliorata, a dispetto degli «aggiustamenti» in corsa operati da Trapattoni. Tornando sui suoi passi e accettando il dialogo in sala stampa, l'allenatore più decorato d'Italia si difende animatamente dalle accuse di non gioco mosse da alcuni critici: le prove, sostiene il tecnico, stanno nelle tante occasioni da gol che la squadra crea, sempre. Se poi le occasioni non si trasformano in reti ciò fa parte del gioco: il portiere avversario più bravo del solito, l'attaccante bianconero che per un motivo o per l'altro non arriva alla conclusione lucido, grintoso. Ritrovando la parola Trapattoni ammette perfino di aver sconfessato se stesso: «Sì, l'anno scorso dissi che Baggio non poteva fare la punta, adesso lo utilizzo al fianco di Vialli. Sono però cambiati gli attori nell'attacco e io non voglio e non posso, perché obiettivamente credo in lui, rinunciare a Moeller». D'accordo, ma quanto guadagna la Juve con Baggio in avanti e quanto perde con Moeller lontano dalla zona gol? «Anche contro i greci Roberto ha dimostrato di saper trovare gli spunti per arrivare al tiro o, dal fondo campo, ai cross per Vialli. E' più geniale di Moeller e per molti versi mi piace rivedere nella Juventus la stessa coppia che agisce anche in Nazionale con Sacchi. Il tedesco è più veloce, verticalizza meglio, ma sa essere determinante anche qualche metro più indietro. Però non radicalizzo le loro posizioni. Devono sapersi gestire e diventare, a turno, i punti di riferimento in avanti». Vialli, intanto, continua a lavorare anche per quei due e non segna i gol che ci aspettiamo. «Gianluca sa che il suo ruolo è importante, come quello che svolgeva un anno fa Schillaci. Questo tipo di giocatori, a differenza di Moeller e Baggio, difficilmente hanno lo spazio e la forza di liberarsi dei rispettivi avversari, saltarli e andare in gol. Alla conclusione ci arrivano soltanto se assistiti dalla squadra. Non mi faccio venire il tormentone se non fa gol Vialli. A me basta che la squadra continui a creare le occasioni. Sarei preoccupato del contrario oppure se Vialli non si battesse al massimo, come, invece, fa sempre». Un ultimo appunto. Platt. Quando lo vedremo diventare a sua volta un punto di riferimento? «Alt, l'inglese sta gio- cando con un ginocchio gonfio. Mi sta meravigliando per l'attaccamento alla maglia». Il britannico sa che il suo posto è in bilico: gioca perché Julio Cesar è infortunato, ha capito che Moeller è inamovibile. Quindi evita polemiche sul ruolo in cui viene utilizzato e parla come il Trap: «Dobbiamo aiutare Vialli, Baggio deve poter giocare come sa, Andy crea sempre pericoli». Franco Back lato .gay || jgg|i^|. , JMr 'v J§§i§f* ^fljF *n8^v^ JpT Mmjf WJm' "mm \ ■% m \_ M JL, il :£jSK/ ' ■ Dopo 15 anni di successi nella marcia Maunzio Damilano dara I'addio all'attivita con una esibizione prima di Juve-Udinese alDelleAlpi

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