Bongusto: la Luna non ha più voce

Bongusto: la Luna non ha più voceFrec parla del suo ultimo album «di protesta» privo dei vecchi richiami romantici Bongusto: la Luna non ha più voce italia poteva essere un Paradiso e non lo è» MILA IO DAL NOÌTRO INVIATO Che giaio, per Fred Bongusto: «La Luta/ E chi la guarda più/ La Luna/ e stelle chi le conta più», dice nela canzone guida di un album de uscirà fra qualche giorno. E' veramente un guaio per noi tuu\ se davvero non guardiamo piìla Luna; ma ognuno può comprodere che per il musicista di Campobasso - affezionato e tradizinale cantore della Luna come imbolo di innamorati, da guardie preferibilmente affacciati a. una rotonda sul mare l'accarmento generale a star con gli ocai rivolti in giù alle cose del mado piuttosto che alle stelle e all Luna si è quasi tradotto negli rtimi anni in una débàcle profesipnale. Dopo un paio di Sanrero non proprio gloriosi, Bonguto è emigrato negli ultimi tempi n Brasile, dove Joao Gilberto k tradotto la sua «Malaga»; pc il richiamo della patria è stato jiù forte del successo. Ed eccolocarico di rabbia sfoderare queste Canzoni - alcune nuove, alcunelnedite - e per la prima volta Eorare argomenti che di romanico hannoben poco. Prosgue infatti il testo della «Lunar «L'Italia demo-socialista/ Cte non s'accorge che l'artista è *> genio/ Oppure un broc/ E' trìsy Aveva uh cuore da jazzista/ l'Italia demo-qualunquista/ Afsso suona il rock». Fred Bonguto si glossa volentieri: «Neflaèiia generazione abbiamo vissuttcose così belle, che oggi non cipossiamo divertire più. Se sei craciuto con Sinatra e Arm¬ strong, come fai poi ad accontentarti di quello che ascolti adesso? E' un po' come dopo il Rinascimento: tutto sembrava una barzelletta». Sì, ma che cos'è quest'Italia demo-socialista e qualunquista che l'ha costretto ad uscire dal suo guscio di Luna e sentimenti? «Siamo figli dei due blocchi democristiano e socialista, che non hanno mai capito l'importanza dell'arte. Io sono tutto fuori che comunista, ma il pci-pds è stato l'unico partito ad occuparsi sempre di musica e ad aiutare gli artistica De Gregori a Dalla; e ha sempre curato i concerti, i palchi, le luci nei suoi festival». Recentemente una sua collega, Ornella Vanoni, è passata dal psi alla de: quindi, secondo lei, è rimasta nello stesso giro dei senza speranza... «Con Ornella, che reputo un'ottima interprete, ho avuto un sacco di disavventure. Forse fra noi stava nascendo un amore e non l'abbiamo preso al volo, e così ci siamo beccati spesso. Aveva un caratteraccio... Ora che è migliorata, è diventata democristiana: mi spiace ma non riesco a capirla. E pensare che lei ed io insieme faremmo dei dischi meravigliosi». Al tavolino di un bar in galleria, a Milano, Fred Bongusto torna dalle proteste politiche ai sognati momenti ruggenti sulle rive della Bussola m Bernardini, negli Anni Settanta: «Era anche ingiusta, Ornella. Sedersi sul pianoforte senza mutande, a cantare mentre io suonavo... Ah, le donne. Mi ricordo che Mina un giorno venne alla Bussola con un abito sbagliato per la serata: lo fecero diventare sexy, lei e la sarta, strappandolo su un lato e improvvisando un lungo spacco. Subito dopo Mina, cantai io con i pantaloni tirati su fino al ginocchio: certo, l'effetto non era lo stesso». Ah, vecchio Fred dei night club che non ci sono più. Mentre con la sua bella voce racconta aneddoti pepati, sembra un donnaiolo impenitente. Invece poi si scopre che la sua unione con la moglie Gabriella procede a gonfie vele dopo 25 anni di vita in comune, e Bongusto quasi si commuove a parlare di Blythe, figlia di primo letto della moglie, che ha appena avuto una bambina chiamata Gabriella: «Sono diventato nonno. Ho sempre considerato Blythe mia figlia. Certo, avrei una vita serena se stessi chiuso fra gli affetti familiari: ma appena esco mi immalinconisco. L'Italia poteva essere un paradiso e non lo e». Quest'Italia che non guarda più le stelle, e non le canta più («Piena di pappe molli che suonano ma di pochissimi che hanno lo swing»), è un gran cruccio per il musicista molisano. Non guardare le stelle vuol dire anche non ballare, o accontentarsi delle discoteche: «Bisognerebbe obbligare tutti i locali a fare due serate dal vivo al mese: si arriverebbe a 8 mila gala ogni trenta giorni, ci sarebbe lavoro per tutti. Ray Charles dice che oggi la gente va ai concerti come se andasse a un pic-nic. Invece la musica va ascoltata ballando, il clima della sala resta bellissimo anche se oggi raggiungere una donna è davvero più facile». Problema: che il femminismo abbia eliminato anche posti di lavoro per gli orchestrali? ((La Luna», simbolo di romanticismo o spiritualità, diventa se non altro per Bongusto un atto d'accusa a coloro che non guardano più le sfumature della vita; in origine, il brano fu un successo brasiliano di Ellis Regina, con un testo politico e il titolo ((L'ubriaco e il trapezista». Con questa canzone, nel nuovo album Bongusto ha messo le riedizioni di alcuni suoi classici, come «Capri Capri» e «Innamorati all'improvviso», altri intramontabili tipo «Unfor- gettable» in medley con ((Non dimenticar» e «Che sarà» di Chico Buarque tradotta in napoletano e francese; e ancora qualche canzone nuova, elegante e morbida, nel suo stile. Amore, amore. Ha chiamato l'album (do, dopo il giorno degli Azzimi», e la copertina nera è attraversata da un raggio di luce: «Gli ebrei mangiavano gli azzimi durante i penodi neri. Ma quel raggio di luce dice che sento che stiamo uscendo fuori, arriva qualcosa di nuovo. Mi fermano per strada, mi chiedono quando canterò, non era mai più successo. Io sono un one•sto artigiano, non mi metto una ciocca rossa in testa né spargo la voce che mi sono fidanzato con Gino Paoli. Se questo disco non si muove, continuerò soltanto a fare serate. Quest'estate ho tenuto 40 concerti. Altri, checché dicano, ne hanno molto meno». Marinella Venegoni Non mi metto una ciocca rossa in testa e non dico che mi sono fidanzato con Paoli Lai •-attilla /i «*/ E rh: i , °°«iani rt Tra in. O00h'alcfeT /'W oiare Gii ~w/L'hali„ .««USTO e „ —«uil issarla Fred Bongusto com'era (a sinistra) e com'è oggi (sotto). Racconta: «Ingiusta la Vanoni, sedersi sul pianoforte senza mutande a cantare, mentre io suonavo»

Luoghi citati: Brasile, Campobasso, Italia, Milano