Festa fantasma per la Rivoluzione

Festa fantasma per la Rivoluzione DIARIO DI MOSCA Festa fantasma per la Rivoluzione A cosa si festeggia? Il 7 novembre quest'anno, 75° dal famigerato «ottobre» - aborrito, cancellato, coperto di contumelie, continua a essere una «festa ufficiale» dello Stato russo. Mistero e paradosso che richiederebbe una spiegazione in qualunque Paese capace di dare spiegazioni ai gesti che compie e a quelli che non compie. Sarebbe, per intenderci, come se «l'Italia nata dalla Resistenza» avesse continuato imperterrita a considerare giorno di festa nazionale l'anniversario della «marcia su Roma». Ma la Russia di oggi è luogo di transizione da un passato che sembra non esistere più a un futuro che forse non esisterà mai. C'è chi pensa che le autorità abbiano mantenuto la «festa» del 7 novembre in omaggio a «quelli che ci credono ancora», oppure a quei poveri non smemorati che ricordano l'esistenza, in qualche tempo lontano, di un Paese che si chiamava Unione Sovietica. E' l'ipotesi in fondo migliore: di una tolleranza, di un rispetto reciproco lodevole. Ma è la meno credibile, in un clima dominato dall'intolleranza e, più ancora, da una confusione babelica. Il Soviet Supremo - ad esempio - rinnova le suppellettili, ma non riesce a decidersi per un nuovo emblema statuale. Così i deputati parlano da una tribuna su cui fa bella mostra di sé il vecchio stemma con la falce e martello e spighe e bandiere di Repubbliche che se ne stanno andando come petali di una margherita sfogliata dalla mano della storia. Altri, forse più cinici, pensano che il 7 novembre rimanga festa ufficiale semplicemente perché la gente era abituata a festeggiare, sbronzarsi, riposare a questa data. Un'altra da mettere al suo posto non c'è. Potevano scegliere la vittoria sul golpe. Ma i golpisti hanno pensato di farlo in agosto. E l'agosto non va bene. Sarebbe come se da noi abolissero il Natale a dicembre e lo ficcassero, cambiandogli nome, in mezzo all'estate, durante le ferie. Sarebbe uno scherzo di cattivo gusto. y)sì, almeno per quest'anEltsin non ha voluto gua¬ stare le feste ai russi. Una parte dei quali, la più nostalgica, prende ancora sul serio l'avvenimento e stamani sfilerà per le vie del centro, fino alla Piazza del Maneggio, per celebrare la rivoluzione. Il sindaco ha autorizzato la manifestazione (specificando in anticipo - ma forse esagera, per scaramanzia - che si prevedono 100 mila partecipanti). Fin sulla Piazza Rossa il corteo non potrà però arrivare: il comune di Mosca ha deciso urgentemente che bisogna riparare il selciato secolare, «guastato» dalle sfilate dei carri armati dei precedenti sette decenni. I missili possenti, che gli addetti militari di tutto il mondo venivano a sbirciare ogni anno alla data fatidica, resteranno nei depositi. I blindati verranno invece posteggiati fin dalle prime ore dell'alba nelle vie e nei cortili adiacenti all'ex via Gorkij, all'ex piazza della Rivoluzione, all'ex piazza Dzerzhinskij: si tratta ora di vigilare sull'ordine pubblico. La Pravda ha avuto ieri un'impennata di umorismo, per la prima volta nella sua lunga e gloriosa storia. Sulla prima pagina torreggia la notizia che «nel Palazzo dei Congressi del Cremlino non si è solennemente tenuta la celebrazione del 75° anniversario della rivoluzione». E propone per i suoi lettori un editoriale «futuro»: la commemorazione del 100° anniversario dell'Ottobre. Nel 2017 come scrive la Pravda - si ricorderà come un periodo fosco e lontano l'«era della restaurazione», della «yankeeizzazione dei valori spirituali della Russia», quando «Mosca divenne il centro dell'anticomunismo mondiale»? Oppure i nipoti, ormai in pieno capitalismo, trascorreranno nei fasti del consumismo una festa inesistente, celebrando lo scampato pericolo? Giuliette Chiesa jsa

Persone citate: Giuliette Chiesa

Luoghi citati: Italia, Mosca, Repubbliche, Roma, Russia, Unione Sovietica