Proteste in Parlamento di M. Cor.
Proteste in Parlamento Proteste in Parlamento Contro Vazione disciplinare anche VAnm: è una ritorsione ROMA. E' polemica sulla richiesta del ministro della Giustizia, Claudio Martelli, di un'azione disciplinare contro i magistrati impegnati nell'indagine sui «voti di scambio» che vede coinvolti il ministro De Lorenzo (pli) e i parlamentari Vito (de) e Di Donato (psi). I deputati Imposimato del pds, Pecoraro Scanio dei verdi, Dolino di Rifondazione comunista, e Lazzati della Lega, quattro componenti della commissione Giustizia, con un'interrogazione parlamentare hanno chiesto a Martelli di archiviare il procedimento a carico dei magistrati napoletani ritenendolo assolutamente infondato. I parlamentari ritengono opportuno che venga dato pubblicamente atto della correttezza dei giudici. Per il pds la contestazione rivolta ai giudici è «infondata». «Il ministro - dice Massimo Brutti, responsabile del settore giustizia della direzione del pds - sbaglia a intervenire così pesantemente su delicate indagini in corso». La sua iniziativa «rassomiglia - aggiunge - ad una ritorsione. Ma questa è la vecchia politica, non la nuova, di cui Martelli vorrebbe essere il capofila». Critiche a Martelli anche da Carlo D'Amato, suo collega di partito e vicepresidente della commissione antimafia. Una posizione, quella di Martelli, che D'Amato giudica contraddittoria: «Non si capisce perché una analoga perquisizione effettuata nel mio studio di Caserta non abbia trovato sollecita attenzione da parte del ministro. Invece una violazione fatta in spregio dell'articolo 68 della Costituzione nello studio di un ministro ha trovato subito l'attenzione di Martelli. Come se contasse non tanto la violazione della legge ma il soggetto che l'ha subita». Anche i missini attaccano il ministro di Grazia e Giustizia. «Confondere il sequestro - dice il capogruppo alla Camera, Tatarella - con la perquisizione domiciliare è un errore giuridico». Sempre per la vicenda del «voto di scambio» il movimento sociale inizierà nei prossimi giorni la raccolta delle firme per la messa in stato d'accusa del ministro De Lorenzo. Dalla sede di Napoli i missini hanno lanciato nuove accuse contro il ministro della Sanità e il sindaco della città, Nello Polese. De Lorenzo ha definito le affermazioni missine «un atto di sciacallaggio politico» e si prepara a dare querela. L'Associazione nazionale magistrati è sicura che nel corso delle indagini sul «voto di scambio» a Napoli «non siano state violate le garanzie costituzionali che tutelano i parlamentari». L'intromissione di Martelli, si legge in una nota dell'Associazione, «giunge quando la compiuta conoscenza dei provvedimenti permette di constatare che non sono state violate le garanzie e perciò assume il significato di un monito rivolto ai magistrati impegnati nel delicato accertamento della corruzione elettorale». Intanto il capo della procura circondariale di Napoli, Michele Morello, contrattacca. Lo aveva detto: «Risponderò alla sconcertante iniziativa di Martelli». E ieri lo ha fatto rendendo pubblica la lettera al ministro nella quale esprime meraviglia per essere stato escluso dal provvedimento: il mio doveva essere il primo nome della lista. «Ho autorizzato personalmente - scrive Morello - i qaattro sostituti procuratori a spedire quei decreti di sequestro, così come formulati». Morello contesta a Martelli anche le affermazioni contenute nel provvedimento che dà il via all'azione disciplinare. Il ministro della Giustizia, a Udine per celebrare i cento anni del psi, replica a Cossiga che lo aveva criticato: «Non è la prima volta che Cossiga e io abbiamo delle idee diverse in materia di giustizia». «Questa volta - ha aggiunto Martelli - Cossiga dovrebbe riconoscere le mie ragioni. Questa volta l'ex Presidente della Repubblica cerca di buscare il levante per ponente. Critica cioè il ministro della Giustizia, ma in realtà contesta il diritto del Csm ad intervenire disciplinarmente allorché sia in corso un procedimento». [m. cor.]
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