«L'animale è inferiore perché non sa amare» di Fulco Pratesi

«L'animale è inferiore perché non sa amare» GUERRA TRA GESUITI É VERDI Un editoriale su Civiltà cattolica: la capacità di non essere egoista rende l'uomo superiore «L'animale è inferiore perché non sa amare» Fulco Pratesi: stanno dimenticando San Francesco Antivivisezionisti: oscurantismo vecchio di 700 anni L m ANIMALE è egoista. ™ Quindi non gli può essere attribuita la dignità propria delle persone. Conclusione: l'animale è inferiore all'uomo. Lo dicono i gesuiti, formulando la tesi su «Civiltà cattolica» e facendo «imbestialire» animalisti ed ecologisti. «Mentre tutti gli altri esseri creati sono chiusi in se stessi, nella ricerca "egoistica" di quello che conviene a sé o alla vita e alla conservazione della specie - si legge nell'editoriale -, solo l'uomo è capace di "amare", cioè di uscire da sé, dal proprio interesse egoistico, per entrare in una relazione con l'altro che sia di dono e di comunione». Per evitare la più banale delle accuse, i gesuiti ammettono che, parlando di animali, il riferimento all'egoismo è comunque improprio: la loro ricerca di benessere, spiegano, può essere definita egoistica solo «usando un termine antropomorfico». Mentre, non essendo persone, non possono essere condannati per il loro egoismo, a differenza dell'uomo che, come «quasi tutti convengono, ha una dignità incomparabile con quella di ogni altro essere, ha un valore superiore a quello di tutti gli altri esseri viventi, ha diritti, doveri e responsabilità che altri esseri non hanno». Ma è proprio questo il concetto che gli animalisti contestano. E contestano questa necessità dei gesuiti di creare delle scale di valore tra nature diverse. «Perché non può bastare la diversità? - si chiede Valerio Neri, segretario generale del Wwf Italia -. Mi allibisce questa necessità di ricercare qualcosa di "inferiore" per dimostrare la propria "superiorità". Parlano di natura e non si capisce se la intendano in senso darwiniano o religioso, anzi gesuitico. Fingono di cercare un punto d'incontro con i laici sui problemi bioetici ed ecologici solo a patto che i laici aderiscano appieno alle loro convinzioni. Se così fosse non esisterebbero i laici». Quella espressa dai gesuiti è la posizione tradizionale della Chiesa, che poggia, come ricorda l'editoriale, sulla filosofia di San Tommaso d'Aquino: «La persona è un essere che esiste in sé e per sé». Insomma, essa rientra nella categoria dei «fini» e non in quella dei «mezzi». «La persona - affermano i gesuiti - ha una propria altissima dignità, che le viene dal fatto di esistere di per se stessa». Una posizione dalla quale, però, molti cattolici traggono, rispetto alla qualità spirituale da attribuire agli animali, conclusioni diverse. Giovanni Paolo II ha sostenuto pubblicamenteche gli animali in qualche modo «partecipano» del soffio dello Spirito. Una affermazione ancora più forte la fece invece Paolo VI visitando una parrocchia di Acilia: Un bambino piangeva per la morte del suo cane e papa Montini gli disse che un giorno l'avrebbe ritrovato in Paradiso. Nel mirino non è la Chiesa, ma «l'assolutismo» degli eredi di Sant'Ignazio da Loyola: «I gesuiti dimenticano il messaggio di Francesco d'Assisi e ignorano quello che l'etologia ha insegnato al mondo - rispondono seccamente i deputati verdi Fulco Pratesi e Carla Rocchi -: gli animali hanno vite di relazione complesse e comportamenti lontanissimi ed antitetici al meccanicismo cartesiano. Dovrebbero sapere a quali vertici l'egoismo degli uomini e il disprezzo per il loro ambiente e i loro simili possono giungere». Per Pratesi, invece, gli animali «creati dalla divina sapienza del Signore», hanno mantenuto invariato il modello iniziale, «mentre l'uomo se ne è distaccato con avidità, protervia e grande egoismo». A differenza dei cattolici animalisti, i gesuiti ritengono irrinunciabile l'affermazione secondo la quale l'uomo è «un essere radicalmente diverso da tutti gli altri esseri viventi e superiore ad essi per natura, e non solo per una maggiore organizzazione cerebrale e per una psiche più sviluppata». Solo partendo da questo assunto, sostiene «Civiltà Cattolica», «è possibile che sul tema della dignità della persona umana, tra coloro che hanno una visione laica e non religiosa dell'uomo si possa percorrere, pur con notevoli difficoltà, un lungo tratto di strada insieme, e si possa quindi, cattolici e laici, difendere e promuovere insieme la dignità della persona umana, particolarmente in materia di bioetica e di ecologia». «Due campi - sottolinea la rivista cruciali per l'avvenire dell'uomo» e nei quali «la dignità della persona umana è maggiormente contestata e messa in pericolo». Tra gli «attentatori», i gesuiti collocano non solo chi «tende a trattare il prodotto del concepimento umano, embrione o feto, al pari di quello animale e a fare su di esso ogni sorta di sperimentazioni che possano anche mutarne la natura», ma anche chi «tende a esaltare il biocentrismo, negando all'uomo la superiorità sugli altri esseri viventi, e pretendendo che questi abbiano diritti al pari dell'uomo, o sacrificando l'uomo a forme di vita vegetale o animale». «Complimenti a "Civiltà cattolica" che ci insegna oggi - si accalora Adolfo Sansolini della Lega anti-vivisezione - che gli animali sono e devono rimanere oggetti da usare a piacimento. Per giustificare una posizione cieca e superata si evita di fare riferimento al Vangelo: il campione dello specismo gesuita è San Tommaso d'Aquino che 700 anni fa spiegava l'inferiorità di altri animali, in un periodo in cui era universalmente accettata, e con ragioni identiche, anche l'inferiorità di donne ed ebrei, senza parlare delle minoranze etniche, sessuali e religiose». Pier Luigi Vercesi Diversità di vedute rispetto a Paolo VI che una volta disse «Anche i cani vanno in Paradiso» Fulco Pratesi (qui a fianco): «Dimenticano San Francesco» (a sinistra) Papa Montini. Disse a un bambino: «Anche il tuo cane andrà in Paradiso»

Luoghi citati: Assisi, Wwf Italia