«Su Palermo incombe una strage» di F. 1.1.

«Su Palermo incombe una strage» Secondo gli investigatori sarebbe un atto terroristico dimostrativo «Su Palermo incombe una strage» L'allarme dei giudici siciliani all'Antimafia ROMA. Palermo è sempre una città a rischio, specialmente in questo mese di novembre, visto che i boss sembrano agire con cadenza bimestrale. I giudici, gli investigatori, i servizi di sicurezza temono che possa accadere un'altra strage. E potrebbe trattarsi, questa volta, di un'azione «dimostrativa» della mafia volta a terrorizzare la popolazione. Non più, quindi, un attentato eclatante ma, comunque, mirato ad uno o più obiettivi, ma un vero e proprio atto terroristico. I timori delle autorità sono divenuti ieri pubblici con l'audizione dei magistrati della procura della Repubblica di Palermo, svoltasi a San Macuto, davanti alla Commissione parlamentare antimafia, dove sono stati ascoltati Elio Spallina e Gioacchino Natoli, il primo procuratore aggiunto, l'altro sostituto e membro della direzione distrettuale antimafia. Secondo i magistrati palermitani, è in atto una sorta di riasse¬ stamento della strategia di Cosa Nostra, sia all'interno dell'organizzazione, sia nei rapporti con l'esterno e in particolare col potere politico. Cosa Nostra sembra governata da una «nuova logica» che predilige lo stragismo alla tecnica dell'omicidio mirato. Come se la mafia si muovesse spinta dall'esigenza di chiudere una pagina del passato. Azzerandone testimonianze dirette e memoria storica, com'è avvenuto con le stragi di Capaci e di via D'Amelio, ma anche con gli assassinii dell'on. Salvo Lima e dell'esattore Ignazio Salvo. Argomento centrale della seduta è stato l'ordine di custodia cautelare che ha concluso una prima fase delle indagini sull'omicidio di Lima. Un documento che ha rivelato il ruolo sostenuto dal parlamentare de, definito «garante» di Cosa Nostra nei confronti del mondo politico siciliano e nazionale. Secondo Spallina, questo squarcio che si è aperto è importante soprattutto per ciò che potrebbe portare in seguito. Gioacchino Natoli ha precisato che il ruolo di Lima era indispensabile per la mafia: «Lima è passato dalla mafia perdente a quella dei corleonesi perché la sua funzione di raccordo era talmente importante da diventare neutra. Diversa la posizione di Ciancimino perché legato esclusivamente a Totò Riina». E il nome del «numero uno» di Cosa Nostra ha tenuto banco. E' ancora Riina infatti, secondo gli investigatori, il capo dei capi. E' lui che avrebbe messo in atto questa nuova strategia «terroristico-militare» che sta sconvolgendo gli assetti interni ed esterni della mafia. Ma dopo Lima, ci sono «nuovi referenti» politici di Cosa Nostra? «E' logico ritenerlo. Siamo di fronte ad uno dei passaggi nodali della storia del nostro Paese», è stata la risposta di Natoli. [f. 1.1.]

Persone citate: Ciancimino, Elio Spallina, Gioacchino Natoli, Ignazio Salvo, Natoli, Riina, Salvo Lima, Secondo Spallina, Totò Riina

Luoghi citati: Capaci, Lima, Palermo, Roma