Caccia all'esclusiva sul finto mostro

Caccia all'esclusiva sul finto mostro SE LA BUGIA DIVENTA UN AFFARE Caccia all'esclusiva sul finto mostro Asta milionaria per assicurarsi il suo memoriale Isuoi avvocati confermano: «E' vero, abbiamo ricevuto alcune offerte per avere il racconto di Spilotros in esclusiva». Tutto paga nel circo mediale. Anche inventarsi una storia fasulla, bersi investigatori' e magistrati, depistare per 19 giorni (o per sempre) le indagini, e uscire di galera con una frase memorabile in bocca: «Mi dispiace di avere creato un po' di trambusto». Stefano Spilotros, ciuffo all'ingiù, sguardo depresso, cuore spezzato per una fidanzatina che lo ha lasciato, è sparito da poche ore dentro all'auto dei suoi avvocati. C'è chi giura che ricomparirà, in forma di pagina scritta, testimonianza esclusiva, memoriale o quant'altro, di qui a pochi giorni. In cambio di cento milioni, dicono le voci. «Falso - replicano gli avvocati -. Allo stato attuale non ci sono contratti stipulati. Solo offerte. Non è questo il momento di simili accordi». In attesa che il momento venga, si va a caccia dei cacciatori di Spilotros. Trovando piccole reticenze, molto imbarazzo, troppi no comment. Per esempio quello di «Gente»: «Noi non c'entriamo» assicura il vicedirettore Orlandini. 0 quello di «Visto», settimanale di storie nere e rossastre, dove fanno sapere che cento milioni sono una esagerazione. La gara d'asta esiste, l'hanno sentito anche loro. Ma correranno solo per obbligo di concorenza. In palio c'è la verità di un bugiardo. La storia d' un inganno che Spilotros ha raccontato (una prima volta) via cavo. Dodici telefonate alle sole due figure re¬ toriche di questa storia: il fatidico «numero verde Antimostro» e l'orecchio di «Mario, l'agente-psicologo». L'effetto narrativo è andato al di là di ogni aspettativa, finendo per sovrapporsi alla realtà. Ora minaccia di diventare oggetto di scambio e rimborso spese. Protestano, contro l'asta in corso, i giornalisti dell'Associazione stampa umbra: «Lo scoop pagato sul finto mostro sarebbe una mostruosità questa volta autenti- ca». Se ne dissocia Emilio Fede, direttore del Tg4: «Non pagherei mai uno come Spilotros. Sarebbe indecoroso rincorrere le memorie di un pazzo. Se parlerà, pubblicamente, noi registremo le sue parole. Ma questo è diritto di cronaca». Pure Enrico Mentana, direttore del Tg5, prende le distanze e smentisce le voci di un possibile conivolgimento della testata: «Mai e poi mai accetterei di pagare un mitomane. Non scherziamo. Noi, come tutti, cercheremo di intervistarlo, ma senza metterci una lira. Farlo significherebbe dargli un'aura da personaggio e in qualche modo offendere la famiglia Allegretti, vera vittima delie sue farneticazioni». E' più possibilista, più sfumata la posizione di Paolo Occhipinti, direttore di «Oggi». «Pagare uno così, lo riconosco è ai limiti della moralità. Noi non abbiamo fatto offerte e non le faremo». Pero? «Però da lettore la sua storia mi interesserebbe eccome. Proviamo a vederla così: un ragazzo che fino al giorno prima è considerato da tutti parroco, amici, vicini di casa una persona per bene, di colpo si inventa questa storia pazzesca. Cosa gli è successo nella testa? Da lettore, da padre di famiglia, vorrei sapere. Non credo di avere una curiosità morbosa, ma questi sono davvero interrogativi inquietanti». E dunque? «Dico che non va bene mercanteggiare, anche se poi, in questo mestiere, si deve sempre fare i conti con qualcuno che si crede più furbo degli altri e innesca la corsa». Spilotros aspetta al traguardo, [p. cor.] I legali del giovane «Sì, abbiamo ricevuto offerte da giornali Ma non è stato stipulato alcun contratto» Spilotros torna libero e nasce un giallo sul suo memoriale