Ostaggi degli indios in guerra

Ostaggi degli indios in guerra In Brasile mille Guajarara bloccano bus e auto di passaggio, 400 persone sequestrate Ostaggi degli indios in guerra Tribù dell'Amazzonici: fuori i bianchi SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO I bianchi hanno ucciso il figlio del cacique, il capo del loro villaggio, e gli indios Guajarara hanno giurato vendetta. Appostati da martedì sera lungo la strada che taglia la loro riserva, nel Sud dello Stato brasiliano del Maranhao, un migliaio di guerrieri armati di lance, archi e fucili, i corpi dipinti coi colori di guerra, hanno bloccato otto autobus e quattro camion di passaggio, prendendo in ostaggio gli occupanti, in tutto quasi 400 persone. Mercoledì notte hanno lasciato andare dieci donne ed una quarantina di bambini, ma gli uomini rimangono prigionieri e la situazione è così tesa che oggi dovrebbe arrivare personalmente sul posto il ministro della Giustizia Mauricio Correa. «Bisogna fare qualcosa - dicono da Brasilia - potrebbe esserci una strage». Là rivolta degli indios è scoppiata domenica notte, dopo che tre bianchi, pare jaguncos (guardie armate) di una fazenda della zona, hanno ucciso a sangue freddo Augusto Pereira Guajarara, il figlio ventiseienne del capo del villaggio indigeno di Cana Brava. Un banale litigio - hanno raccontato i pochi testimoni - risolto a colpi di pistola e di fucile. E mentre gli assassini fuggivano indisturbati, si è scatenata la rabbia dei parenti del morto. Ne ha fatto le spese il primo bianco su cui hanno messo le mani, Domingos Mendes Martins, un colono di 53 anni ucciso a colpi d'ascia; la moglie è riuscita a fuggir via nella foresta, a piedi, con al collo il nipotino di tre anni. Ma quando la donna ha dato l'allarme, gli indios si erano già appostati lungo la BR-226, una delle tante, lunghissime strade di terra battuta che si addentrano nella foresta amazzonica. Con dei tronchi d'albero, uno dopo l'altro, hanno fermato gli autobus ed i camion, prendendo in ostaggio tutti i passeggeri. Dopo alarne ore, la polizia federale (cui per legge spetta occuparsi degli indios) è finalmente riuscita a bloccare il traffico, ma ormai era già troppo tardi. Per rilasciare gli ostaggi, gli indios chiedono che gli assassini del loro compagno siano arrestati e, soprattutto, che siano espulsi dalla riserva tutti i bianchi che vivono a Sao Pedro dos Cacetes, una minuscola cittadina costrui¬ ta nel bel mezzo del territorio indigeno. Da anni, infatti, gli indios Guajarara subiscono violenze e soprusi da parte dei coloni bianchi e della polizia, anche se teoricamente la legge assicura loro, come a tutti i 230 popoli indigeni brasiliani, ogni diritto sulla propria terra. «Il problema di fondo spiega l'antropologo Porfirio Carvalho, che ha vissuto per anni con i Guajarara - è che, per non realizzare la riforma agraria nello Stato, il governo ed i grandi la¬ tifondisti del Maranhao spingono i contadini bianchi senza terra ad invadere le riserve indigene». La polizia, in questi casi, è sempre pronta a difendere con la forza le fazendas dei bianchi. Ma con quasi quattrocento ostaggi di mezzo, nessuno sembra ritenere possibile una soluzione di forza. E stavolta gli indios giurano che non si accontenteranno di parole. «Nel maggio scorso la polizia ha invaso il nostro villaggio, picchiando le donne e sparando ai cani - ha ricordato un guerriero Guajarara - noi li abbiamo circondati e gli abbiamo portato via le armi. Un mese dopo siamo andati a Brasilia per riconsegnarle, ed ancora una volta ci hanno promesso che avrebbero rispettato la legge e che il villaggio dei bianchi sarebbe stato sgomberato. E invece, come sempre, non è successo nulla. Stavolta non torneremo a casa a mani vuote». Gianluca Bevilacqua Dopo l'uccisione d'un loro capo chiedono che il paese costruito dai coloni nella riserva venga subito raso al suolo OCEANO ATLANTICO MANAUS BRASILE SA0 PEDRÒ OdC DOS CACETES^ V^» MARABA' TERESINA Indios sul piede di guerra contro la costruzione di una diga che inonderebbe le loro terre (totoafp)

Persone citate: Augusto Pereira, Cana, Domingos Mendes Martins, Gianluca Bevilacqua, Mauricio Correa, Porfirio Carvalho

Luoghi citati: Brasile, Brasilia, San Paolo, Sao