Wright ha già scelto la Kappa
Wright ha già scelto la Kappa Basket: i torinesi in difficoltà stanno cercando il sostituto di Melnik Wright ha già scelto la Kappa Ma il coach Danna vorrebbe un pivot puro «Sono venuto in Italia per restarci. L'Europa un po' la conosco e mi piace. Potrei cercare moglie qui da voi e poi chiedere di essere naturalizzato. E' da quando sono nato che vivo negli Stati Uniti, forse per me è venuto il momento di cambiare». Con queste e altre gustose, ma serissime, affermazioni Howard Wright, 24enne californiano di San Diego, ha cominciato la sua avventura torinese, convocato dalla Kappa per sostituire il lèttone Igor Melnik. Ieri ha svolto il suo secondo allenamento con quella che potrebbe diventare la sua nuova squadra. Al coach Danna e al manager Caglieris è piaciuto parecchio, anche se forse Wright non ha le caratteristiche del pivot puro, il tipo di giocatore cioè che serve in questo momento alla Kappa. Uscito nel '90 dalla Stanford University of California di San Diego, Wright ha militato per un anno nella Nba: a Orlando, Atlanta e Dallas, sempre come sostituto di giocatori infortunati. Quindi è stato ingaggiato dall'Atletico Madrid e poi dal Reims. «Non ho nostalgia della Nba dice - perché per me l'importante è vincere, non mi importa dove. Il basket in Europa è veloce, aggressivo e un po' matto: mi piace. Credo di essere un buon rimbalzista e abile in difesa, ma soprattutto so adattarmi alle esigenze di squadra». Dell'Italia conosce poco, anche se l'anno scorso, con la maglia del Reims, è venuto in trasferta a Roma per affrontare II Messaggero in coppa. «In Francia non mi sono trovato bene - aggiunge - perché a Reims ho trovato gente maleducata. Molto meglio gli spagnoli e gli italiani. So che nel vostro campionato hanno giocato stelle come Gervin, McAdoo, Gilmore o Mahorn, ma nella Nba ho affrontato gente fortissima, quindi sono preparato a tutto. Conosco Vincent, so che è un grande realizzatore. A Orlando avevo come compagno di squadra suo fratello Sam, che mi parlava spesso e bene di Jay». Baffetti appena accennati, capelli rasati quasi a zero, occhi leggermente a mandorla, Wright parla volentieri di sé, usando anche qualche parola in spagnolo («l'ho imparato a Madrid») per farsi comprendere meglio. Il basket non è la sua unica occupazione. Pratica anche tennis e golf, e dimostra curiosità e interesse per tutto ciò che lo circonda. «Sono contento per Clinton - dice sulle elezioni presidenziali americane perché fra i tre candidati era il meno peggio. Ha promesso che si sarebbe preoccupato di problemi importanti come la sa¬ nità, l'educazione e le riforme sociali, spero che adesso non faccia marcia indietro». Wright si è poi stupito del ritiro di Magic Johnson dal basket. «Se avesse continuato a giocare sottolinea - sarebbe stato ancora il mio idolo. Rispetto la sua decisione, se l'ha presa avrà avuto dei validi motivi». Nei primi allenamenti con la Kappa, Wright ha messo in mostra buona forma fisica e grande velocità per i suoi 204 cm e 115 kg di peso. «Sicuramente è un ottimo atleta - conferma l'allenatore Danna - corre e salta molto, è bravo in contropiede, a rimbalzo e vicino a canestro. Però è un'ala alta e non un pivot, quindi non so ancora se è in grado di marcare un centro puro. Non dobbiamo aver fretta, anche se per poterlo schierare domenica a Venezia bisogna decidere entro domani mattina». Il tecnico potrebbe aspettare gli ultimi tagli della Nba, previsti per oggi. E' probabile, infatti, che fra gli scarti delle squadre professionistiche statunitensi ci siano parecchi giocatori con spiccate qualità da rimbalzista, magari meno realizzatori di Wright ma di stazza maggiore. Non è da escludere, però, che la Kappa concluda già domani l'accordo con Wright, che verrebbe inserito nel quintetto come ala alta al posto di Prato, con Vincent ala piccola e Silvestrin pivot titolare. Giorgio Vìberti Howard Wright ha 24 anni e ha giocato a Orlando Atlanta e Dallas quindi a Madrid e Reims
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