Congelati i capital gain di Zeni

Congelati i capital gain Oggi Piazza Affari attende Barucci con un mare di problemi Congelati i capital gain Guadagni di Borsa esentasse fino al 30 settembre '93 Sono partite due Opa, ma il listino ha perso il 2,6% MILANO. A brindare alla sospensione della tassa sul capital gain stamane arriva in Piazza Affari il ministro del Tesoro. Una sospensione che avrebbe dovuto essere approvata dalla Camera senza colpo ferire, ma che invece ha riservato qualche problema in aula (il psi si era diviso) prima di diventare legge. La sospensione durerà al massimo sino al 30 settembre, termine entro il quale il governo dovrà emanare i decreti delegati per il riordino delle tasse sulle rendite finanziarie. La sospensione inoltre riguarda le operazioni sui titoli quotati purché non si tratti di operazioni su «partecipazioni significative» (oltre il 2% del capitale per le società quotate al listino, oltre il 5% per quelle quotate al ristretto). Visita quindi quanto mai tempestiva, quella di Barucci. Non solo per il ministro che è stato tra quelli che più si sono battuti (anche contro il «collega» Goria) per l'eliminazione del capital gain. Ma anche per gli uomini della Borsa che, se l'odiata tassa se l'erano già dimenticata, adesso sono in tutt'altre cose affaccendati e, tanto per cominciare, sono tutt'orecchi per capire qualcosa sulle privatizzazioni. Del piano di riassetto di quelle che Amato ha già definito le «ex partecipazioni statali», Barucci è un po' il papà. E da papà Barucci, questa mattina, Piazza Affari cercherà di sapere tutto il possibile cominciando dal ruolo che avrà la Borsa. Da Cenerentola? 0 da regina di quadri? Finora, dal confuso pentolone delle anticipazioni è uscito poco ma da quel poco c'è chi ha captato una attenzione scarsissima verso il mercato azionario. Non solo. Dopo l'euforia per il Credit (e la Nuova Pignone), Piazza Affari si aspettava altri candidati alle privatizzazioni, società come la Sme, tanto per fare un nome. Ma lo stop di Amato alla possibile Opa di Raul Gardini sulla finanziaria alimentare dell'Iri, ha gelato gli entusiasmi che nel frattempo si erano accesi. Il no a questa Opa è un no momentaneo in attesa che il piano di riassetto definisca tempi, modi, procedure?, si chiedono in Piazza Affari. 0 è un no al sistema dell'Opa, alla possibilità cioè che qualcuno, soldi alla mano, utilizzi proprio il canale Borsa per acquistare un'azienda pubblica? Al ministro Barucci l'ardua risposta, sicuramente attesissima in Piazza Affari, dove il malcontento monta e c'è già chi, tra i nomi noti, promette «fuoco e fiamme se verranno chiuse le porte all'Opa». Profezia o minaccia? Si vedrà. Intanto, ieri in una Borsa scesa del 2,67% più per effetto delle ricoperture di chi pensa già alle scadenze tecniche della prossima settimana che per effetto del cambio della guardia alla Casa Bianca, di Opa ne sono partite due. Nulla a che vedere con la Sme e con la fantasia di Gardini. L'offerta pubblica sul 100% di Pierrel da parte degli svedesi della Procordia (proprietari dell'85,86%) e sul 100% di Alcatel cavi da parte dei francesi dell'Alcatel che già possiedono l'86,62% di azioni ordinarie e l'8,47% di risparmio, erano Opa scontate da tempo. Ma tant'è, sono pur sempre le prime due dopo tanto parlar d'Opa: partite ieri dureranno, quella di Pierrel (2150 l'offerta per le ordinarie e 1150 per le risparmio), fino al 13 dicembre e quella di Alcatel (3700 e 2730 l'offerta per ordinarie e risparmio) fino al 30 novembre. Armando Zeni i ministro delle Finanze Goria

Persone citate: Barucci, Gardini, Goria, Raul Gardini

Luoghi citati: Milano