L'Uruguay chiude il calcio

L'Uruguay chiude il calcio L'Uruguay chiude il calcio Club diAeB verso la serrata per lo sciopero dei giocatori MONTE VIDE O. I giocatori dei campionati uruguaiani di serie A e B continuano il lungo sciopero iniziato lo scorso 8 ottobre e non intendono interromperlo. La conseguenza di questo atteggiamento è che le 25 società calcistiche dell'Uruguay stanno prendendo in seria considerazione l'idea della serrata. Non è escluso, anzi è più che probabile, che nel corso di un'assemblea in programma per oggi e che si preannuncia combattutissima, i tredici club della A e i 12 della B decidano di sospendere ogni attività fino al marzo del 1993. Il maxi sciopero che ha oscurato i campionati uruguaiani fu deciso dal sindacato giocatori in seguito alla decisione presa dalla Federcalcio uruguaiana di sospendere per il periodo di un mese due squadre della serie B, precisamente il Bazanes e il Villa Teresa. I tifosi delle due formazioni avevano pro¬ vocato gravissimi incidenti nel corso dei quali vi furono un morto e numerosi feriti. Una volta presa la risoluzione di scioperare, a nulla sono valsi gli interventi, condotti attraverso canali non soltanto ufficiali, per convincere i giocatori a tornare in campo. Ha provato a far loro cambiare idea, ma senza risultati, perfino un ex calciatore di vasta notorietà, Ernesto Popelka, che ora è sacerdote. Don Popelka ha anche proposto la creazione di una commissione preposta alla modifica del regolamento affinché i giocatori non vengano penalizzati dalle sanzioni inflitte ai club. Appunto di tale commissione, oltre che dell'andamento dello sciopero, dovrebbe discutere domenica prossima l'assemblea convocata dal sindacato calciatori. Ma, forse, già a partire da oggi, i giocatori si troveranno a far fronte alla serrata dei loro datori di lavoro.

Persone citate: Ernesto Popelka, Villa Teresa

Luoghi citati: Uruguay